Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista: 5/5. Naso: 25/26. Palato: 25/26. Non Omologazione: 32/35
Una bottiglia che, si evince dal tappo consumato, pensata per vivere una stagione. E che invece stappata dopo sei anni ci ha regalato una buona soddisfazione. All’inizio, per la verità, siamo stati spiazzati da un naso dominato dalle note dolci di pasticceria, una piega sovente assunta dai Fiano invecchiati.
Poi man mano che è passato il tempo, diciamo anche una mezza giornata, domina la buccia di arancio con rimandi di confettura di albicocca. Insomma, l’avete compreso, dopo qualche anno il Fiano rivela la sua nota gentile, diremmo femminile se non fosse politicamente poco convincente. Già, è in bocca? Qui la musica è abbastanza cambiata: in primo luogo per la freschezza appagante e dissetante, assolutamente viva e piacevole, poi perché man mano che il bianco si è ripreso, alle note di frutta dolce sono subentrate quelle più sapide e amare, quasi terrose, per una beva lunga e pulita.
Un bel Fiano, insomma, vecchio stile. Che, avesse avuto un tappo degno della sua uva, avremmo potuto aprire anche fra una decina di anni. Invece abbiano fatto bene a togliere quel pezzo di sughero caramellato e godere di una grande bevuta l’ultimo dell’anno.
Scheda del 4 gennaio 2007. I vini di Mario Struzziero, giovane viticoltore a Venticano di terza generazione, sono come i bei film in bianco e nero di una volta: non tradiscono le aspettative degli appassionati. Quando gli chiedevamo della 2005 sbuffava e scuoteva il capo, lui non fa parte di quella schiera di commercianti-produttori abituati sempre a parlare bene dell’ultima raccolta, ma di quei produttori-commercianti impegnati anzitutto in campagna, collaudati nel metodo e sicuri dunque dell’esito di un risultato che non deve essere necessariamente straordinario. E in effetti il suo 2005 base non passerà certo alla storia, ma è comunque un vino di buon rapporto tra la qualità e il prezzo avendo raggiunto, a poco più di un anno dalla vendemmia, una sua compiuta compostezza, con profumi abbastanza intensi e persistenti di fiori a cui subentrano note di miele millefiori e pera. In bocca la freschezza è il primo marcatore, sorprende piuttosto per una certa struttura abbastanza estranea ai suoi coetanei degli altri produttori, merito evidentemente dei vigneti molto ben disposti al sole. Lo abbiamo abbinato ad un crudo di tonno, scusate la banalità per citare un piatto che ha battuto il primato delle sottilette Kraft in diffusione, e ha retto molto bene non sfigurando peraltro nemmeno vicino ad un leone come il 2005 di Marsella. Lo consigliamo come aperitivo e primo vino di portata e gli prediciamo almeno ancora alcuni di anni di vita gagliarda.
Sede a Venticano, via Cadorna 214 Tel e fax 0825.965065
www.struzziero.it
Enologo: Mario Struzziero
Ettari: 14 di proprietà
Bottiglie prodotte: 350.000
Vitigni: aglianico, greco di Tufo, coda di volpe, fiano, falanghina.
Dai un'occhiata anche a:
- Fiano di Avellino 2005 docg, Colli di Lapio Clelia Romano
- Coda di Volpe 2022 Irpinia doc, Tenuta del Meriggio
- Aminea Winery a Castelvetere sul Calore in Irpinia
- Radici 1997 Taurasi docg, Mastroberardino
- Vini Tenuta del Meriggio – Nuove annate
- Rafilù 2019 Greco di Tufo Riserva, Bambinuto
- Cantina Borgo D’Angelo a Sant’Angelo all’Esca
- Vini Bambinuto – Nuove Annate