AZIENDA AGRICOLA PASQUALE PETRERA
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 15 a 18 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 25/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 31/35
In principio era Gioia del Colle e solo successivamente è venuta Manduria. La storia del Primitivo, il più importante vitigno pugliese a bacca rossa e probabilmente di tutto il Meridione, comincia proprio nella cittadina della Murgia barese tanto cara a Federico II di Svevia, il quale nel 1230 fece risistemare qui un imponente maniero d’epoca bizantina, dandogli la forma quadrangolare tipica dei castelli federiciani di tutto il sud Italia (solo in Puglia se ne contano ben sei) e che ancora adesso è possibile ammirare in tutto il suo splendore. In questo territorio, abitato fin dall’antichità dal popolo italico dei Peuceti, la viticoltura era fiorente già dall’VIII secolo a.C. per le sue particolari condizioni pedoclimatiche. Non stupisce più di tanto, quindi, se notizie certe ci dicono che alla fine del ‘700 il sacerdote primicerio (capo di confraternita) Filippo Francesco Indellicati selezionò un vitigno a maturazione precoce che chiamò “Primativo” e che piantò in una contrada presso Gioia del Colle. Solo un secolo dopo, alla fine del 1800, il vitigno fu introdotto in provincia di Taranto, ma la primogenitura spetta comunque alla cittadina barese. Rispetto al clone coltivato nel Tarantino e in parte nel Brindisino, il Primitivo di Gioia del Colle detiene una superficie vitata molto limitata: intorno ai 250 ettari, distribuiti tra circa 30 piccoli produttori. Altre differenze riguardano il terreno, che qui è prettamente di natura calcareo-argilloso, con roccia carsica ricca di minerali; la maggiore escursione termica tra il giorno e la notte per via dell’altitudine; e la maturazione e la vendemmia delle uve leggermente ritardata.
L’azienda agricola Pasquale Petrera di Orfino Rosa di Gioia del Colle è una piccola cantina a conduzione familiare situata sulla sommità di una collina a 365 metri s.l.m., a metà strada tra l’Adriatico e lo Ionio. Alla fine del XVIII secolo Nicola Petrera è stato il capostipite ed il fondatore di quest’azienda ed uno dei primi vignaioli a coltivare il Primitivo. Il marchio aziendale è denominato “Fatalone” e si riferisce a Filippo Petrera (quarta generazione), perché si dice che fosse un impenitente “Don Giovanni”. Vissuto fino all’età di 98 anni, amante dei piaceri della vita e capace addirittura di bersi mezzo litro di Primitivo a colazione ogni mattina, insieme con mezzo litro di latte appena munto! Fatalone è stata la prima maison ad imbottigliare nel 1987 il Gioia del Colle Doc Primitivo in purezza e la promotrice nel 2000, insieme ad altri tre produttori locali, della creazione del Consorzio di Tutela dei vini doc Gioia del Colle che oggi può vantare più di trenta soci.
Pratica un’agricoltura senza irrigazione, biologica ed ecosostenibile nel pieno rispetto della natura, sfruttando una fonte rinnovabile alimentata da energia solare. Ed i vigneti sono posizionati tutti intorno alla masseria, così da poter trasportare le uve raccolte subito in cantina per preservarne la freschezza. Nel 2003 è stata realizzata la nuova cantina direttamente scavata nella roccia. Nel 2007, giusto a distanza di vent’anni dalla nascita della prima bottiglia di Primitivo, è stata organizzata la prima storica verticale del Fatalone Riserva in dieci annate, dal 1994 al 2004. Ciò sta a sottolineare quanto sia longevo questo vitigno!
La bottiglia che ho preso in esame è quella del Fatalone Primitivo Riserva 2005, che ha subito una macerazione e una fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Il vino ha poi sostato nove mesi sempre in contenitori di acciaio, dodici mesi in botte di rovere di Slavonia di 750 litri, ulteriori sei mesi ancora in acciaio, per finire poi l’elevazione in bottiglia per tre mesi. La gradazione alcolica è di 15° C. Una curiosità: durante questo periodo il vino è contornato da un ambiente fresco, confortevole, insonorizzato e allietato da musica classica!
Il colore nel bicchiere è rosso scuro, impenetrabile, con sfumature granata. Il profumo è molto caratteristico e pervade il naso di frutta rossa matura, come le ciliegie, le more e le prugne. Lievi toni speziati, tostati e balsamici con tendenze mineralizzanti assalgono le narici, insieme ad echi di liquirizia. In bocca ha un ottimo grip di acidità, nonostante l’elevata alcolicità, con un tannino flessuoso, un’ottima finezza, eleganza gustativa e uno sviluppo succoso e fruttato. Un finale lungo, persistente, tonico e con un piacevole retrogusto ammandorlato chiude la godibile beva. Da provare su una beccaccia all’uva, un filetto di maiale al dragoncello, o un pecorino della Murgia stagionato. Prosit!
Enrico Malgi
Sede a Gioia del Colle (BA) – Contrada Spinomarino, 291 – Tel e Fax: 080 3448037 – info@fatalone.it – www.fatalone.it – Enologi: Carmine Arena e Benedetto Lorusso – Ettari vitati di proprietà: 8,5 – Bottiglie prodotte: 45.000 – Vitigni: Primitivo e Greco bianco.
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