QUINTODECIMO
Uva: fiano di Avellino
Maturazione:acciaio e legno
Fascia di prezzo : da 15 a 20 euro
Exultet 2007, canto di lode per chiudere un anno ricco di frutti e aprire le porte al 2010 con entusiasmo. La seconda annata del fiano del professore, uscito ad aprile di quest’anno al Vinitaly, 18 mesi dopo la vendemmia in puro stile Quintodecimo. Luigi Moio fa il vino con la medesima passione e meticolosità dello studioso universitario. L’amore che, insieme a Laura di Marzio compagna di vita, il professore – vignaiolo nutre per la terra si avverte nel bicchiere, il vino è un progetto di vita, studio quotidiano della vigna, un cammino destinato a durare nel tempo, dalla terra, alla bottiglia e infine, al bicchiere. Ad ogni passaggio il tempo necessario, nessuna fretta o voglia di inseguire il mercato. La conferma di tutto questo arriva dal colore d’incredibile vivacità, dalla notevole consistenza, freschezza e sapidità magistralmente fuse in un quadro d’autore di complessità, mineralità e persistenza aromatica.
Capolavoro a quattro mani di uomo e natura. Rispetto all’annata 2006, ho trovato nel 2007, grazie anche al millesimo più fortunato per i bianchi irpini, una maggior consapevolezza da parte di Luigi e Laura di aver centrato l’obiettivo: dimostrare che il vino non è altro che il risultato della perfetta e armonica fusione tra l’uomo e la propria terra. Sicuramente non è un vino come tanti, ma è semplice comprenderlo nell’intimità se ci si cala profondamente nel contesto di origine, Quintodecimo, il sogno nel cassetto di Laura e il Professore. La convivenza quotidiana con la vigna, l’intima convinzione che la Campania e l’Irpinia possono essere, così come compreso durante l’esperienza francese, terre di Gran Cru, vini da uniche vigne da personalizzare negli anni, conferendo loro caratteri di unicità indelebili nel tempo, dove l’unica variabile è l’annata. Exultet 2007 è decisamente su questa strada. Bottiglia e sughero progettati e personalizzati in funzione della longevità e dell’identità territoriale, oltre che, esteticamente affascinanti.
La capsula è elegante, verde matto acquerello, muschio delicato, ad esprimere il lato femminile del fiano. La vigna prende il nome dal vino, tre ettari a Lapìo, nella zona di Arianiello esposti a sud ovest, microclima ideale, monti, colline più dolci e piane con corsi d’acqua e terreni pedologicamente molto diversi. Il mare non è lontanissimo, il contrasto con le vette irpine dà vita ad un susseguirsi benefico di neve, freddo, gelo, pioggia, calore estivo, umidità e strategiche escursioni termiche che conducono all’espressione dei Cru del Professore. Il colore è un bel giallo paglierino, con intensi riflessi verdognoli che annunciano lunga vita.
La consistenza è notevolmente densa, foriera di una grande struttura (13,5% alcool). Il naso si può definire strumento didattico grazie alla ricchezza in precursori d’aroma, alla complessità e intensità dei profumi. La trama olfattiva è una continua e progressiva evoluzione: si parte da note vegetali di tiglio, acacia e timo fuse in un’ intenso impatto minerale di idrocarburi. Subito dopo arrivano le note dolci, miele e un po’ di burro, ancora, sentori floreali, fruttati ed aromatici che spaziano da lievi sfumature esotiche, a toni agrumati e canditi, con un finissimo retrogusto finale, classico marcatore del fiano: il tostato della nocciola, accompagnato da un lieve ricordo dell’affumicato della “castagna del prete” che si mangia in queste feste. La corrispondenza gusto – olfattiva è millimetrica: si ritrovano al palato freschezza e sapidità perfettamente bilanciate con la morbidezza dovuta anche alla fermentazione di parte della massa in piccole botti di rovere francese. La complessità e la persistenza aromatica percepite all’olfatto ritornano lentamente al palato sviluppando in lenta progressione tutti gli aromi percepiti. La parziale fermentazione in legno non è affatto invasiva dal punto di vista gustativo, sorretta dall’impressionante acidità, garanzia di un lungo futuro. Siamo di fronte ad un vino unico: 6.400 bottiglie e 60 magnum per il 2007. Le considerazioni sul prezzo di partenza, per cosi dire “fuori mercato”, si spiegano grazie al progetto di verticalizzazione dei cru di Quintodecimo: produrre vini unici, irripetibili, non varia l’autore, non variano metodo e stile produttivo, ma, cambia, inevitabilmente, l’elemento fondamentale: l’annata, ovvero il diverso complesso delle condizioni climatiche che generano diverse maturazioni, diversi livelli di acidità etc.
Ritengo Exultet 2007 un campione talmente assoluto tanto da far risultare gli abbinamenti gastronomici superflui, ma, poichè il vino è nato anche e soprattutto per accompagnare il cibo, penso a crostacei importanti di fine anno, fusilloni di Gragnano con broccoli, nocciole e colatura di alici di Cetara, zeppole di baccalà di Raffaele Bracale, o gli gnocchetti con baccalà mantecato su fondo di nero di seppia e pomodori freschi di Nando Melileo della Cantinella del Mare a Villammare. Pensando invece, ad un abbinamento di territorio, mi vengono in mente le costolette di agnello irpino in crosta di nocciole avellane della vulcanica Luisa Evangelista della Lanterna a Mugnano del Cardinale.
Sede a Mirabella Eclano, Via San Leonardo. Tel e fax 0825.449321. www.quintodecimo.it; info@quintodecimo.it. Enologo: Luigi Moio. Ettari, 10. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: aglianico, fiano, falanghina e greco.
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