MUSTILLI
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Buone notizie anche dal Sannio. Ieri tra una degustazione a Castelvenere con Pasquale Carlo e il Galà del Vino organizzato nella splendida struttura del Musa a Benevento, forse il più bel museo della civiltà contadina del Sud, abbiamo attraversato numerosi bianchi 2007, rivisto i 2006, provati un paio di Piedirosso e qualche Aglianico del Taburno bello tosto. In finale, oltre 40 aziende, appena la metà della guida che stiamo preparando con Pasquale, segno anche qui di un profondo ampliamento della base produttiva di cui si sentiva il bisogno, arrivano enologi bravi come Angelo Valentino alle Cantine Tora, Mario Ercolino a Terre a Oriente e Fortunato Sebastiano da Mustilli, tanto per citare le new entry irpine su questo territorio che sinora aveva esportato enologi, come nel caso di Pizzi con Clelia Romano a Lapio. La scheda domenicale la dedichiamo ovviamente alla prima Falanghina imbottigliata ed etichettata della storia campana, quella che, nonostante il triplice cambio di mano nel corso dei decenni, è sostanzialmente rimasta sempre fedele a se stessa grazie al del terreno di Sant’Agata e alla essenzialità della sua esecuzione. Pensavo ieri a quante cose Leonardo Mustilli, presente come è sua sana abitudine a tutte le iniziative in cui è coinvolto il territorio sannita, è riuscito a fare: un cantina basata, la prima, sui vitigni autoctoni, ha dato dignitià alla Falanghina in una provincia in cui si faceva di tutto pensando solo ai numeri, ancora oggi impressionanti se pensiamo che fra Castelvenere, Telese a Faicchio si producono qualcosa come 12 milioni di bottiglie, ha creato e chiuso due livelli di filiera agrituristica, quella più esclusiva con le stanze a Palazzo Rainone e quella più popular con il wine bar dove si fa musica e un po’ di banchettistica, dato normativa con una doc ad hoc. In trent’anni Leonardo ha insomma creato una tradizione di alto livello. Una tradizione che adesso prosegue con Paola e Annachiara e che si rafforza con l’ingresso di Fortunato Sebastiano in cantina il cui compito principale è dedicarsi soprattutto ai rossi di lunga durata, una settore in cui Mustilli non è mai riscito a sfondare, essendo sostanzialmente cantina con anima bianchista con un pizzico di Piedirosso, vino di buona beva e immediato che vive un po come le farfalle, molto poco. Vedremo. Intanto questo sorso di Falanghina 2007, molto bene la conferma del tappo di vetro che trovo la soluzione più costosa ma al tempo stesso eccezionale per i bianchi campani, si presenta in grande spolvero, con un bello spetro aromatico di frutta, mela matura, floreale, erbe di campo, a cui subentra quel tocco di mineralità che la avvicina molto al terroir irpino. In bocca è croccante, fresca, strutturata, calda, di buona beva, un passo di maturazione in più rispetto alla 2006, annunziazione di un’annata che, come mi diceva lo stesso Leonardo, sicuramente è straordinaria, eccezionale, con la siccità e al tempo stesso con uva sana e pimpante grazie all’andamento climatico di settembre che ha rimesso le cose a posto. Ancora un grande classico, insomma, che si conferma un punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia approcciarsi a questo straordinario e generoso vitigno.
Sede a Sant’Agata dei Goti, via dei Fiori, 20. Tel. 0823.774433, fax 0823.717619 . info@mustilli.com. www.mustilli.com. Enologo: Fortunato Sebastiano. Ettari: 35. Bottiglie prodotte: 200.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, falanghina, greco, fiano
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