MASSERIA FRATTASI
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Maggio è pazzo
Serata fresca di venerdì. A piazza Bellini ballano la capoeira accanto alla balconata che dà sui poveri resti greci della città. Sono al punto poco valorizzati che è facile pensare, nel vederli, siano pietre di risulta dei lavori della metropolitana collinare.
Ho un’arsura terribile, di quelle che solo una Biancolella servita “a temperatura sconsigliabile,” potrebbe lenire. Mi piacerebbe fosse arrivato il caldo e di essere su una terrazza con vista su Forio.
Sarà per via del fatto che incontro i miei amici dell’isola verde che, stasera, penso a questo bianco, mentre alla bocca dello stomaco mi attanaglia una terribile voglia di coniglio.
Né l’uno né l’altro troverò “Al cortiletto” come lo chiama il mio amico. “Arteteca”, questo il vero nome del baretto, sorge dove storicamente si affaccia l’unico ristorante di cucina vegetariana della città e dove la libreria Eva Luna, altro tradizionale riferimento per appassionati della lettura ha creato un punto mescita di vino molto grazioso a vedersi.
Un rifugio bohemienne, con tanto di piante e candele che, di tanto in tanto, vede lo svolgimento delle performance della galleria Over foto.
Questa ennesima serata di maggio al limite del cattivo tempo, delude le aspettative degli indefessi celebratori del weekend: fa troppo fresco per sedere gradevolmente all’esterno. Ma questo giardino-cortile alle spalle di piazza Bellini, dalla quale passando ho tirato un’occhiata alla Stanza del Gusto, altro angolo di geniale “follia” partenopea, regala un’emozione rara: quella di non sentirsi a Napoli, di immaginare di essere in un angolo di Europa che potrebbe essere Parigi o Berlino.
Sediamo fuori e chiediamo, la mia amica Monica e io, agli uomini, di scegliere due vini per noi. Arriveranno serviti in due bei calici, un rosso e un bianco. Il rosso lo berrò alla svelta, per poter godermi un secondo calice del vino che è toccato in sorte a lei e che, solo a vederlo, mi ha fatto gola. Il naso di questo bianco dal colore dorato che nella luce fioca delle candele brilla di luce propria non è la Biancolella che sognavo, ma è forse il giusto conforto al desiderio inesaudito d’estate. Mi parla di frutta esotica, ben matura e polposa. Di pera e pesca, poi. E’ un vino esuberante ma non ruffiano e dà l’impressione di aver stoffa sotto.
Cos’è, cos’è?
E’ una Falangnina, so, ma non di battaglia come, confesso, farebbe pensare il locale poco “eno-impegnato”. Questo bicchiere non ricerca i soli effetti speciali, mostra però di essere stato concepito ad arte.
“Bravi!”, penserò, mentre me lo studio ignorandone provenienza e mente ideatrice.
Comunque sia, stasera, è proprio quello che mi ci vuole: un vino piuttosto opulento, un po’ sbilanciato sui toni dolci e sulla morbidezza ma che si fa bere perché ha una sua struttura del tutto definita e una freschezza “giusta”.
Mentre proseguo, tra una chiacchiera e una serie di piani di festa, confesso di rimanere un po’ rapita dalla sua sorprendente coerenza tra naso e bocca. Nessuna bugia, insomma. E’ pieno e gustoso. Una Falanghina con un “personalino” da gran bianco che può sicuramente invecchiare guadagnando in eleganza.
Caldo e lungo, con qualche ritorno vanigliato che mi fa pensare, erroneamente, insieme ad altri indizi, che potrebbe avere un lievissimo passaggio in legno, di quelli che, nei bianchi, donano quel tocco di sofisticato, se ben gestito, però.
No, non è il bianco di tutti i giorni, e non quello che razionalmente avrei scelto a causa di un certo indugiare su note mature di frutta e fiori gialli, ma stanotte è mio compagno di bevute ed è in splendida forma: accogliente, vellutato e deciso, sapido quel tanto da conferirgli carattere. Una bella esecuzione davvero.
Mi alzo e vado a dare un’occhiata alla bottiglia: 2008, una rosa dei venti sulla etichetta a sfondo nero. “Bene bene, Masseria Frattasi, hai fatto un bel lavoro! La tua Falanghina di Bonea* servita in luogo dove non pensavo di imbattermici ha sottolineato una serata piacevole”.
*Bonea è un casale di Montesarchio, sotto al Taburno e caratterizza il biotipo beneventano. I vigneti sono a 400 metri di quota ed allevati a tendone, a tennecchie, bracci legnosi abbarbicati a olmi, aceri e altri, sparse su seminativo con densità di 1500 piante per ettaro.
Sede a Montesarchio. Via Torre di Varoni, 15. Tel. 0824.834392. Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 60.000. Vitigni: falanghina, aglianico.
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- Vini Monserrato 1973 – Nuove Annate
- Meteira Vino Bianco Frizzante – Rossovermiglio
- Greco 2019 Sannio doc, La Fortezza
- Vigna Suprema 2017 Falanghina del Sannio doc, Aia dei Colombi
- Piedirosso 2019 Taburno Sannio doc Fattoria La Rivolta
- Vigna Cataratte 2005, Aglianico del Taburno doc, Fontanavecchia
- Falanghina e Fiano di Aia dei Colombi, confronto sul 2009
- Vini Fontanavecchia – Nuove annate