Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 25/30. Palato: 28/30. Non Omologazione: 32/35.
Ancora un vino della bella bevuta di qualche domenica fa a Casa del Nonno 13. Stavolta ci hanno pensato Rita e Ciro Picariello a rinfrescarci la memoria con una mini verticale 2007-2005 e 2004. La scheda ufficiale è del 2007, decisamente promettente per un’azienda che allora muoveva i suoi primi passi all’insegna della semplicità e della potenza del frutto.
A seguire, tre anni dopo, una verticale Picariello in occasione della presentazione di Slow Wine nella quale il resoconto della 2005 non appare brillante.
Ma il bello del vino è proprio nella possibilità di seguire l’evoluzione, vedere come uno che abbia fatto un liceo stentato brilla all’università o viceversa. Ed è proprio il 2005 a fare faville in questa bevuta nella qualeil bianco viene servito dopo due Taurasi, il Duca D’Aragona e un Etna Rosso.
L’esperienza maturata mi farebbe ormai servire i due grandi bianchi irpini anche dopo un Amarone e in effetti la potenza dell’uva ripulisce il palato con forza. Il naso sicuramente non ha complessità, esprime frutta bianca piacevole, una leggera affumicatura e uno spunto mieloso in un corredo di timo, salvia e note balsamiche.
Invece è in bocca che si può segnalare il vero e proprio exploit, con una freschezza impressionante, unga, persistente, senza alcun cedimento ossidativo. Una gran bella bottiglia che ci fa godere di questo Fiano nel pieno della sua maturità e un solo pensieo fisso, il nostro chiodo: ad averne un centinaio di magnum e poterle aprire per sempre!.
Scheda del 21 maggio 2007. Tra i Grandi Vini delle Piccole Vigne, l’evento cult di Vitigno Italia, ho avuto l’opportunità di riassaggiare il 2005 di Ciro Picariello che avevo provato in vasca in azienda lo scorso anno. Rispetto a Marsella, perché questo è il riferimento territoriale, metodologico e culturale, sicuramente presenta una punta di complessità in meno, un naso immediato, scorrevole, molto semplice e comunicativo, ma l’evoluzione è stata impressionante in direzione della pulizia, della struttura e della stessa composizione del vino che adesso si presenta con molta autorevolezza, forte, senza fronzoli, deciso, con una lunga trama da svolgere nel corso degli anni. Quando si bevono questi vini, c’è davvero poco da fare, la naturalezza diventa la prima carta vincente capace di ammaliare e conquistare in modo definitivo solo chi ha molto bevuto nella sua esistenza. Picariello ha il dono della semplcità, vinificazione classica, un po’ di attesa in più rispetto agli altri che subito mettono in commercio il prodotto ancora zeppo di aromi di fermentazione e solforosa non diluita. Ora dobbiamo solo goderci gli anni che ci aspettano per vedere l’evoluzione di una annata che adesso inizia ad accennare un filo di maturità al palato. Impressionante la freschezza che imprime grande dinamicità in bocca portando il vino dall’ingresso sino alla fine in un solo lungo sorso, senza alcun fastidio. Da bere su piatti di mare ben strutturati e saporiti.
Sede a Capriglia Irpina, via San felice. Tel e fax 0825.702516, cellulare 347.8885625. Enologo: Ciro Picariello. Ettari di proprietà: 5. Bottiglie prodotte: 15.000. Vitigni: fiano, aglianico, piedirosso, sciascinoso.
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