Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Ilaria Petitto
Il Fiano appare decisamente in vantaggio in questo inizio di stagione. L’ennesima verifica viene da questa giovane azienda di Montefalcione della famiglia Petitto, da sempre conferitori di uve, dal 2007 partiti con le prime etichette: c’è campagna e imprenditoria alle spalle. Umberto è industriale di successo, i terreni sono da tempo di proprietà della famiglia, sul lato di una collina a quota 400 metri nel cuore dell’Irpinia classica, alle porte di Avellino. Il vigneto culmina nella costruzione della nuova cantina, ormai completata e seguita dalla moglie Chiara e dalla figlia Ilaria che nel frattempo hanno seguito il corso di sommelier con il delegato di Avellino Angelo Maglio.
Se la prima annata è servita per affacciarsi al mercato del vino, la seconda è quella del consolidamento. In cantina c’è Angelo Valentino, che conosce bene queste uve perché anche a lui la famiglia Petitto conferiva l’aglianico di Venticano per il Taurasi di Macchialupa, enologo ormai affermato e ben dentro le pieghe delle caratteristiche di Fiano, Greco e Aglianico. Dall’incrocio tra la sua esperienza e le caratteristiche dell’annata 2008 sono usciti due bianchi di grande qualità capaci di regalare, sia pur giovanissimi e ancora scomposti, grandi soddisfazioni quando si procede ad abbinamenti che costringono il bicchiere a spendere l’acidità. Penso al piatto dolcissimo e strutturato di un calamaro ripieno su salsa di piselli fatto da Casa del Nonno 13 sul quale Fiano e Greco sono stati un accompagnamento perfetto e appagante.
Il Fiano, dicevamo, sembra avere una marcia in più. Soprattutto perché appare più pieno ed equilibrato, con l’acidità che inizia già a dialogare con le altre componenti. Ma soprattutto, rispetto al 2007, ha perso un po’ di fruttato, sempre una punta eccessiva in quel millesimo, acquisendo carattere, austerità, spinta e affermando la sua voglia di proseguire la corsa nel tempo senza cedere subito ai sentori di pera secca tipici di questa uva quando evolvendosi inzia ad immergersi nei terziari. Anzi, il naso rivela anche un leggero sentore floreale che richiama le zagare e i gelsomini, unito a erbe della macchia mediterranea.
Un bianco intrigante dunque, per il quale vi do sempre il solito consiglio: fatene incetta adesso e iniziatelo a bere tra tre o quattro anni minimo. Vi troverete grandi bottiglie a disposizione con un investimento davvero alla portata di tutti.
Ah, perfetto anche sul risotto fave e Carmasciano, sempre di Casa del Nonno.
La sala degustazione con vista sul vigneto
Sede a Montefalcione, via Stazione
Tel. 0825.977135, fax 0825.977784
Sito: http://www.donnachiara.it
Enologo: Angelo Valentino
Bottiglie prodotte: 50.000
Ettari di proprietà: 10
Vitigni: aglianico, fiano, greco
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