di Sara Marte
Vitigno Italia chiude in rosso! L’antico Falerno declinato nella sua annata 2005 ed il Tintore, in blend e in purezza, della costa d’Amalfi, si lasciano scoprire in una degustazione congiunta nell’emozionante cornice di Castel dell’Ovo nell’ultima serata di Vitigno Italia. Il percorso attraverso la storia ed i bicchieri è condotto da Maria Teresa Lanza, sommelier e Consigliere Nazionale FISAR, Luciano Pignataro e Monica Piscitelli, giornalista e blogger.
Sette i vini in degustazione tra i più rappresentativi dei territori d’appartenenza. Con il Falerno del Massico abbiamo la doppia anima del Falerno espressa in aglianico e primitivo.
Si comincia con il Falerno del Massico Etichetta Bronzo 2005 di Masseria Felicia. L’azienda, situata in Frazione Carano, Sessa Aurunca, proprio ai piedi del Monte Massico è attiva dal 1995. Maria Felicia Brini si occupa della cantina, coadiuvata dall’enologo Vincenzo Mercurio. La 2005, come ci spiega Maria Felica, non fu un’annata facile con caldi eccessivi ed un lavoro in cantina molto attento col legno. Composto per l’80% di Aglianico e 20% da piedirosso ha naso di spezie e lievi toni affumicati che lasciano poi spazio alla prugna matura e alla ciliegia. L’attacco al palato parla di un vino certamente interessante, di corpo, irrequieto e un po’ ruvido che è pronto però a trovare il suo equilibrio col tempo alleato.
Falerno del Massico Rosso Camarato 2005 di Villa Matilde: La cantina di Cellole è
certamente una delle aziende del territorio più conosciute. La fondazione risale agli anni ’70 ed oggi si occupano della cantina Maria Ida e Salvatore Avallone. L’enologo aziendale è Riccardo Cotarella assieme a Fabio Gennarelli. Il Camarato 2005 (Aglianico 80% piedirosso 20%) ha un buon equilibrio tra frutta e legno usato con mestieri. Ha sentori di gelso, noce moscata e foglie di tabacco e una lieve nota minerale. La bocca è sferzante, pulita e lunga. Certamente un bel vino longevo.
Dalla dominanza dell’aglianico passiamo al primitivo attraverso Gennaro Papa ed il suo Falerno del Massico Primitivo Campantuono 2005. L’azienda Papa è a Falciano del Massico ed il vino di Gennaro e Antonio Papa è seguito dall’enologo Maurilio Chioccia. Primitivo 100% ha, così come ci si aspetta dal vitigno, un naso maggiormente orientato verso la frutta che qui pare più matura e percezioni pseudocaloriche più marcate. Troviamo così le prugne e le visciole e ancora bacche di ginepro. Ha un sorso pieno e gustoso, giustamente sapido ed anche al palato esplode con la frutta per un vino “estroverso” così come lo definisce Luciano Pignataro. Molto piacevole ed equilibrato è fitto, caldo e abbastanza lungo.
Terminiamo con Regina Viarum ed il Falerno del Massico Primitivo Barone 2005. Anche l’azienda di Elda Maddalena e Pasquale Angelino si trova a Falciano del Massico. Aiutati dall’enologo Pietro Razzino, sono in fase di conversione a biologico. Pasquale Angelino ci spiega che, anche per loro, l’annata 2005 non è stata semplice e che certamente la 2006 ha qualcosa in più. E’ comunque un bicchiere di primitivo 100% dal naso verticale in cui spiccano la composta di frutta, ribes nero e un tono lievemente erbaceo. Il palato è abbastanza morbido con tannini pronti e composti e chiusura mediamente lunga.
Dal Falerno, con i suoi territori chiusi tra il tra il Monte Massico e il vulcano spento di Roccamonfina, culla di storia antica del vino, balziamo nella meravigliosa costa d’Amalfi. Siamo a Tramonti, con le sue vigne alte, le piante a piede franco, le pergole e gli stretti terrazzamenti per una viticoltura estrema.
La cantina Reale, in conversione a biologico, di Gaetano e Luigi Reale si avvale dell’enologo Fortunato Sebastiano. Il Borgo di Gete 2008, 100% tintore, da impianti tra i 90 e i 100 anni, è un vino di grande potenza olfattiva e gustativa. Complesso e gratificante al naso ha sentori ha succosi frutti di bosco, cacao e pepe nero, grafite. Il palato ha tannini sottili ed è verticale, dritto e fresco. Di corpo e di buona complessità è un bel bicchiere che termina lunghissimo.
Tenuta San Francesco nasce nel 2004. Quattro i soci, Gaetano e Generoso Bove, Chiara Di Palma e Luigi Giordano coadiuvati dall’enologo Carmine Valentino. Propongono il Costa D’Amalfi Tramonti 4Spine 2008. Non abbiamo in degustazione il tintore di Tramonti Prephilloxera E’ISS poiché, molto semplicemente, come ci spiega Gaetano Bove, nella confusione dei banchi d’assaggio è finito! Non fatichiamo a immaginare perché. Il nostro 4 Spine è frutto di un blend tra tintore, aglianico e piedirosso. Colore intenso e luminoso è un vino di carattere con un bel tannino presente ma mai smodato. Il naso ha toni speziati ben integrati nel complesso di un naso in cui fa capolino la frutta rossa polposa. Fresco è un bicchiere equilibrato, composto, lungo e longevo.
Nessuna chiusura migliore se non con Giuseppe Apicella. L’azienda fu la prima a imbottigliare a Tramonti e poi a determinare la sottozona. Oggi continuano la storica tradizione familiare anche i figli di Giuseppe, Fiorina e Prisco, quest’ultimo enologo. Abbiamo in degustazione il Costa D’Amalfi ‘A Scippata 2007, tintore e piedirosso. Il naso è eccezionale: note di frutta croccante, sentori balsamici, lievissime e ben digerite le spezie, humus. La bocca è verticale e sottile per una scia di freschezza e sguardo solido al futuro.
Si chiude così l’ottava edizione di Vitigno Italia che, nonostante la pioggia, ha ospitato folle di curiosi, esperti e appassionati . Tra l’acqua e il vino ha decisamente vinto il vino.
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