Trovarsi in un club di grandi appassionati e stupire con un Fiano. Alt, non un Fiano qualunque perché parliamo di una magnum 2008 di Colli di Lapio-Clelia Romano. Invitato ad una bevuta notturna al Line Wine Bar nel cuore di Salerno con la regola di portare una bottiglia. Sapete cosa penso, bianchi come il Fiano di Avellino possono competere sui tempi lunghi con qualsiasi bianco al mondo. E in effetti il risultato è stato pazzesco, anche dopo una bella batteria di grandi Champagne, tra cui Selosse. Non solo abbiamo aperto questo vino in uno stato perfetto, giovane e pimpante, e di questo manco ci stupiamo più, ma quello che ha colpito è la complessità olfattiva che veleggiava diretta verso gli idrocarburi passando per confetture, note di pasticceria. Al palato, sapido, lungo, ampio, freschissimo. Una vera e propria bomba, tanto più buono in quanto pensato solo in acciaio.
Scheda del 3 dicembre 2013. La settimana scorsa la scena delle iniziative vitivinicole non commerciali in Irpinia è stata dominata dalla verticale storica del Fiano di Clelia Romano organizzata con l’Ais Avellino alla quale ho partecipato insieme a Franco de Luca, responsabile didattica regionale.
Una serata magica, perfetta la messa a punto del pasdaran irpino Lello Tornatore, grande voce narrante di un territorio difficile nel quale le aziende sono oppresse da richieste di ogni tipo. Sala piena, emozione alle stelle, c’erano davvero tutti quelli che contano nel mondo del vino.
Clelia Romano e l’enologo Angelo Pizzi sono uno dei meravigliosi sodalizi campani fondati su rispetto ed educazione antica, di quelle che si interfaccia ancora con il voi anche nei momenti di litigio, della passione misurata per il guadagno e della pignoleria esagerata per la qualità.
Curiosamente, la scena è stata dominata dalle annate pari, l’ultima dispari che ricordiamo davvero grande è la 1999 anche se la 2001 per la sua compiutezza ha registrato una evoluzione davvero interessante. Personalmente ho apprezzato molto la 2008 e la 2010 e ritengo la 2012 foriera di interessanti prospettive anche se ancora in fase di riequilibrio.
Quello che mi piace di questo vino è il bilanciamento tra freschezza e frutta in una cornice amarognola finale molto interessante. Insomma, avessi dovuto continuare la serata solo con un’ammata, avrei portato in questo momento la 2008: grande struttura, bellissima acidità, un vino davvero completo in ogni suo aspetto ormai prossimo a quell’equilibrio magico in cui tutte le componenti iniziando a fondersi prima di evolvere come materia unica.
Un bianco che ha necessità di piatti importanti, lo avrei condiviso davvero con passione sul civet di lepre di Vito Mollica, excecutive chef al Palagio del Four Season di Firenze. Ma non si può avere tutto, è necessaria la misura nelle cose, come ci insegnano Angelo Pizzi e Clelia Romano.
Sede a Lapio. Via Arianello Tel. 0825.982184 www.collidilapio.it Ettari: sei di proprietà Enologo: Angelo Pizzi Vitigni: aglianico, fiano Bottiglie prodotte: 50mila circa
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