di Monica Bianciardi
Niente riesce a far sentire veramente vivi come una passione vera che perdura da tutta la vita, essa costituisce l’anima del nostro stesso successo. Solo in pochi riescono attraverso di essa e la dedizione costante a proiettarsi verso la ricerca di ciò che li fa veramente vivere e brillare.
Quintodecimo si trova in Irpinia a 80 km dall’Adriatico ed 80 km dal Tirreno nell’esatto centro a circa 450 metri di altitudine. La storia aziendale nasce da un’idea di Luigi Moio che unendo l’antica passione per il vino con la quale è cresciuto nell’azienda vinicola paterna e le vaste competenze acquisite come ricercatore e professore ordinario di Enologia, decide insieme alla moglie, di aprire una sua azienda a Mirabella Eclano in Irpinia.
Scienza e passione, unite con il proposito di fare dei vini propri in un territorio fortemente vocato per la produzione di vitigni autoctoni campani, con l’intento di sperimentare strategie produttive scrupolose e con queste raggiungere le fasce di eccellenza. Un cascinale agricolo e dei campi coltivato a grano sono le uniche cose presenti sul luogo prescelto per la sede aziendale in un areale ideale per sviluppare il proponimento. La scelta dei vitigni ricade inizialmente su nuovi impianti di Aglianico a cui con il tempo si aggiungono il Fiano, la Falangina ed il Greco. Le caratteristiche climatiche e la combinazione dei terreni lo rendono il luogo ideale per portare avanti l’ambito disegno.
La vera forza di un’azienda che produce vino di qualità sono le vigne, ed il territorio in cui queste nascono, questo forgia il carattere dei vini che ne scaturiscono i quali insieme ad altri fattori come il clima, la composizione dei suoli, l’altitudine e l’esposizione formano quello che viene definito “terroir” . Quintodecimo nasce nel 2001 con la consapevolezza che il risultato scaturisce principalmente da un’ottima materia prima, motivo per cui Luigi Moio e la moglie Laura seguono ogni fase del processo produttivo utilizzando mezzi ecompatibili in sintonia con la natura. Una particolare cura dei vigneti, scelte viticole ed enologiche meticolose danno vita a vini di carattere fortemente legati al territorio uniti da uno stile di ineccepibile eleganza. I criteri di lavorazione sono soprattutto rivolti verso i vigneti curati in maniera capillare in modo tale da non dover effettuare interventi in cantina. Questo consente vinificazioni che agevolino la naturale trasformazione delle uve, per ottenere un vino che risulti pulito e privo di possibili difetti olfattivi che potrebbero distorcere la purezza espressiva dell’uva ed annullarne il legame con il territorio. Oggi l’azienda possiede 32 ettari in totale.
La verticale
Exultet il Fiano di Avellino è il cru frutto di una singola vigna piantata nel 2004 posizionata a Lapio 520\550 mt di altitudine le cui uve provengono dalla zona di Lapio,“Via del Campo”. I suoli sono essenzialmente argillosi, con le parti più basse della colline di origine vulcanica, le temperature di solito basse anche nel periodo estivo la piovosità frequente. Forti escursioni termiche e le forti pendenze offrono un perfetto drenaggio dei vigneti, in cui rese bassissime, cernite grappolo per grappolo e raccolte manuali determinano una selezione estrema delle uve usate per la produzione.
Una passione che dura tutta la vita è un privilegio, indipendentemente dal prezzo che ci chiede.
(Agatha Christie)
Tasting Notes
Quintodecimo Exultet 2018 Colore limpido da riflessi oro verdi. Al naso esprime profumi floreali di camomilla, erbe aromatiche fresche, acacia, agrume e frutto croccante. Al palato ha energia viva, la grande fragranza e la freschezza sono in sincronia con la pienezza di frutta gialla dai rimandi agrumati, un tocco di salsedine, accompagna un finale corrispondente e di grande persistenza.
Quintodecimo Exultet 2017 Annata siccitosa in cui le viti sono andate in stress idrico; il vino è caratterizzato da un profilo olfattivo dato da sentori di erbe officinali disidratate, sambuco, frutta secca, con punte di ceralacca. Il palato ha morbidezza e sviluppo salino con media persistenza e finale leggermente amarognolo.
Quintodecimo Exultet 2016 Lucente dai riflessi dorati, il profumo apre con delicate note di fiori e di zagare ginestra, pesca bianca succosa, erba fresca di timo. Palato flessuoso ed aggraziato, entra con la morbidezza ben calibrata da corpo e freschezza in cui riemerge la pienezza del frutto con finale lungo e sostenuto.
Quintodecimo Exultet 2015 Il colore oro intenso. Al naso grande complessità data da fiori di tiglio, rose gialle che si dilatano verso note dolci di pasticceria, mandorla secca, frutto giallo carnoso tropicaleggiante. Il gusto esprime ricchezza ed avvolgenza, una sintesi di pienezza stemperata dalla parte salina, lascia una lunga scia sapida sul finale.
Quintodecimo Exultet 2014 Trasparente dorato intenso, il credo aromatico ha grande complessità che sviluppa i profumi con note speziate, zafferano, curry, ginestra e frutta tropicale, mango, banana, pepe bianco, mandorla tostata. Il palato è dominato da ingresso morbido ma spinto da tanta freschezza che determina tensione ed una bella persistenza gusto olfattiva con finale sapido.
Quintodecimo Exultet 2013 Annata senza stress idrico, con colore che vira dall’oro al verde. Profumi di fiore giallo, menta, miele di eucalipto, citronella, dopo emergono note mature di ananas e lieve idrocarburo. Bella consistenza il palato ha uno sviluppo ricco di materia rinfrescato dalla nota balsamica che ritorna sul finale sapido e lungo.
Quintodecimo Exultet 2012 Dorato intenso e di bella concentrazione. Una nota burrosa e rotonda introduce un bouquet intessuto in note fresche di menta, eucalipto, rosmarino erbe aromatiche, fiori gialli carnosi. Vino carezzevole al contempo reattivo, carico di tensione acida si evolve in modo sontuoso e flessuoso, ampio, con incantevole finale di cioccolato bianco.
Quintodecimo Exultet 2011 Avvenente profusione di profumi che incontrano sensazioni di naftalina, miele di tiglio, erbe aromatiche, a cui si aggiungono sambuco, lime maturo ,cenni tostati, burrosi richiami. Notevole spinta al palato della componente acida che si calibra con la morbidezza sviluppando un sorso dinamico ed avvolgente, il cui finale ritorna al lime.
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