FONTANAVECCHIA
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Sono ormai innumerevoli gli assaggi che confermano la propensione dei bianchi campani al buon invecchiamento, anche se questo è un termine che si dovrebbe usare dopo i sette, otto anni. Ma è talmente radicata l’idea tra i villici che invece debbano essere bevuti entro la vendemmia successiva che già trovarne qualcuno precedente sembra un miracolo.
La pressione del mercato è così forte sui bianchi da spingere i produttori a liberarsi dello stoccaggio, uno dei problemi principali che si devono affrontare quando si va incontro ad un discorso di selezione di annate.
Metti Libero Rillo: ha appena terminato l’ampliamento della sua cantina e già sta per partire con la costruzione della nuova proprio per poter rispondere a questa esigenza elementare che non riguarda solo i rossi. Proprio qui ci siamo ritrovati per un paio d’ore, tra le poche che personalmente ho avuto di respiro in questa estate di lavoro infernale e incalzante, per riprovare assaggi, osservare le bellissime vigne su questo versante di Torrecuso che vedono affiancati Fattoria La Rivolta, Libero, Torre Varano, veri e propri cavalloni di un mare di vigneti gestiti con sapienza antica e tecniche moderne. Abbiamo così visitato la sua Falanghina base 2008, lo spumante rosato metodo classico, Vigna Cataratte 1999, questo Facetus già schedato da Pasquale Carlo.
Lo abbiamo trovato in ottima forma annunciata dal colore giallo paglierino brillante, evoluto, con buoni sentori di frutta bianca al naso, poi agrumi e ancora macchia mediterranea. La beva è ben sostenuta dall’acidità che resta la componente fondamentale nella costruzione di questi vini, evitando l’appesantimento provocato dalla materia e soprattutto dall’alcol che da queste parti viaggia sempre e comunque sopra i 14 gradi.
Il caldo in effetti è pesante, ma in queste terre baricentriche rispetto ai due mari, il clima è secco e l’escursione termica viaggia pesante ogni giorno almeno sui dieci gradi tra minima e massima. In questo modo la frutta fa palestra e si mantiene tonica.
Sicuramente è un bianco importante, in cui prevalgono le note fini, il passaggio in legno è quasi impercettibile: ha molta vita davanti a se, ben abbinabile a tutti i piatti dell’alta ristorazione campana.
Devo dire che dopo molte pressioni mediatiche cresce il numero di produttori che iniziano a ragionare sul ritardo dei bianchi: il mercato c’è e soprattutto non c’è altra via per essere competitivi nell’immediato futuro anche perché altre regioni, penso soprattutto alle Marche, su questa impostazione stanno lavorando con molta serietà e strabilianti risultati e sapiamo come, dalle ricerche di mercato, è proprio il Verdichhio uno dei competitor più agguerriti della Falanghina.
Un vino da abbinamento, ma siccome per me il bianco è piacere, me lo bevo assoluto in un bicchiere ampio da rosso invecchiato.
Assaggio del 4 dicembre 2007.
Libero Rillo ha compreso bene che questa etichetta inizia a sprigionare il meglio di sé ad oltre un anno dalla vendemmia. Ce lo ha confermato chiaramente nelle suggestive sale dell’Hotel Excelsior Napoli che ospitavano l’evento ‘Whine&City – VitignoItalia in città’. E così l’annata 2005 di questa falanghina fermentata in legno inizia volutamente appena ora ad essere proposta. Una bella prova di forza, a sfidare un mercato che punta quasi sempre su bianchi d’annata e supportare la considerazione che questo vitigno si presta molto bene a percorsi enologici anche di notevole durata nel tempo. Del resto è da anni che in questa cantina all’ombra delle suggestive alture del Taburno Libero ed il papà Orazio, insieme ad Angelo Pizzi, seguono lungo questa direzione.
E ci torna in mente quella bella giornata domenicale dell’ultima edizione di ‘Cantine Aperte’, quando proprio il simpatico enologo accoglieva gli ospiti in cantina porgendo in assaggio una bottiglia allora anonima e poi conosciuta come proveniente da una scorta tenuta segreta di ‘Facetus 2001′. Un vino che abbiamo provato in diverse occasioni: ad ogni assaggio sempre nuove scoperte di profumi e sapori costantemente accompagnate dalle grandi sensazioni che solo un grande vino sa sprigionare.
Anche questa annata 2005 impressione come un bianco che nonostante i due anni dalla vendemmia è ancora in procinto di partire per un lungo percorso. Bella intensità di colore mentre al naso tanta bella frutta gialla si accompagna bene con le note vanigliate, discorso che non cambia al palato dove il vino si avverte caldo e fresco al tempo stesso, merito della sostenuta vena acida che riequilibra alla perfezione la stoffa del calice. Il tutto ben miscelato con una notevole mineralità. Un vino che piace proprio perché riesce nonostante questa complessità a farsi bere con estrema facilità. E che riesce a sfidare anche la migliore e più gustosa mozzarella di bufala oltre a tutti i primi piatti di mare più saporiti
Pasquale Carlo
Sede a Torrecuso, via Fontanavecchia
Tel. e Fax 0824.876275
www.fontanavecchia.it
info@fontanavecchia.it
Enologo Angelo Pizzi
Ettari: 12 di proprietà
Bottiglie prodotte: 150.000.
Vitigni: aglianico, piedirosso, cabernet sauvignon, merlot, falanghina.
Dai un'occhiata anche a:
- Vigna Segreta Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Doc 2016 – Mustilli
- Falanghina e Fiano di Aia dei Colombi, confronto sul 2009
- Greco 2019 Sannio doc, La Fortezza
- Sakar 2022 Sannio doc, Nifo
- Vini Fontanavecchia – Nuove annate
- Piedirosso 2019 Taburno Sannio doc Fattoria La Rivolta
- Vigna Cataratte 2005, Aglianico del Taburno doc, Fontanavecchia
- Vini Monserrato 1973 – Nuove Annate