di Raffaele Mosca
Chi legge regolarmente queste pagine sa bene il Greco di Tufo è uno dei più grandi bianchi italiano da invecchiamento: forse surclassato solo dal conterraneo Fiano, che ancora più refrattario all’ossidazione. Ma se di Fiano con un po’ di anni sulle spalle cominciano a vedersene di più in giro, le “late release” di Greco sono ancora una rarità al di fuori dei soliti 3-4 nomi.
Con Feudi Studi il gigante dell’enologia irpina ha cominciato a portare avanti un lavoro ambizioso sul fronte dell’invecchiamento dei bianchi. Lo dimostra questa bottiglia, pescata dalla carta dei vini nettamente migliorata rispetto alla visita di qualche anno fa dell’Osteria La Quercia di Roma. Il Laura 2015 ha un colore paglierino intatto e abbina classica freschezza citrina a toni mielati, balsamici e di frutta secca che fanno un po’ Cote de Beaune; ancora sottile la parte idrocarburica, a rimarcare che si trova solo all’inizio del suo percorso evolutivo.
Lo pensavamo pronto per sposare funghi porcini e carni bianche e, invece, si è dimostrato molto più adatto alle crocchette di baccalà con il suo effetto sgrassante, legato a uno sprint acido-sapido arrembante che ha la meglio sul frutto e sui ritorni terziari. E’ incredibilmente giovanile: forse più dei rossi di quest’annata indubbiamente positiva, ma un po’ calda. Notevole adesso, ma non raggiungerà il picco prima di 4-5 anni.
Dai un'occhiata anche a:
- Vigna Cicogna Greco di Tufo docg 2022, Benito Ferrara
- Opera Mia 2008 Taurasi docg, Tenuta Cavalier Pepe
- Coda di Volpe 2022 Irpinia doc, Tenuta del Meriggio
- Cantina Sanpaolo – Claudio Quarta Vignaiolo a Torrioni
- Contrada Marotta 2009 Greco di Tufo docg
- Fiano di Avellino 2005 docg, Colli di Lapio Clelia Romano
- Cantina Trodella a Lapio
- Invecchiati Igp. Colle dei Cerri 2008 Fiano di Avellino docg. Di Meo