Feudi 2011 Etna Rosso doc Girolamo Russo

Pubblicato in: in Sicilia

Il lato più interessante delle enoserate invernali trascorse tra amici, è piacere della sorpresa. Un elegante siciliano. Etna rosso doc Feudo 2011.  Lungo il versante nord est dell’Etna, a Castiglione di Sicilia, località di Passopisciaro, piccolo centro a quota 645 metri., Giuseppe Russo, pianista e dottore in lettere, produce il suo Nerello Mascalese. Quindici ettari (di proprietà) per tre contrade. Suona come il titolo d’ un film, ma la realtà, alle volte, è la sceneggiatrice più spiazzante. Dietro le quinte, un diploma al conservatorio e una laurea in lettere. Ma si sa, il vino ha il potere di incantare anche chi una strada (in questo caso due) la possiede già. Nuovo amore, nuova vita. Dal 2004 al comando dell’azienda di famiglia e a partire dall’annata 2005  Giuseppe imbottiglia Etna rosso in tre versioni. Una denominazione fatta di contrade, versanti e tipicità territoriali che evidenziano il sentimento e la tradizione d’un terroir strepitoso. I suoi vigneti, sono dislocati in tre contrade. Molti di essi, ad alberello, sfiorano quasi il secolo d’età.

La contrada San Lorenzo ospita la parte più grande dei vigneti (8 ettari) ed è a circa ottocento.  Seguono i 6 ettari della contrada Feudo a  700 . Non minor, Feudo di mezzo. Solo un ettaro, sempre a  700 metri. Le escursioni termiche sostenute, le altitudini di rilievo, e la decisione di aderire al biologico rendono questo vino una piccola chicca del sud. E’ tempo di assaggiarlo. L’impatto cromatico riporta al color dei grani del melograno non ancora maturi.  Poco concentrato, dal fondo percettibile. Un lento cedere di profumi e sensazioni. Il primo incontro con l’olfatto lo prospetta complesso. Note ferrose, ematiche. Il frutto si concentra in una fragola fine e delicata. E’ evocativo d’un terroir con i suoi
refoli scuri. Curiosa scavo nel suo tessuto e..arriva il tamarindo, la castagna bollita. Si fa rincorrere e cerco di tenere il passo. Cedo e assaggio ancora. Sapido, fresco dal tannino delicato che accompagna il sorso non prendendo mai il sopravvento. Bella l’acidità, mai fuori posto. Lungo. Piena corrispondenza gustolfattiva in grado di valorizzare ogni singolo sentore. Gli assaggi a seguire sono un’esperienza di piacere.

Ciò che riconosco in questo calice è la capacità della mano produttiva di aver saputo coniugare, qualità e godibilità, eleganza e potenza. La vinificazione si svolge in acciaio, la maturazione è in barrique e tonneau per 18 mesi. La volontà del produttore lo vuole non filtrato. Fuor di dubbio che è il territorio a firmare il vino, ma il produttore ne disegna il bozzetto. Un rapporto osmotico quello che ciascun vitigno ha e deve avere con il territorio, ed in questo caso Girolamo Russo è riuscito a rappresentare quanto di prezioso regala questa terra: potenza ed eleganza. Dal colore scuro delle colate, dai sentori forti e ruggenti che l’Etna sa lasciare in eredità, Giuseppe Russo è riuscito, da enologo e produttore, a  proporre un calice che è un interessante connubio tra qualità e godibilità. Un vino in estrema sintonia con la sua terra. Profondo e di stile. Una interessante interpretazione del Nerello Mascalese, meno old style più di stile. Nonostante la grande dinamicità della terra, questo calice offre un’esperienza sensoriale di piacevolezza. Un pianista sull’Etna.. melodie di Nerello Mascalese.
Questa scheda è di Teresa Mincione


Girolamo Russo
Via Regina Margherita, 78
Passopisciaro ( CT )


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