Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: non disponibile
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 27/30. Non Omologazione 33/35
Il tempo ti accarezza i capelli, sei di fronte al fascino del Vesuvio, visto dalla Cantinella e Gianni Piezzo è uno dei miei spacciatori di bianchi invecchiati. Lo sa, lo so. Questa bottiglia ballava da tempo e faccio il baratto ben volentieri: a te un Taurasi che mi si restituisce tra una decina d’anni, a me adesso questo Fiano di cui abbiamo parlato qualche mese fa.
Non è colpa mia se sono così padrone del tempo, mi viene naturale: mi piace aspettare la maturazione delle cose e degli uomini, la maratona, il lungo corteggiamento. Sarà per questo motivo che sono sempre più fuori tempo, sempre più attuale.
Il Fiano, si sa, è il mio bianco preferito: dai quattro, cinque anni in poi si inizia ad esprimere in modo sensazionale, è davvero l’inizio di una trascendenza in cui il piacere dei sensi dal palato si trasferisce direttamente nella mente di chi beve.
Il punto è quello straordinario equilibrio in cui la frutta resiste, non smagrisce, direi precisamente evolve, serba una spinta acida sempre elastica ed efficace, poi con il naso si torna ad una dolcezza naturale della frutta dopo il terribile stress della spremitura, della fermentazione, dell’imbottigliamento, della solforosa.
Una dolcezza non stucchevole, quella che ammaliava Titiro, l’essenza passionale del vino. E in questo corredo in cui l’allungo, oltre che dalla freschezza, è dato dalle note tostate, dal principio fumé, ci si perde poi con il naso.
Un Fiano non pensato per vivere lungo, ma immortale.
L’annata, con il tempo, sembra essere più vocata ai bianchi che ai rossi su queste colline nere dove è impossibile tracciare linee rette. Non so se mi è dispiaciuto poterlo bere, voleva i nuovi piatti ben strutturati di Agostino Iacobucci, certo avrebbe avuto ancora vita lunga.
E girava attorno al Breg 1998 di Gravner saltellando instancabile come faceva Cassius Clay con gli avversari a cui lasciava il centro del ring. Bersagli immobili.
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Bottiglie prodotte: 2.500.000
Ettari: 140 di proprietà e 60 in conduzione
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, coda di volpe, greco di Tufo, falanghina
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