Falanghina time, viene da dire in questi giorni. Poliedrica, versatile, immediata. Irresistibile. Dopo qualche anno di banane dobbiamo dire che sono almeno quattro, anche cinque, millesimi in cui domina il Campania Style: floreale e frutta bianca al naso, acidità marcata e sapidità al palato, chiusura amarognola che ripulisce. Persino la 2011, decisamente millesimo caldo e difficile per i bianchi italiani, ha nella Campania e nell’Etna benefiche eccezioni.
Dopo un decennio carico un po’ carico e macerato, tra i degustatori professionali ora va di moda il genera “acqua di fonte”, ossia bianchi capaci di grande bevibilità, magari neanche complessi. La Falanghina sembra rispondere bene a questo requisito: ve ne propongo dieci, da stappare qui, adesso. Su questo riccio di mare strappato al fondale roccioso o su quella pasta con le cipolle di Montoro, o magari da abbinare alla pasta e fagioli estiva, alla cucina marinara di crudi e scottati, sulla pizza bianca. Va bene anche sui tortellini con la panna e le pennette al salmone se state a un banchetto mafiosetto:-)
Falanghina 2010 Campi Flegrei doc Contrada Salandra
Silenzio, parla Agnesi. Il lavoro di Peppino Fortunato in vigna, la pazienza e l’attesa in cantina dove si lavora con Antonio Pesce, fanno di questo bianco un benchmark dell’area flegrea, ossia del territorio che parte dal comune di Napoli per spingersi verso Pozzuoli. Un impasto di lava, agrumi, reperti archeologici e cemento su cui soffia il mare. Anche stavolta è centrata in un equilibrio fantastico.
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Cruna DeLago 2010 Campi Flegrei doc La Sibilla
Da quando Vincenzo è entrato in cantina, Luigi è tornato nei campi e tra padre e figlio si è cretaa una intesa perfetta dentro la bottiglia. Una versione mai strillata, sempre più precisa e soprattutto priva di ansie da prestazione. Strepitosa
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Falanghina 2011 Campi Flegrei doc Grotta del Sole
Un benchmark dai numeri più significativi e definitivi. 180mila bottiglie sono una bella responsabilità e la cantina leader dell’areale risponde con grande precisione ogni anno.
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Morabianca 2011 Falanghina Irpinia doc Mastroberardino
Nella tenuta di Mirabella Eclano buona parte del vigneto è dedicato alla falanghina. Un vitigno adottato dagli irpini proprio sull’onda del successo di questi ultimi anni. Mastroberardino l’ha piantata e ancora una volta questo terroir benedetto da Dioniso regala forti emozioni
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Falanghina del Sannio doc 2011 Fontanavecchia
Eccoci alla Falanghina con la fascetta, l’unica che lega il vitigno al territorio. Seguo Libero da quando è dentro la cantina creata dal padre e vi assicuro che il tandem con Angelo Pizzi non è mai stato così efficace. Forse la migliore di sempre. Per me la prima del millesimo al momento.
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Falanghina del Sannio doc 2011 Fattoria La Rivolta
Altrettanto efficace, un po’ meno nervosa, la Falanghina del condomino taburneo Paolo Cotroneo. I suoi bianchi sono sempre convincenti e quest’anno per la prima volta preferisco questo alla Coda di Volpe.
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Falanghina del Sannio doc 2011 Nifo Sarrapochiello
Scendiamo a Ponte, sulla riva destra dove Lorenzo Nifo si esprime da sempre con grande immediatezza e semplicità. Enologo contadino, poco mediatico, molto legato al frutto. Da non perdere
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Vandari Falanghina del Sannio doc 2011 Antica Masseria Venditti
Uno stile mai strillato, un po’ più magra rispetto alle precedenti versioni, ma sempre precisa. Forse l’unica che non mi ricorda la cucina di mare per quel suo essere in equilibrio costante sin dalle prime battute.
Falanghina del Sannio doc 2011 Mustilli
Qui nacque e e qui resta l’idea di Falanghina immediata e seplice, dissetante, senza orpelli, diretta. Una bella esecuzione di Fortunato Sebastiano, l’enologo irpino che con i bianchi riesce ad esprimersi in maniere più rilassata ed efficace.
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Fois Falanghina del Sannio doc 2011 Cautiero
Spettacolare esecuzione di questo bianco capace di esprimere una meticolosa voglia di governare la vigna piegandola alle proprie convinzioni. Una osmosi tra Fulvio e le sue piante che si avverte sempre di più millesimo dopo millesimo.
That’s all, folk!
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