Uva: fiano
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio
La cantina circondata dal vigneto è ormai completata. Era il maggio 2006 quando venimmo qui la prima volta e segnalammo questo Fiano di Ciro Picariello nella rubrica del Mattino. Ci convinse subito il fatto che, proprio come Marsella, anche lui aveva deciso di uscire dopo un anno dalla vendemmia e fu così che vedemmo per la prima il 2004, ottenuto da uve di Summonte, a differenza dei successivi in cui sono entrate anche le uve di Montefredane.
Successivamente il 2004 ha fatto numerose volte capolino in diverse verticali, per esempio quella di fine gennaio 2010 tenuta dopo la presentazione del progetto Slow Wine ad Avellino. Una verticale di Fiano Picariello che diede molte soddisfazioni proprio perché si dimostrò la potenza della frutta.
C’era allora la vecchia etichetta che poi sarebbe stata sostituita. A ben vedere devo ancora capire perchè ad Avellino le piccole aziende si affannano a cambiare etichette in continuazione. Non c’è niente che dia maggiore continuità nell’essere fedele alla immagine scelta nei primi momenti anche quando appare un po’ retrò.
Non è con l’immagine che si prendono i premi, ma con il contenuto della bottiglia, almeno così dovrebbe essere. E per Ciro i riconoscimenti sono arrivati soprattutto per la grande potenza della sua frutta che dimostra soprattutto come il Fiano, anche quando è trattato senza protocolli complicati, in alcuni areali, tra cui quello di Summonte, davvero è già in grado di essere molto competitivo.
Certo, non ci azzarderemo a dire che Picariello è il miglior bianchista d’Europa anche perché non è stato nostro testimone di nozze, ma che il suo Fiano sia tra i migliori bianchi d’Italia ci sentiamo di sottoscriverlo.
Il 2004 a dieci anni ha sicuramente raggiunto il nadir. Ci chiediamo cosa sarebbe satta la frutta di quella vendemmia se fosse stata con un collaudato protocollo verificato nel tempo come capita aglio Chardonnay francesi, ma questa enorme potenza, espressa atraverso la freschezza, l’agrumato di cedro candito, le note di miele e di balsamico, il corpo e la precisione palatale con la chiusura precisa lunga e infinita.
Lo proviamo come piace a me: seduti a tavola con delle tagliatelle ai funghi di Summonte. Regge il piatto di Rita alla grande. E’ però un vino di emozione, decisamente oltre le piacevoli sensazioni di cui si gode, quasi da bere assoluto, più potente della 2006 confermando la nostra predilezione per questa annata. Un bianco artigiano, forse irripetibile, che in parte ritroviamo nella selezione 906.
Sede a Summonte. Località Acqua della Foresta,via Marroni Tel.0825.702516 www.ciropicariello.com Ettari: 7 di proprietà. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigno: fiano. Prezzo: 8,5 franco cantina
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