MOIO
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Ripeto quanto ebbi modo di scrivere per la Falanghina di Mustilli: tale e tante è l’esplosione di nuove aziende e di nuovi vini in Campania che spesso passiamo davanti agli scavi di Pompei dimenticandoci di visitarli. Un grande classico, grande ogni anno, grande come la mia passione per Michele Moio, uno dei monumenti alla viticoltura campana, è questo rosso base riesce sempre a sconvolgere gli appassionati. In questa conca di Mondragone il clima è molto simile all’assolata Puglia, il caldo afoso chiama il Primitivo e Michele segue il suo istinto nella vinificazione facendo vini che adesso molti chiamano moderni: frutta, alcol, struttura, in una parola la potenza del bicchiere che non aspetta troppo tempo per essere bevuto. Il Falerno nasce con una vena di decadenza stracotta che però viene inibita dalla grande freschezza in bocca, quella freschezza che poi lo regge per molti annni sullo stesso livello e senza alcun cedimento. Il 2005 di questo campione, u nriassaggio dopo anni di assenza, lo confesso, ha stupito per questo motivo, cioè per la forza con cui si esprime e la continuità con il passato. Non è un vino ruffiano, non cede alle mode, non ha passaggi cerebrali ma è diretto, contadino-vinificatore. Lo abbiamo bevuto rinfrancati sulla parmigiana di melanzane da Berardo Lombardi nel suo regno a Terre di Conca e ci siamo sciasciati, va benissimo sul bucatino con la ‘nduja: quando torno a questi vini ritrovo la memoria, torno indietro nel tempo, colgo l’essenza di alcune cose che ci sono vacuamente sfuggite nel corso degli ultimi anni. Il territorio si esprime quando l’uomo lo sa interpretare e coniugare con il suo impulso ad esprimersi. Io lo so, questo è il vino che beve Michele.
Sede a Mondragone. Viale Margherita, 6. Tel e fax 0823.978017. www.cantinemoio.it. Enologo: Michele e Luigi Moio. Ettari: 6 di proprietà e 5 in affitto. Vitigni: falanghina, primitivo.
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