di Marco Bellentani
In principio fu Veronelli. Celebre fu, infatti, la scena in cui il grande Luigi si inginocchiò, per la prima ed unica volta nella sua vita, di fronte ad un bicchiere di passito di Pòllera annata 1997 casualmente assaggiato al Bancarel’vino del 2002, come egli stesso ha raccontato; “ Ho fatto assaggi attorniato come la madonna pellegrina e ho capito l’affetto che mi portano i contadini.
Trionfo dei vitigni autoctoni. Negli anni a venire, avremo bottiglie autorevoli di gran fama a base di pòllera, durella, bracciola, salvatichella… altri ancora. Al banco dell’azienda agricola di Francesco Ruschi Noceti (tuttoggi titolare, ndr), pontremolese, mi sono inginocchiato – quasi fossi il principe Andrej Tchelistcheff – di fronte al bicchiere del Passito di Pòllera 1997. Una creatura aristocratica che assomma in sé lo spirito dei luoghi, la nobiltà della storia e la fatica vignaiola.”
Basterebbe questo atto d’amore a descrivere la produzione di Fattoria Ruschi Noceti, piccola azienda situata vicino a Pontremoli (Ms), nella bellissima landa della Lunigiana, sulle montagne che separano Toscana, Emilia e Liguria. Fattoria che ci invita a sottolineare non solo i propri pregi, ma anche l’enorme lavoro di recupero biologico, scientifico e storico di Francesco, persona dalle movenze nobili, gentile, affabile e con un ironia discreta e amarognola, tipica della gente di questa zona. Il suo lavoro e di Giancarlo Scalabrelli (Università di Pisa), ha permesso di individuare ben 188 varietà di vitigni, di cui 25 autoctone prontamente messe a dimora nel Parco della Villa Pavesi Ruschi, affinché la comunità scientifica potesse studiarne le variazioni in purezza e dare vita ad esperimenti di micro-vinificazione.
Detta di questa seconda implicazione a livello culturale, Fattoria Ruschi Noceti si estende per 5 ettari vitati su rocce vive e argilla, in grado di donare ad una produzione quasi interamente incentrata sui vitigni autoctoni, potenza, acidità, magia. Durella e Pollera (bacca bianca il primo, rosso il secondo) sono due vitigni che oggi chiameremmo “piwi”, a resistenza naturale, vista la loro secolare presenza in zona. La Durella, sbocciata in era pre-filossera fu difesa da Maria Luigia di Parma (inizi 800) ed è un magnifico esempio di autoctono da dove nascono il Quasi Otto, l’8 ottobre (perché sovente vendemmiato in quella data) e il nuovo nato, il Superotto.
Se Quasi Otto fu un prodotto della piovosa annata 2014, che qui ci donò un vino di gradazione inferiore, splendidamente acido e corposo, l’8 Ottobre è stato sempre il cavallo di battaglia di Francesco: aureo, sontuoso, materico con le sue 48 ore di macerazione a freddo, spesso sui 14 gradi con una morbidezza e una serie di sentori tipici della zona. Un vino che amerete alla follia: unico, rappresentativo. In questa visita, e già disponibile sul mercato, Francesco ci offre il Superotto, figlio di un’annata straordinaria da queste parti, la 2018. Un’edizione speciale dell’8 Ottobre che tocca i 15 gradi. Un assaggio en primeur che ci ha resi orgogliosi e che, in qualche modo, allarga gli orizzonti della Durella: acidità ancor più rimarcata, persistenza lunghissima, morbidezza , corpo. Un bianco che pare un rosso che ci ha fatto inginocchiare proprio come fece il maestro Veronelli.
A seguire la Pollera, da cui nascono due vini, La Costa (Igt Val di Magra) che vede piccola percentuale di altre bacche, di facile beva e a tutto pasto e il sontuoso Pollera, in purezza appunto, normalmente prodotta in 5000 bottiglie, e da sempre decantata in acciaio 50% legno e 50% acciaio per 18 mesi. Fruttato, piacevole, di grande freschezza e potenza: un altro vino più unico che raro. Sempre in anteprima per queste pagine è la Pollera Millesimato 2018, 16 gradi di purezza lunigiana, con un residuo zuccherino importante che lo rende da meditazione.
Sta per nascere anche la Pollera Chinata, in cantina troviamo anche il Passito di Pollera (di cui le parole di Veronelli ci sembrano sufficienti!): e mentre si visitano vigne, vecchi casolari, mulini, corsi d’acqua – tra splendidi tralci in forma anche in un’annata così siccitosa – si perpetua la sensazione di solcare un luogo storico, da riscoprire, perché troppo accantonato dai media in recenti anni. Con bianchi che sarebbe bello assaggiare alla cieca contro importanti francesi, e rossi di spessore, Fattoria Ruschi Noceti rappresenta un patrimonio per l’amante del vino, in cui trovare una bevuta differente, sempre importante, ma anche per la sua terra, la Lunigiana, di cui tramanda usi, vitigni e splendidi paesaggi, insieme ad uno dei più importanti bianchi toscani per eccellenza e a rossi a dir poco emozionanti. Inginocchiamoci.
Prezzi: Quasi Otto 9 euro, Otto Ottobre 12, Superotto 22, Pollera 12, Pollera Millesimato 2018 22 euro
Fattoria Ruschi Noceti
Piazza della Repubblica 1 – 54027 Pontremoli (MS)
Tel. +39.0187.832.466 Mob. +39.335.308.499
Email info@fattoriaruschinoceti.com
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