di Tonia Credendino
“A priscis Romanis complures viae aedificate sunt, quae Romam cum aliis regionibus urbibusque coniugebant.
Harum omnium clarissima sine dubio via Appia fuit,quae “regina viarum” appellabatur et ab Appio Claudio censore quarto saeculo ante Christum natum nomen acceperat.
Iuxa Appiam multa clarissimorum viorum splendida sepulcra postia sunt.
Haec via Roma Capuam ducebat per Ariciam, Terracinam et Formiam,
sed multis post annis regina viarum deducta est Capua usque ad Beneventum.
Deinde,
secundo saeculo ante Christum natum,
usque Brundisium pervenit,
ubi erat clarus portus ad Orientem versus”.
Era la Regina Viarum, l’Appia, voluta dai Romani per collegare la città all’Oriente con scalo a Brindisi, un’opera magnifica lungo la quale gemmarono tanti centri floridi e importanti.
L’Appia, attraversava anche l’Ager Falernus, territorio della Campania Settentrionale compreso tra il fiume Volturno, il crinale del Monte Massico, la costa Tirrenica e il fiume Savone.
L’Ager Falernus, territorio sospeso tra mito e realtà, è una campagna singolare dove frutteti, vigneti, uliveti, campi di grano e boschi disegnano un paesaggio di rilevante interesse ambientale.
Ricordata come “l’antica Bordeaux” dell’epoca, luogo di produzione di un rosso tra i più apprezzati, preziosi e costosi dell’antichità, il Falerno. Nome che evoca una storia millenaria legata al più antico e famoso vino della Roma Imperiale, prodotto alle pendici del Monte Massico e proveniente dai torchi di Sinuessa.
Le origini sono avvolte nella leggenda raccontate da Silvio Italico: “Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno; commosso dalla sua generosità, fece nascere sulle pendici del Monte Massico viti lussureggianti”.
Plinio il Vecchio affermava che il Falernum vinum, presentava tre sottodenominazioni, il Caucinum prodotto in alta collina; Faustianum prodotto nella fascia pedocollinare e Falernum prodotto nei terreni di pianura, distinguendo, inoltre, i vini in ulteriori tre categorie a secondo della loro struttura, e in particolare: Austerum (forte), Dulce (dolce) e Tenue (leggero).
La forza, il colore, l’aroma e il sapore del vino, ancora oggi ricavabili dagli scritti antichi, soprattutto di Orazio, sono tutt’ora motivo di studi approfonditi.
Il richiamo diretto a questa storia è nel nome dell’azienda di Falciano del Massico, la Cantina Regina Viarum, in località “Barone”, a poche centinaia di metri dal centro abitato di Falciano del Massico – Caserta, dove la straordinaria posizione e il costante soleggiamento, danno vita a un terroir unico.
In visita pomeridiana per Slow wine con l’amico Valerio, ho potuto toccare con mano l’emozione, la cura, lo zelo per un territorio ereditato, ho avuto il privilegio di godere di un panorama mozzafiato salendo fin sopra la montagna attraverso l’oasi protetta.
Pasquale Angelino mi ha raccontato la storia dell’azienda e il tradizionale amore per la coltivazione della vite iniziato nei primi anni del 1900, per continuare e rafforzarsi intorno all’anno 1936, quando il capostipite della famiglia, Michele Maddalena, viticoltore a tempo pieno, coltivava i vigneti di famiglia con forte dedizione, tenacia e peculiare esperienza.
La Cantina nasce nel 1999, dall’unione delle famiglie Angelino e Maddalena, mi racconta- grazie a un’attività di ammodernamento delle strutture e di valorizzazione dei vigneti, portata avanti dall’attuale quarta generazione di produttori.
L’azienda ottiene, un prodotto di lodevole qualità denominato Primitivo, oggi riconosciuto con la Denominazione di Origine Controllata “Falerno del Massico”.
Azienda che si distingue per la scelta di essere monovitigni, che si esprime in vini che sorprendono per la capacità di conferire al bicchiere davvero tutta la passione nel lavoro e l’espressione del territorio.
Merito di tutto ciò, la dedizione totale di Pasquale ed Elda, con la quale ho avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere che con non poche difficoltà allevano il primitivo seguendo la via tracciata, facendo di esso un vanto, dando vita a vini intensi, ricchi di personalità.
L’azienda vinifica e commercializzai quattro etichette curando al massimo la selezione, la cernita, e la vinificazione delle uve di primitivo che in questa zona, mostra di essere un buon vino del Sud, solare e mediterraneo, con tanta buona frutta al naso, con buona potenza espressa da alcol e struttura, una maggiore corrispondenza fra olfatto e palato rispetto all’Aglianico che arriva a questo risultato sempre dopo qualche anno.
Barone Falerno del Massico Primitivo DOC, (premio corona vini buoni d’Italia 2010), ne è una conferma, al naso intrigante di bacche selvatiche, ciliegia nera, una certa eleganza al gusto con tannini smussati da pienezza e tenore alcolico, riflette una sapidità spontanea.
Le uve provengono dalla vigna in località omonima –Barone-, viti di oltre ottanta anni ereditate in un territorio che lentamente sta retrocedendo verso la rivalutazione delle piante da uva, oggi più redditizie rispetto alle soppiantate piante da frutto.
Zer05 Falerno del Massico Primitivo DOC, si presenta con una profondità fruttata al naso, battuto con insistenza da aromi di ciliegia e amarena, dal carattere grintoso per tannino che si fa largo tra cremosità di estratti e calore, alcol da non sottovalutare ben domato grazie alla sinergia tra la freschezza e la schietta sapidità. Il nerbo di freschezza resta integro fin sul finale e salvaguarda la beva, davvero gradevole sui cibi della tradizione.
Petali Rosato Primitivo IGT Roccamonfina, dotato di una forza espressiva capace di abbinare lo spettro floreale e fruttato a un incredibile trama minerale e fresca in bocca, in una sorgente di piacere e leggerezza. Pieno e vivace in bocca, l’olfatto nitido e pulito, rinfresca il palato con grande vena acida e misurata sapidità.
Lentum Passito Primitivo IGT Roccamonfina, sottolineo, da uve primitivo vocate all’appassimento per l’esuberanza fruttata, esercita un fascino irresistibile, seducono le note nitide di confettura di prugna secca, dolcezza appena arginata da acidità e sapidità.
I risultati di buon livello e particolare finezza ottenuti dimostrano quanto quest’azienda sia attentissima alla cura della vigna e all’esaltazione delle peculiarità del vitigno, grazie anche al lavoro dell’enologo Pietro Razzino.
L’Azienda, anche fattoria didattica, offre la possibilità ai visitatori piccoli e grandi di realizzare le caratteristiche della vigna grazie ad un neo nato vitigno didattico.
In fase di ristrutturazione aprirà a breve un punto vendita e degustazione e realizzerà un caveau per la conservazione delle annate più storiche.
Le lodi del vino Falerno, come migliore tra i vini italici, iniziano come già detto, in tempi lontani con Catullo, poi Orazio, Virgilio, Plinio e tanti a seguire. Facendo un bel balzo nei secoli, resta a noi oggi il compito di testimoniare il coraggio dei viticoltori di queste terre, con la speranza che presto o tardi il Falerno si riappropri degli allori attribuitigli in quel tempo lontano.
Sede a Falciano del Massico, via Vellaria Ia traversa.
Tel e fax 0823.931299.
www.reginaviarum.it
info@reginaviarum.it.
Ettari: 2 di proprietà.
Enologo: Pietro Razzino.
Bottiglie prodotte: 10.000.
Vitigni: primitivo.
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