Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Fin dall’esordio questo fiano, come del resto molti bianchi del 2005, non mi aveva convinto. Dopo le degustazioni di Bianchirpinia avevo riassaggiato nei mesi successivi, con più calma, questa bottiglia senza riuscire a trarne, però, migliori indicazioni a riguardo. Avevo, comunque, atteso ancora un po’ prima di scrivere questa scheda dal momento che il produttore continua ad essere uno dei miei riferimenti e, fino ad oggi, ci ha regalato alcune interpretazioni memorabili. Contrariamente, però, ad altri suoi illustri colleghi che hanno aspettato a lungo per offrirci prodotti di alto livello anche in un’annata così problematica (penso a Raffaele Troisi di Vadiaperti ed Antoine Gaita di Villa Diamante, ad esempio) Clelia Romano ha deciso per una versione minore. L’assaggio dell’altra sera conferma, in ogni caso, l’affidabilità del produttore. Il naso sembra, addirittura, cresciuto sensibilmente mentre è al palato dove si continuano a cogliere tutti i suoi limiti. Il colore è, ancora, un giallo paglierino con riflessi verdolini di giovanile baldanza. Lo spettro olfattivo è quello tipico da Fiano di montagna, sottile ed elegante, con le sue noti minerali e sentori delicati di erbe aromatiche e fiori di campo. Al palato entra deciso ed a centro bocca offre il meglio di se potendo esibire finanche una certa sostanza e presa sapida. E’ solo dopo la deglutizione che il tutto si ferma lasciando posto ad un nota, anch’essa abbastanza classica, di nocciola che svanisce un po’ troppo velocemente. Un vino che pur non potendolo definire affatto maturo confonde quanto a prospettiva evolutiva, se possibile, futura. Cercheremo di riprovarlo, se ci verrà data occasione, ancora una volta più avanti. Su calamari alla genovese.
Questa scheda è di Fabio Cimmino
Sede a Lapio. Contrada Arianello, 47. Tel. 0825 982184 e 982191, fax 0825.982184. Enologo: Angelo Pizzi. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 26.000. Vitigni: fiano di Avellino.
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