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Quella che vogliamo raccontarvi è una fiaba, una fiaba vera però. E come tutte le fiabe che si rispettino, anche questa ha un lieto fine.
La storia ha inizio in Abruzzo, a Chieti, dove il 2 luglio 1950 nasce Pierluigi Zappacosta. Conseguita la maturità classica, Zappacosta decide di iscriversi alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma, presso la quale nel 1974 consegue la laurea in Ingegneria Elettronica. Facendo tesoro del lungimirante consiglio del Professor Ruberti – che di lì a qualche anno sarebbe diventato Ministro dell’Università – Zappacosta segue la moglie negli Stati Uniti e si iscrive al Master in Computer Sciences presso l’Università californiana di Stanford. Sono gli anni in cui un certo Steven Jobs avvia la Apple, e in cui decine e decine di imprese ad elevatissimo contenuto tecnologico cominciano a operare in quella che sarebbe divenuta la mitica Silicon Valley. Insieme ad altri soci, Zappacosta nel 1981 fonda la Logitech come azienda di consulenza software: abbastanza presto, però, la Logitech inizia a produrre e commercializzare il mouse, piccolo strumento innovativo destinato a diventare l’emblema stesso del computer. Il successo dell’azienda è esplosivo, e oggi la Logitech conta 4.000 dipendenti, dispone di stabilimenti in America, Svizzera, Cina e Taiwan e produce oltre al mouse svariate periferiche per personal computer.
Nel 1998, già ricco e famoso, Pierluigi Zappacosta intraprende insieme con la moglie una nuova avventura imprenditoriale, e fonda Digital Persona Inc., un’azienda dedicata alle soluzioni di biometria ottica per l’identificazione basata sulle impronte digitali. Diventa anche CEO di Sierra Sciences (azienda del Nevada specializzata nella biotecnologia e nanotecnologia anti-invecchiamento), nonché angel investor in svariate altre aziende a forte contenuto hi-tech.
Come tutti gli italiani che hanno fatto fortuna nel mondo, Zappacosta non dimentica però la propria terra d’origine. “Ci vengo un paio di volte all’anno – dice – e ogni volta che vado a Chieti dai miei genitori, da mio fratello, dai miei amici, è un sovrapporsi di sensazioni molto belle”. Così, attraverso il proprio fondo di investimento e con la partnership di un grande istituto bancario, nell’ottobre 2005 rileva dall’asta fallimentare il glorioso Pastificio Delverde di Fara San Martino in provincia di Chieti; a distanza di un anno, la Delverde può oggi annunciare il ritorno alla normalità, dopo un lungo e tribolato periodo di vicissitudini economiche e finanziarie culminate nella curatela giudiziaria.
Nato nel 1970, il Pastificio Delverde è situato all’interno del Parco Nazionale della Majella. Il suo nome richiama l’incontaminato fiume Verde, un corso d’acqua purissima che sgorga dal massiccio roccioso della Majella e attraversa il Pastificio stesso, fornendo una fondamentale materia prima per la produzione della pasta. Erede di un’antica tradizione abruzzese, che già alla fine dell’Ottocento poteva contare sull’attività di alcune decine di “pastai – maccaronari”, il Pastificio Delverde oggi produce, soprattutto e prima di tutto, pasta, in decine di formati (anche biologica e integrale, secca e fresca, all’uovo, ecc.); la sua gamma contiene però molti altri prodotti del territorio regionale, come gli oli extravergine di oliva, i pomodori e i sughi, le conserve vegetali, le farine e le semole.
Pietro Valdiserra