di Gennaro Miele
Non è insolito che da un colore possano nascere sfumature che in apparenza sono lontane dalla loro origine. Dai suoli vulcanici, striati di linee scure e chiare, nascono vini bianchi dai colori delicati e che nell’esame organolettico svelano l’affascinante asprezza di un territorio. Nella zona di Roccamonfina, antico vulcano spento del casertano, vi sono vigne d’uva a bacca bianca che rappresenta un trait d’union tra gli appassionati del vino: la Falanghina, mutevole e rappresentativa dei differenti suoli, capace di assumere veste ampia, nei colori e negli aromi, tanto da essercene sempre una che soddisfi le nostre aspettative.
Tra le realtà gestite dalla celebre azienda Villa Matilde Avallone, dei fratelli Maria Ida e Salvatore, vi è Tenuta San Castrese dove, in alcuni momenti, il tempo sembra essere in pausa dall’incessante correre di ogni giorno. Qui l’antico vitigno prende il nome di Sinuessa Roccamofina Falanghina IGP che nell’annata 2018 assume un colore giallo paglierino molto chiaro, al naso riesce ad esprimersi in modo ampio e variegato: fiori di gelsomino, scia minerale che ricorda la fresca brezza mattutina, il frutto è quello della prugna gialla e sottile si alza una nota balsamica che ricorda la mentuccia. Il sorso è agile, abbastanza strutturato, non eccessivamente caldo con un alcol misurato di 12,5% a renderlo piacevole e beverino, secco con buona freschezza, leggermente sapido, il frutto percepito è acidulo come polpa di mela e succoso come acino fresco colto direttamente dal grappolo. Coinvolgente nella sue piccole screziature come la cantante Tosca che nel brano Il Suono della Voce dice ‘’e non sai quanti nomi ho dato all’amore’’, anche alla Falanghina ne hanno dati, ma non tutti vengono rammentati. Buon Calice.
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Villa Matilde
S.S. Domitiana, 18
CAP 81030 Cellole (CE)
www.villamatilde.it
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