VIGNE SANNITE
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
L’ennesima dimostrazione della potenza della Falanghina la scorsa settimana nel corso di una serata a Palazzo Vialdo dove i diversi impasti di Gianfranco Iervolino si sono incrociati con ben otto annate di Falanghina di sette produttori. È stata una prova di quanto valga davvero questo vitigno se ben trattata e di quanto vantaggioso sia il rapporto tra qualità e prezzo di un bianco che quest’anno, nella interpretazione di Terer Stregate, ha ottunuto il primo posto della categoria per la guida del Gambero Rosso.
Tutte buone, fresche e pimpanti le diverse Falanghine, con acidità e salinità esasperate negli anni più recenti, buona l’evoluzione con il passare del tempo. Ci ha particolarmente colpito la 2011 di Vigne sannite, uan grande azienda che riunisce le uve di due distinte cooperative e che quindi può disporre di una massa critica sempre molto interessante. Un grande vantaggio quando si lavora su grandi numeri in annate difficili. E infatti qui troviamo Angelo Pizzi, uno dei padri nobili di questo vitigno che ormai lavora da oltre trent’anni e che lo ha sempre interpretato con semplicità ed efficacia, senza rinunciare alla spinta acida neppure negli anni in cui anche i pianchi dovevano essere morbidi e senza nerbo.
La 2011 ha dato una bella prova confermando l’annata positiva e soprattutto l’assoluta giovinezza a quattro anni dalla vendemmia. Al naso buona frutta matura, al palato tanta sapidità, buon corpo, nessuna dolcezza. Il sorso rinnova la voglia di riprovare grazie ad una chiusura lunga e precisa, assolutamente piacevole, che lascia la bocca fresca e tonica.
Un bianco di abbinamento, come spesso succede con questo vino, inutilmente pensato solo per la cucina di mare perché in realtà può affrontare piatti molto strutturati e ricchi, compresi quelli di carni bianche o di salse di carne a tendenza dolce come la classica genovese. Ottima, inutile aggiungerlo, sulle pizze. Non a caso la Falanghina ha come testimonial Gino Sorbillo.
Scheda 27 gennaio 2013. Il progetto ‘Vigne Sannite’ del Cecas (Centro cooperativo agroalimentare sannita) è alla sua settima vendemmia. Da due a dirigere il timone in cantina è Angelo Pizzi, che si è trovato ad affrontare un percorso che ricalca, a grandi linee, il suo primo impegno in terra sannita, quello alla Cantina del Taburno. Con la differenza sostanziale che Angelo è arrivato alla cooperativa che opera in territorio castelvenerese in un periodo non semplice per il mondo del vino. L’obiettivo, dunque, è quello di mettere a segno vini immediati, schietti, piacevoli. E soprattutto con un ottimo rapporto qualità-prezzo. E questa etichetta ‘Falanghina del Sannio Doc 2011’ segue proprio questa direzione. Come per gli altri bianchi della linea Doc aziendale Angelo cerca soprattutto di esprimere bottiglie che vanno spedite lungo il versante degli ampi abbinamenti a tavola. Un discorso impegnativo se si considera che si parte da uve che provengono da territori diversi, per natura dei terreni ma anche per condizioni meteo, visto che in cantina giungono uve che vanno dalla campagna castelvenerese fino a quella torrecusana di contrada Torrepalazzo.
In cantina, poi, la via da seguire è quella di centrare il giusto equilibrio tra la piacevolezza (data dal residuo dolce, avvertito al primo impatto in modo sostenuto) e la verve del vitigno (che segna soprattutto in acidità, che si fa largo a mano a mano). Una falanghina da bere, dunque, proprio per questo suo camminare a braccetto tra il volto dolce e quello della acidità. Senza poi dimenticare il grado alcolico tenuto ben al di sotto rispetto alle medie che caratterizzano altre produzioni sannite (si viaggia intorno ai 12,5°). Per questo suo bilanciamento è da abbinare su tanti primi piatti, come sulle linguine con calamaro, senza aggiunta di pomodoro (come nel nostro caso). Ma il calice si presta sicuramente bene anche su qualche risotto semplice, come il classico zucchine e gamberetti. Tutto questo ad un prezzo che supera di poco i 5 euro.
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede legale a Benevento, contrada Olivola . Tel. 0824.776090/776096, fax 0824.776435 – www.cecas.it – cecasbn@tin.it Sede cantina a Castelvenere, località Salelle. Telefono 0824.941494. Enologo: Angelo Pizzi. Ettari: nessuno, in cantina conferiscono le uve due cooperative di agricoltori. Vitigni: falanghina, coda di volpe, greco, agostinella, fiano, barbera del Sannio, piedirosso, aglianico, sangiovese.
Dai un'occhiata anche a:
- Addio a Etile Carpenè, il re del Prosecco e delle bollicine italiane
- Falerno del Massico Bianco Anthologia 2018 e 2020 Masseria Felicia
- Cru di Montagna di Abbazia di Novacella
- Le Colture: Prosecco di Valdobbiadene a Napoli
- Don Anselmo Aglianico del Vulture Doc 2005 Paternoster
- Edoardo Raspelli lascia la Stampa, si chiude un’epoca
- Viaggio nel tempo e negli spazi di Carpineto, Toscana
- VinoMilo2024 – Un parallelismo tra Erbaluce e Carricante