di Enrico Malgi
Circa 40 le bottiglie di vino regionali, nazionali ed internazionali stappate, che hanno accompagnato tanto ottimo cibo e reso oltremodo felici e contenti gli innumerevoli invitati allo “svuotacantina”, che si è tenuto come al solito nella proprietà di Vallo della Lucania della famiglia Pignataro.
Nell’occasione ho selezionato alcune etichette, che mi hanno particolarmente colpito.
Ecco qui la prima bottiglia: Fiano di Avellino Docg Romano Clelia Colli di Lapio 2005. Il Fiano di Avellino è un bianco iconico, storico ed ormai famoso in tutta l’Italia e la minuscola azienda irpina che produce questo millesimo si è sempre distinta per l’elevata qualità di tutti i suoi vini. Questa annata di 19 anni fa è stata implementata appena due anni dopo la consacrazione della Docg, ricevuta insieme al Greco di Tufo e 10 anni dopo quella del Taurasi.
Fiano in purezza coltivato a 550 metri di altezza nella contrada Arianiello di Lapio. Maturazione in acciaio ed affinamento in vetro. Tasso alcolico di tredici gradi.
Che dire di un Fiano di Avellino datato come questo, che sfida impavidamente il tempo senza alcun timore reverenziale? Basta soltanto goderselo per quello che è realmente, lasciandosi coinvolgere dallo stupore e dall’emozione che si prova nel momento della degustazione. Intanto nel calice si appalesa una tonalità colorata di un giallo dorato ancora molto vivo e lucente. Il sontuoso e capillare bouquet mette subito in mostra fervidi e riconoscibili profumi di tanta buona roba, a cominciare naturalmente dalla percezione fruttata di pesca gialla, mela annurca, pera spadona, nocciola, susina, clementina ed ananas. In appresso il naso riesce a decifrare plurimi aromi di biancospino, ginestra, acacia, timo, salvia, zafferano e cannella. Sottofondo fumé. In bocca penetra un sorso estremamente avvolgente, complesso e quasi corposo come un rosso, ma anche scattante, balsamico, arrotondato, arioso, polposo, fibroso, equilibrato, morbido, sapido, mielato, affascinante, elegante ed aristocratico. Ancora sferzante la carica di acidità che rende questo vino generosamente fresco e godibile. Non penso che sia arrivato al capolinea, per cui è un millesimo questo da monitorare nei prossimi anni se lo si trova ancora in commercio. L’abbiamo tutti provato su tanti e variegati piatti ed è stato perfetto. Affondo finale decisamente persistente ed edonistico da parte di un vino straordinario.
Azienda Colli di Lapio Romano Clelia Contrada Arianiello, 47 – Lapio (Av)
Tel e Fax 0825 982184 – Cell. 348 7626010
Enologo: Angelo Pizzi
Ettari vitati di proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: Aglianico, Fiano e Greco