Fattoria Sardi: un’azienda toscana che punta tutto sul rosato

Pubblicato in: I vini da non perdere
Fattoria Sardi

di Raffaele Mosca

Il nome della zona, Valfreddana, la dice già lunga: siamo alle porte di Lucca, non lontano dalla costa, ma la presenza di due fiumi fa si che il fazzoletto di terra abbia un clima molto più fresco rispetto alle zone circostanti. La terra è pianeggiante e il suolo ricco di sabbia e di limo. Basta dare un’occhiata fugace ai vigneti per capire che hanno pochissimo a che fare sia con quelli collinari delle zone chiave dell’entroterra che con Bolgheri e dintorni. Hanno sempre prodotto vino bianco e rosso, ma, pian piano, chi l’azienda la conduce ha capito che il punto di equilibrio stava nella terza via. “ Fino a dieci  anni fa, concentrarsi sui rosati in Toscana sembrava una follia” ci spiega  Walter Santini, responsabile hospitality e social media di Fattoria Sardi. I suoi datori di lavoro, Matteo Giustiniani e Mina Samouti, siano stati dei pionieri in una tipologia che non gode ancora di una posizione consolidata in Italia, ma va prendendo progressivamente piede.

Giustiniani e Samouti hanno studiato a Bordeaux, dove, con tutta probabilità, sono venuti a contatto con chi in Francia ha fatto fortuna concentrandosi solo su questa tipologia. Da lì la decisione, al momento del ritorno in patria, di stravolgere un po’ tutto, trasformando un’azienda storica che faceva già tanto vino – ma principalmente sfuso – nella realtà in regione che punta con più convinzione sul rosato, dedicandogli non meno del 60% della produzione. Una strada intrapresa di pari di passo con la conversione delle vigne al biologico e poi al biodinamico, sull’onda lunga di sperimentazioni simili portate avanti da tutto il gruppo di Lucca Biodinamica. Il lavoro in cantina segue lo stesso imprinting: fermentazioni spontanee, tanto cemento, filtrazioni e stabilizzazioni ridotte al minimo, poca solforosa, a dimostrare che il rosato non è necessariamente un vino tecnico che necessità di manipolazioni per evitare di essere troppo fragile. E’ così solo se lo si produce senza i crismi, utilizzando l’uva di risulta.

Le etichette in rosa sono due: la più importante è Primavere. Da uve Sangiovese e Syrah con una punta di Vermentino, cambia numero con le stagioni che passano, in maniera non diversa da alcuni Champagne. L’edizione attualmente in commercio è 13 Primavere 2023: godibilissima anche in una giornata d’autunno, quasi a dispetto del nome; passata l’estate, mantiene intatto il colore chiarissimo e comincia a tirar fuori qualche sfumatura idrocarburica che rende più accattivante il naso. La bocca è essenziale, energica, con tanto sale che solletica la lingua e sembra quasi evocare la relativa vicinanza del mare. Più vicino al bianco che al rosso per snellezza ed essenzialità, lo degustiamo di fianco al Vermentino aziendale, Sottovilla 2023, e troviamo diverse assonanze. Sono entrambe facili, ma non ruffiani: da sbicchierare all’aperitivo o con il pesce senza incorrere nel rischio di annoiarsi.

Poi c’è Le Cicale 2023, tirato in appena 3.000 bottiglie ma già inserito tra i vini eccellenti di 100 Best Rosè 2024. Il sangiovese viene rimpiazzato dal Syrah; rimane la goccia Vermentino. Il risultato, in ogni caso, è completamente diverso: il passaggio in legno dà spessore e cremosità; la classica fragolina s’intreccia con toni di cannella, pepe rosa e una parte mentolata. L’impronta salina è la stessa, ma c’è molta più polpa e anche un pizzico di tannino che può aiutare nell’accoppiata con cibi più ricchi.

Da qualche tempo è possibile testare i due vini appena citati direttamente in loco con la cucina di Damiano Donati, resident chef della locanda aperta tutti i giorni d’estate, nel weekend d’inverno. Non è il classico ristoro agrituristico alla buona , ma un luogo dove la materia prima della tenuta o del suo circondario viene declinata in chiave sottilmente gourmet, con una veranda che affaccia sulla natura, uno chef’s table per i gastrofighetti, percorsi degustazione a partire da una quarantina di euro a persona.

 

Scheda del 15 giugno 2020

Fattoria Sardi “La vie en rose”

di Monica Bianciardi

In una vallata piena di luce a pochi passi da Lucca tra i fiumi Serchio ed il Fiume Freddana si trova la Fattoria Sardi. I sottosuoli di questa zona sono ricchi di limo e sabbia di riporto fluviale. La vicinanza con i corsi d’acqua mitiga il clima altrimenti influenzato dalla vicinanza con le Alpi Apuane, inoltre venti marini filtrano attraverso i corridoi insinuandosi tra le colline che la separano dalla vicina  Versilia, favorendo le condizioni ideali per la viticoltura che qui si pratica da oltre due secoli. La proprietà dei Conti Sardi in antichità era coltivata con alberi da frutto e diversi prodotti della terra, ma già dai tempi produceva vino principalmente rosso, così com’era tradizione in quasi tutta la provincia, si ottenevano vini adeguati al consumo giornaliero che venivano venduti sfusi. Riccamente diffuso di vitigni autoctoni, Sangiovese in primis, altri vitigni erano stati importati fin dalle epoche più antiche dalla Francia. Questi ultimi  negli anni hanno sviluppato una connessione con il territorio andando di fatto a costituire un insieme variegato del patrimonio ampelografico della zona. Nel 2002 la gestione della tenuta tenuta passa ai nipoti della Contessa Maria Adelaide Sardi.

Matteo Giustiniani, fiorentino di nascita, fin da bambino soleva passare le estati nella tenuta della nonna, quando eredita la tenuta ne intuisce il potenziale non ancora ben espresso e legato più alle tradizioni che a scelte ponderate. Decide quindi di studiare enologia per dare una svolta ai vini che qui erano prodotti.  Prosegue dopo la laurea gli studi a Bordeaux e qui incontra Mina Samuti, di origine greca, anche lei enologa. Un grande amore ed una  passione condivisa per l’enologia iniziata per entrambi nelle prestigiose tenute di Bordeaux. Due anime affini, che in pochi anni ha portato nuova linfa ed idee innovative nella storica cantina della Lucchesia. Matteo e Mina nel  2012  dopo varie esperienze di lavoro in Francia decidono di venire  in Italia per gestire insieme la  cantina di famiglia ereditata da Matteo.

Un progetto ed un compito d’amore che si realizza attraverso la concretizzazione di riuscire a dare un nuovo volto ai vini della tenuta. Una scelta coraggiosa quella di fare dei vini rosè dall’alto profilo qualitativo in una zona che a parte rare e pregevoli eccezioni è quasi totalmente dedito alla produzione di vini rossi; una predilezione nata da un’attenta osservazione dalle  caratteristiche del luogo e dallo studio dei vitigni preesistenti. L’estensione della tenuta è di circa 45 ettari, dispone di circa 16 ettari  vitati con una agricoltura mista tra biologico e biodinamico incentrata nel mantenimento di un equilibrio salubre del territorio. Vendemmie manuali,  cura dei vigneti ed estrema attenzione nelle fasi di vinificazione. I vini prodotti hanno caratteristiche di purezza del frutto e pulizia senza sconti ma dotati di un legame negli aromi di fondo che rimandano al territorio.

In cantina le vinificazioni avvengono con lieviti indigeni in vasche di cemento ed acciaio, per alcune tipologie  sono previsti anche brevi passaggi in legni di varie dimensioni. La produzione oltre ai rosè comprende una gamma di vini bianchi e rossi tipici del terroir di Lucca in più si sommano variabili dove si lascia spazio alla sperimentazione.

Tasting Notes 

Pet-Nat 2019 vino frizzante, rifermentato in bottiglia dai richiami freschi adatto a situazioni conviviali ed informali.

Una sorpresa il rosso da Sangiovese Valle Buia 2019 prodotto senza uso di solfiti profumato immediato e verace, dalla facile beva.

Vermentino 2019 ricco di note tropicali e grassezza di palato a cui manca un pò di lunghezza ma che comunque riesce a elargire piacevolezza.

Nei rosati vince la formula del blend con una percentuale maggioritaria di Sangiovese  arricchita e bilanciata da una piccola percentuale di vitigni a bacca bianca che ne accentuano  grassezza e morbidezza, dal 2019 anche un  5% di Syrah di un nuovo impianto. 

Fattoria Sardi Rosè 2019 Igt  80% Sangiovese, 15 % Vermentino  5% di Syrah.

Rosato di superba energia fitto di profumi floreali, erbe spontanee, pepe rosa piccante, agrumi gialli. Sorso con entrata in cui le morbidezze iniziali si distendono in allungo affilato e fresco addolcito dalla succosità dell’agrume.

Fattoria Sardi Le Cicale 2018 Sangiovese e una piccola parte di uve bianche

Rosa tenue, buccia di cipolla. Luminoso e consistente, ha profumi la cui personalità  si manifesta attraverso erbe spontanee in cui spuntano golosi richiami burrosi, frutta a polpa gialla, frutti rossi di corbezzolo, fiori rosa, ed una moltitudine di  lamponi e agrumi. Fresco, ricco di morbidezza, la cui struttura si avverte nella pienezza senza arrivare  all’opulenza ben bilanciata da sapidità e nerbo acido, chiusura lunga e vellutata.

Fattoria Sardi Le Cicale 2019 (campione di botte )

Annata che offre motivi di grande persuasione data da grandissima luminosità e profumi dati molteplici  freschezze, menta, agrume giallo e rosa, tantissime erbe aromatiche bacche di rovo. In bocca tensione, ineffabile vitalità data da un insieme dalla grande personalità infusa nel nitore agrumato, finale aperto e vivido, ricco di seduzioni.


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