La Falanghina del Sannio è uno dei vini più sottovalutati sul piano commerciale. Per fortuna di noi consumatori che, con un po’ di conoscenza possiamo davvero fare affari d’oro girando in lungo e in largo dal Taburno a Sant’Agata dei Goti lungo le valle Telesina e la fondovalle Isclero. Con una solo attenzione: quello che risparmiate sul vino rischiate di versarlo agli autovelox piazzati da alcuni comuni che taglieggiano i passanti come avveniva nel Medioevo. La sicurezza non c’entra nulla, serve a riempire le casse svuotate dai tagli statali e dalle clientele locali.
Uno dei piccoli grandi artigiani della Falanghina del Sannio è sicuramente Lorenzo Nifo a Ponte, una dozzina di chilometri prima di Benevento. Siamo sulla riva destra del Calore e questo bianco è il risultato ormai di un rapporto collaudato di Nifo con la terra, coltivata secondo i canoni previsti dalla certificazione biologica.
La Falanghian di Lorenzo è una giusta mediazione tra chi ama vini un po’ più ricchi da uve ben maturate, ma non per questo destinati ad essere poltiglie dolci che durano sino a quando il bicchiere non si riscalda. Invece il caldo dell’alcol, i sentori di frutta maturi si riequilibrano perfettamente la spinta acida del vino che lascia salivare in abbondanza il palato e rinnova la voglia di bere. Un bianco dalla durata immensa, la 2012, ad esempio, ottima annata da queste parti, entra adesso nella sua fase adolescenziale. E stiamo parlando di una bottiglia che non dovrebbe superare i sette euro sullo scaffale di un’enoteca.
Come usare vini di questo genere? in due modi. O li dimenticate e tra una decina d’anni ne godrete la straordinaria evoluzione, oppure li spendente subito nei prossimi due anni su piatti succulenti e strutturati, come la genovese napoletana per esempio, che da sempre ama bianchi grassi e acidi come questa bella Falanghina. Provare per credere.
PONTE (BN)
Via Piana
Tel. 0824.876450
www.nifo.eu
Ettari: 16 di proprietà biologici
Bottiglie prodotte: 70mila
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