Davvero fantastica la Falanghina 2014 di Giuseppe Fortunato. La ordiniamo come primo vino dalla carta sempre più interessante di Palazzo Petrucci e ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un vino intrigante e complesso. Non solo note agrumate, ma anche fumè ed idrocarburi molto intensi. Al palato una buona bevibilità, ancora buone note di frutta e macchia mediterranea. Ma al di là dei descrittori di cui c’è esperienza ma non scienza, quello che ci preme sottolineare questa volta è l’incredibile livello che ha raggiunto la Falanghina di questo areale negli ultimi anni.
L’azienda è nel cuore dei Campi Flegrei, siamo nel comune di Pozzuoli, ed è centrata tutta sui due vitigni tipici del territorio, Piedirosso e Falanghina. Laureato in ingegneria, Giuseppe insieme alla moglie Sandra Castaldo ha fatto una scelta radicale: quella di vivere immerso nella natura di Licola e di Monteruscello, a Nord di Napoli. Chiuso il compasso nel cassetto, entrambi si sono dedicati all’apicultura biologica producendo miele, polline, cera d’api, pappa reale, propoli. Finiscono per questo motivo a Montalcino dove dalla metà degli anni ’90 si è organizzata la prima fiera del miele italiano e iniziano a girare in vigna nel momento d’oro della crescita del famoso areale toscano. Entrambi decidono dunque di riorganizzare i vigneti di famiglia, quelli piantati dal padre a Licola dove vive e quelli sui terreni della famiglia di Sandra a Monteruscello. A questi 2,5 ettari si aggiunge 1,5 ettari di un vecchio amico che aveva intenzione di spiantare le vigne.
Il risultato è quello di avere due vini, la Falanghina e il Piedirosso, ricchi di personalità e soprattutto longevi, a dispetto dei luoghi comuni che ne imponevano il consumo immediato. Sicuramente la 2014 è una Falanghina che riuscirà a regalare molte emozioni nei prossimi anni.
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