Fatalone Primitivo Riserva Gioia del Colle Doc: la verticale 2008-2000 a Radici del Sud

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Enrico Malgi

L’Azienda Agricola Pasquale Petrera di Gioia del Colle, che è intervenuta a Radici del Sud a Carovigno nei giorni scorsi, è un’ennesima e storica realtà dell’enologia pugliese. Ha proposto poi all’attenzione dei giudici nazionali ed internazionali una verticale del suo vino top: il Fatalone Doc Gioia del Colle Riserva, con Primitivo in purezza.

Azienda storica accennavo prima, perché, a parte l’anzianità di servizio, è stata la prima maison ad imbottigliare il Primitivo di Gioia del Colle in purezza nel 1987 e che si è resa promotrice poi della creazione del Consorzio di Tutela dei vini Doc di Gioia del Colle, che attualmente può contare su oltre trenta soci, vale a dire la quasi la totalità dei produttori del territorio gioiese. Qui, ad un’altezza di 365 metri s.l.m., si pratica un’agricoltura senza irrigazione, biologica ed ecosostenibile nel pieno rispetto della natura, sfruttando una fonte rinnovabile alimentata da energia solare. La filosofia aziendale porta a considerare la vite “…al pari di un essere umano, cui diamo tutto quanto di meglio potremmo desiderare per noi, con attenzione, cure costanti ed amorevoli, in un sano e confortevole ambiente. Il vino poi, che rispecchia la terra e gli uomini di questo areale, riposa nelle botti in un locale insonorizzato e tranquillo a temperatura controllata e circondato da musicoterapia…”.

Otto i millesimi, tutti contrassegnati da pari alcolicità di 15 gradi C e che hanno sostato per quindici mesi in acciaio, dodici mesi in legno grande e tre mesi in bottiglia, presentati nell’occasione dal giovane Pasquale, coadiuvato dal padre Filippo, che ha saputo magnificamente destreggiarsi nel rispondere a tono alle domande di fila poste soprattutto dagli interessati e competenti giudici stranieri:

Vendemmia 2008 – Il bicchiere si tinge di rosso rubineggiante, con spiccati lampi luminosi ai bordi. I profumi sono prorompenti ed insinuanti, tanto che il naso respira a pieni polmoni eleganti e piccoli frutti rossi, tabacco mentolato, balsamo e raffinata speziatura orientale. In bocca il sorso è straripante, con i suoi voluminosi tannini ancora crudi. L’alcolicità, pur essendo nella norma della tipologia, riscalda il cavo orale come il biberon di un lattante. Per fortuna subito si fa avanti l’ottima spinta acida e così, dopo la sensazione di caldo, arriva una freschezza pervasiva. Il vino è decisamente sapido, affascinantemente minerale, prosperosamente speziato e morbidamente fruttato. Il finale è espansivo, elegante e coinvolgente.

Vendemmia 2007 – Sempre un bel cromatismo rubino, con spicchi soleggiati ai lati. Il naso è subito in pieno fermento, si dimena da ogni lato e non sa da dove cominciare. E così provo a dargli una mano. Ecco qua: la senti la frutta rossa matura come la ciliegia e la prugna? La sostanziosa florealità della viola? La dosata parvenza speziata della noce moscata, del pepe nero e dei chiodi di garofano? Dice di sì, allargando le narici a dismisura. Bene! E la bocca cosa dice?  Vuole qualche suggerimento? Non, non ce n’è bisogno, preferisce fare tutto da sé e afferma che il vino è armonico, persistente, calibratamente pimpante, fresco, intrigante, vellutato, equilibrato, speziato e dotato di una fitta trama tannica che soltanto apparentemente allappa la bocca, ma poi si scioglie subito come burro in un tegame. Finale lungo. E brava la bocca!

Vendemmia 2006 – Il colore nel bicchiere è già assestato, bello pieno, ombroso e luccicante sull’unghia. Al naso il vino si apre ben deciso con profumi inebrianti e infinitamente fruttati di bosco. Molta materia prima odorosamente elevata e di ottima qualità si espande tra le pieghe percettive. In bocca il sorso dà sicurezza e conforto e va ad occupare tutti gli anfratti disponibili. Il vino si dimostra pregevole, maturo, goloso, con un’acidità di fondo che si avverte piacevolmente e respinge, come un soldato in trincea, l’attacco che gli viene portato dalla ferrea trama tannica. In rivista passano poi gli altri soldati, che rispondono all’appello del sergente: struttura, complessità, freschezza, intensità, persistenza, mineralità e gradevolezza espansiva. Al tavolo degli esperti si leva a questo punto un cicaleccio unanime: è un gran bel vino, forse il migliore della batteria. E bravi i militi che hanno conquistato le medaglie!

Vendemmia 2005 – Il colore comincia ad imbronciarsi di brutto come una giornata cupa e piovigginosa. Per fortuna i lampi in cielo rischiarano parzialmente le estremità. La tavolozza aromatica è persistentemente godibile. Richiama con passione profumi vegetali, fruttati e floreali di varie specie. E poi sentori di tabacco conciato, di boisè, di goudron, di balsamo, di mentolo, di spezie e di caucciù. La bocca si distende larga e accogliente. E così il sorso entra pervicacemente, profondamente e voluminosamente ed invade tutto il cavo orale. Si percepiscono sapori espansivi di ciliegia, di prugna, di verve minerale e di vaniglia, che si uniscono ad un piglio acido-tannico equilibratamente perfetto. Allungo finale accattivante e persistente.

Vendemmia 2004 – Colore già baroleggiantemente aranciato. Il naso è composito ed attraente, con effluvi di liquirizia, di cassis, di grafite, di tabacco, di macchia mediterranea e di frutta a go-go. L’impatto in bocca è caratteristicamente caldo e sapido. Il sorso passa poi in rassegna tutti gli spazi boccali e così si possono percepire i tannini già abbastantemente risolti, l’armonia della frutta boscosa, la ricchezza della polposa estrazione, l’eleganza della beva, la gradevole freschezza, come alito di primavera, l’austerità composta, l’aristocratica silhouette, l’evoluzione dei sapori e la vivace progressione terminale che, come uno sprinter di razza, allunga sul rettilineo finale.

Vendemmia 2003 – L’età avanza, ma il colore è ancora vivo e palpitante. Naso slanciato e fruttato. Il bouquet è permeato di sensazioni ciliegiose, di cacao di cannella e di macchia mediterranea. In bocca il vino è leggermente sfuggente, ma subito si riprende alla grande sfoggiando dapprima un perfetto aplomb e poi esibisce potenza, struttura, armonia, freschezza, eleganza, finezza, toni ben tostati e una morbida e flessuosa tannicità che pervade tutto il palato. Lo sviluppo finale è succoso, tonico, persistente e con un sottofondo ammandorlato che chiude la godibile beva.

Vendemmia 2001 – Anche qui il cromatismo sterza verso un colore più aranciato, ma ancora lucente. I profumi che salgono al naso sono eleganti e pervasivi ed espongono subito piccoli frutti di bosco, che esplodono prepotentemente, donando così un voluttuoso piacere alle narici. Sono accompagnati da sentori di amarene, di liquirizia, di carrube e da flash speziati. La bocca è balsamica, sapida, alcolica al punto giusto, frescamente minerale, resinosa, conturbante, accattivante, tannicamente suadente, con tocchi vegetali di rosmarino. La chiusura è lunga, godibile e sempre supportata da una striscia ammandorlata lievemente amarognola.

Vendemmia 2000 – Il Primitivo di Gioia del Colle può durare più di dieci anni? Ebbene, la risposta ce la fornisce proprio quest’annata vecchia di tredici anni. Il vino, infatti, è ancora nel pieno del suo vigore. Il colore è scuro, ma con un’affascinante unghia granata. Gli odori sono variegati, giovanilmente intriganti, con un timbro mentolato, speziato, fruttato e con un effetto goudron. In bocca il vino sfodera ritmo e progressione come una sinfonia di Ludwig Van Beethoven, carnosità, tracce minerali, eleganza, balsamicità, equilibrio, con il giusto grip di acidità e una preziosa morbidezza. Il frutto è maturo e gustoso, ma non marmellatoso. Si vede che il legno è stato usato con perfetto dosaggio. Il finale è decisamente lungo, pervasivo e tipicamente ammandorlato.

Gli assaggiatori sono rimasti affascinati da quest’ultimo millesimo tanto da votarlo come miglior vino della stupenda serata, insieme con l’annata 2006. Quest’ultima, che è stata presentata proprio in concorso a Radici, ha occupato il primo posto nella tipologia del Primitivo votata da parte della giuria internazionale. Costo medio di una bottiglia sui 15,00 euro. Prosit!

 

Azienda Agricola Pasquale Petrera

Sede a Gioia del Colle (BA) – Contrada Spinomarino, 291 – Tel e Fax: 080 3448037 – info@fatalone.itwww.fatalone.it – Enologi: Carmine Arena e Benedetto Lorusso – Ettari vitati di proprietà: 8,5 – Bottiglie prodotte: 45.000 – Vitigni: Primitivo e Greco bianco.

 


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