QUARTUM CANTINE DI CRISCIO FRANCESCO
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Mantenere la coltivazione della vite nei Campi Flegrei nell’ultimo secolo è stato un po’ come tenere una chiesa aperta in un paese islamico o costruire adesso una nuova moschea in Italia. Significa, insomma, fare qualcosa contro il senso comune, mantenere le piante senza dare spazio al cemento non è da tutti e non a caso vediamo come le aziende del territorio abbiamo tutte una lunga tradizione familiare alle spalle. Come nel caso della Cantina Di Criscio le cui origini risalgono alla trattoria del bisnonno Francesco e della moglie Carmela dove già agli inizi del ’900 si mangiava e si beveva. A quei tempi Quarto era un piccolo borghetto, la campagna più prossima alla città dove si coltivavano falanghina e piedirosso, una tradizione proseguita nel corso dei decenni nonostante l’avanzata del cemento. Da Francesco a Luigi, poi da Francesco a Francesca, Rosa e il cugino Nicola: l’ultima generazione, la quarta a Quartum, con un colpo di reni propone adesso con grande convinzione il rilancio della viticoltura familiare e di territorio, una delle tante storie positive del Mezzogiorno di questi anni, lo fa puntando esclusivamente sulla Falanghina in due versioni, la Campania igt e la Campi Flegrei doc. Quest’ultima, nel millesimo 2006, rappresenta quella tipicità richiesta per questa edizione del «Vino dei Blogger». Non parliamo certo di un bianco eccezionale o memorabile, ma di qualcosa di assolutamente tipico sì, cioé di un bicchiere dal varietale molto ben definito e riconoscibile, dall’aroma familiare, antico e moderno alle stesso modo in questo suo non imporsi a tutti i costi come sempre succede ultimamente e inutilmente con tanti vini. Proprio per la sua immediata bevibilità, adesso che i parametri si sono sostanzialmente ricomposti dopo un anno dalla vendemmia, la Falanghina è davvero pronta, somiglia molto ai bianchi di Ischia prodotti di fronte ai Campi Flegrei. Questi bianchi, è meglio ricordarlo, sono quelli possibili in estati calde come questa appena trascorsa, sono quelli da consumare nelle trattorie di mare quando si pranza magari a piedi scalzi sulla sabbia di Amalfi e Positano o sulle palafitte di Maria Grazia a Marina del Cantone, lo voglio come aperitivo e durante una festa tra amici, un bianco insomma che non impegna la testa e proprio per tale motivo disvela la sua classicità, l’esserci senza farsi notare, entrare negli oggetti di famiglia, qualcosa che hai sempre avuto bella sistemata da qualche parte. In questo caso nella memoria delle prime scorribande quando nella zona Grotta del Sole muoveva i primi timidi passi in direzione di una riqualificazione della produzione. Lo sforzo fatto dai fratelli Di Criscio è notevole, impossibile decifrarlo dalla leggerezza, e anche dalla timida struttura, del bicchiere. Ma è la testimonianza di come spesso sia più importante fare bene le cose semplici anziché scalare il cielo con altre inutili e complesse. Sull’insalata di polpi o calamari, la fritturina di paranza, i crudi del pescato del giorno senza spezie.
Sede a Quarto, via Giorgio de Falco, 17/A. Tel e fax 081.8765942. www.cantinedicriscio.it Enologo: Marco Salvatore Tiseo. Ettari: 2 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: falanghina.
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