27 febbraio 2003
Astuzie della storia anche a tavola. L’Asprinio di Aversa, per decenni vino bandiera del territorio assolato e assetato di cui scrissero Soldati e Veronelli, non ha mai fatto grande il Casertano che oggi affida invece le sue fortune al caro vecchio Falerno, il bicchiere più amato dai romani e a vitigni autoctoni sconosciuti sino a tre anni fa, oggi sugli scudi delle guide e vezzeggiati dai critici, ossia il casavecchia e il pallagrello.
Di Asprinio parleremo in seguito. Quanto al Falerno abbiamo invece poco da aggiungere ai fiumi di parole sin qui versati da chi di dovere: l’esplosione di Villa Matilde (nella foto Tani e Maria Ida Avallone) a Cellole (tel. 0823.932088), il lungo lavoro di Michele Moio a Mondragone (0823.978017) e la new entry già benedetta dal papa Robert Parker Masseria Felicia a Sessa Aurunca (081. 736.2201) costituiscono una realtà consolidata, affidabile e da non perdere.
Il casavecchia e il pallagrello hanno affidato le loro sorti alla Vestini Campagnano (tel. 0823.862770) a Caiazzo, subito tallonata da Caputo a Teverola (tel. 081.5033955), Castello Ducale ad Amorosi (tel. 0824.972460) e dalla Cooperativa Casavecchia a Pontelatone (tel. 0823.876749) dove Michele Alois nella sua Fattoria Pontellegrino (tel. 0823.301382) si lascia aperta ogni strada: sì dunque al casavecchia ma spazio anche al cabernet sauvignon e chi vivrà berrà.
Ma è nell’Alto Casertano, sorvegliato dal Matese, che si lavora sodo e molto bene sulla tipicità: Riccardo Cotarella dopo il boom del Terra di Lavoro di Galardi a Sessa Aurunca (tel. 0823.925003) insiste e ben presto sentirete parlare dell’azienda Spada, tredici ettari in quel di Mignano Montelungo.
Ricordiamo soprattutto due realtà che ammiriamo umanamente e per i prodotti: Telaro a Galluccio (tel. 0823.925841) e Claudio Prattico a Rocca d’Evandro (tel.0823.925313), due autentici presidi della doc Galluccio, base aglianico, che lavorano lontano dai riflettori sensa ansie. Waiting Asprinio d’Aversa.