di Enrico Malgi
La storia racconta che i Tessali erano abituati nella loro terra d’origine, la
Tessaglia posizionata proprio al centro dell’attuale Grecia, ad allevare
arcaicamente la vite su alberelli molto bassi e così i grappoli d’uva lambivano
il terreno. Quando approdarono sul territorio flegreo intorno al 700 a.C, dove
già si erano stanziati gli Eubei (quelli della famosa “Coppa di Nestore”)
appena lasciata l’isola d’Ischia, vollero riprendere lo stesso sistema di
coltivazione.
Ma qui si accorsero a loro spese che il suolo umido faceva
marcire le uve a contatto col terreno e così cercarono una soluzione ottimale.
Pensarono allora di sollevare la vite da terra attraverso il sostegno di pali di
legno (phalangae). Ed il vino che si otteneva fu chiamato “Vinum Album
Phalanginum”, (Vino Bianco della Falange) cioè Falanghina, che d’allora in
poi è diventata la specie varietale autoctona più diffusa sul territorio flegreo e
successivamente nella stessa Campania, allevata ancora a piedefranco
perché la fillossera non sopravvive sul terreno di natura vulcanica.
Nel comune di Bacoli la famiglia Di Meo, proprietaria della Società Agricola
La Sibilla e depositaria di questa antica tradizione locale, coltiva su arditi
terrazzamenti collinari da più di cinque generazioni proprio la falanghina
insieme al piedirosso, altro storico vitigno autoctono, ed a piccole produzioni
di singolari specie autarchiche come la calabrese, la marsigliese, la livella, la
surecella, l’annarella e l’uva dell’isola.
Numerosi sono gli attestati ed i riconoscimenti ricevuti nell’arco degli anni
per le etichette proposte. In special modo quella di CRUna deLAGO
Falanghina Campi Flegrei Doc, sintomatica nel titolo che ricorda il lago
Miseno, che col millesimo 2014 ha conquistato la prima piazza assoluta
all’edizione 2016 di Radici del Sud, così come ha decretato la giuria dei
Buyers.
Fermentazione e maturazione in acciaio per sei mesi e poi affinamento in
vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale della bottiglia intorno ai
venti euro.
Nel bicchiere scruto un vivace e luminoso colore paglierino carico. Impatto
olfattivo subito coinvolgente ed attraente, connotato da odorose percezioni
che vanno a solleticare le narici e ricche di sensazioni minerali, sapide e
sulfuree, che rimembrano un frammento di roccia della Solfatara che va a
sciogliersi nelle placide acque flegree. Pregevoli poi le essenze fruttate di
pesca gialla e di susina ed i sussurri erbacei di salvia e di macchia
mediterranea. In bocca penetra un sorso freschissimo, suadente, elegante ed
agrumato. Equilibrio, armonia e morbidezza dettano poi un passo sicuro che
evolve in un finale godibile ed aggraziato. Da abbinare a piatti di pesce del
pescoso mare flegreo, carne bianca e verdure. Prosit!
Sede a Bacoli (Na) – Via Ottaviano Augusto, 19
Tel. 081 8688778 – Fax 081 8549561
info@sibillavini.it – www.sibillavini.it
Enologo: Vincenzo di Meo
Ettari vitati: 9 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: piedirosso, falanghina ed altre specie minori.
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