1 dicembre 2001
Viaggio a Tufo. In cerca del Greco, il bianco campano di cui si stanno studiando le potenzialità, versatile e adatto a tutte le occasioni della tavola. Non solo cioé, come comunemente si crede e maldestramente si suggerisce nei ristoranti, alla cucina a base di pesce Cominciamo subito dalla spettacolare cantina in pietra di Di Marzio, la casa storica molto amata dagli avellinesi (è a via Gaetano Di Marzio, 17. Telefono 0825 998022) da sempre specializzata su questo vitigno proposto in ottimo rapporto tra qualità e prezzo. E proseguiamo con il Vigna Cicogna 2000 dell’azienda Benito Ferrara (Frazione San Paolo, telefono 0825 998194) che ha sfiorato il massimo riconoscimento sulla guida dei sommeliers: appena 25mila bottiglie da incorniciare ricavate da tre ettari di vigna, tutta a Greco di Tufo. Spesso le sorprese più gradite, proprio perché meno scontate, vengono dalle piccole aziende su cui raramente si accendono i riflettori della stampa specializzata. In questo caso gli enologi Attilio Pagli e Paolo Caciorgna hanno tirato fuori un bianco ben strutturato, potente e molto profumato. Da Tufo a Salza Irpina il salto è breve: qui lavorano i fratelli Erminia e Roberto Di Meo (Contrada Coccovoni, telefono 0825 981419). Questa ex casina di caccia del ’700 dei principi Caracciolo è farcita con una bottaia di tutto rispetto, dalla cantina escono 90mila bottiglie di Greco che lascia in bocca la mandorla. Finiamo con l’azienda Marianna di Ciriaco Coscia (via Filande, Avellino. Telefono 0825 627252) dove l’enologo Raffaele Panarella propone un bianco con i classici sentori di nocciola tipici dell’Irpinia. Quattro letture di un vitigno proposto da aziende che contribuiscono a fare grande. Quattro idee di qualità per affrontare il lungo ponte dell’Immacolata.