Nel panorama enologico odierno, il consumatore di vino si sta trasformando in un soggetto avveduto e lungimirante, capace di compiere scelte ponderate e informate.
L’avvento di piattaforme digitali e social media ha reso accessibili informazioni dettagliate sui prodotti, elevando il consumatore a un conoscitore fine. Oltre questa soglia, poi, troviamo i Wine Lovers che si potrebbero anche definire consumatori esperti. La tendenza è quella di andare oltre la qualità e scegliere dei vini capaci di confermare i valori etici e la sensibilità verso il pianeta propri del consumatore finale.
Ci sono paesi che dettano le nuove tendenze? Per il settore del vino e del beverage prodotto in Italia trend setter di peso sono gli USA, il Regno Unito e la Germania. Qui si intercettano delle tendenze emergenti:
Un punto chiave per l’Italia è quello del biologico. I numeri rilevati da SINAB, il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, parlano chiaro: si registra un’impennata costante della produzione biologica, viticoltura inclusa. Gli ettari vitati sul suolo italico sono passati da circa 50.000 nel 2010 agli oltre 133.000 del 2022. Un trend in crescita che trova conferma in un altro dato significativo: la quota nazionale di vigneti biologici nel 2022 si attesta al 22,6%. Quasi un quarto dei 589.570 ettari del patrimonio vitato italiano, come evidenzia il rapporto “Bio in cifre 2023”. Non c’è un surplus di produzione e questo attesta che la domanda internazionale c’è, benché non sia uguale in tutte le regioni. Le aree maggiormente interessate sono al sud e al centro-sud della penisola.
Il rapporto “Bio in cifre 2023” è on line qui https://www.SINAB.it/reportannuali/bio-cifre-2023 )
AGRIVERDE E CASALBORDINO: IL CONVENZIONALE INCONTRA IL BIOLOGICO
Un caso rilevante è quello dell’Abruzzo, regione in forte crescita grazie alla popolarità del suo Montepulciano d’Abruzzo Doc, dove si registra, da qualche anno a questa parte, una rilevante conversione di aziende verso il biologico. Spicca fra tutte, sicuramente la cantina Agriverde di Caldari di Ortona, prima cantina abruzzese a ricevere la certificazione BioVegan, siamo agli inizi degli anni ’90, con i suoi grandi vini tutti prodotti in casa dai suoi 150 ettari di vigneti con filiera produttiva certificata.
MDM WINE GROUP UNISCE SOTTO LA SUA ALA DUE STORICHE CANTINE DELL’ABRUZZO
Agriverde cresce e si rinnova: nel 2023 entra a far parte del gruppo MDM WINE GROUP, insieme alla cantina Vini Casalbordino, altra realtà storica abruzzese che produce vini autoctoni convenzionali sin dal 1960, cui si aggiunge la cantina toscana Sorelli nell’area del Chianti. Percorso finalizzato a creare una sinergia ed un pacchetto di prodotti completo, indispensabile sul piano commerciale per competere soprattutto nel mercato internazionale.
UCRAINA : LA GUERRA, IL COMMERCIO E IL VINO
“In Ucraina la situazione è magmatica, evolve di giorno in giorno. Lì, la guerra è stata condotta anche per far crollare l’economia e annientare il commercio”, ci spiega Nina Monastyretska, sommelier (FISAR) e responsabile commerciale dell’Ucraina in CaesarNet. “Molti sono i grandi magazzini e le catene della GDO, persino i piccoli wineshop, ad essere stati volutamente colpiti dalle armi russe e, come effetto collaterale, molti innocenti hanno perso la vita. Nonostante il dramma però, non c’è stato il temuto crollo. I consumi sono calati, molti ucraini si sono temporaneamente trasferiti all’estero, ma nelle città i bar sono pieni: tutti cercano il modo di ritrovare la normalità proprio nel quotidiano. Stappare una bottiglia con gli amici diventa un gesto rassicurante, un modo, è proprio il caso di dirlo, per vedere il bicchiere mezzo pieno.”
Alessandro de Luyk, CEO di CaesarNet, aggiunge: “tutta l’area geografica dove operiamo è in espansione da un punto di vista commerciale, solo che ne vedremo gli effetti in modo vorticoso, ci sarà un’impennata dei consumi. Quando? Questa è la giusta domanda da porsi. Quando si passerà alla ricostruzione dell’Ucraina e non ci saranno più bombardamenti. Questo scenario avrà effetti virtuosi sul mercato anche in Polonia. Il maggior problema con la Polonia è di comunicazione. Siamo ancora sprovvisti di canali opportuni per aumentare la consapevolezza tecnica e qualitativa dei nostri vini e delle peculiarità dei nostri territori enologici. I polacchi non sono grandi habitué delle nostre spiagge o delle nostre città d’arte e questo ci penalizza anche nella vendita del vino. Vediamo una efficace concorrenza da parte dei paesi del Nuovo Mondo, dalla Germania e dalla Spagna. C’è ancora molto lavoro da fare.”
In Polonia, nell’anno 2021, è stato registrato un consumo pro capite di vino di poco inferiore ai 5 litri annui (Fonte www.helgilibrary.com). Il mercato nazionale, quindi, offre enormi possibilità di crescita. Prosit!
CaesarNet offre ai propri partner un accesso privilegiato ad alcuni mercati chiave dell’Est Europa per quanto attiene al settore vinicolo e all’offerta degli strong alcol. Operiamo per posizionare strategicamente i prodotti del nostro portfolio nei canali GDO, nella DO, e presso gli importatori più influenti. A tale scopo partecipiamo a numerosi tender, sviluppiamo in-house progetti in Private Label oltre a partecipare a vari eventi del vino nei paesi seguiti. CaesarNet, con quasi tre milioni di bottiglie all’anno commercializzate, opera in Polonia, Ucraina e nei Paesi Baltici; tutte aree ad alto potenziale con una particolare vocazione per premiare le produzioni del Made in Italy e, dunque, in costante crescita nei volumi e nei fatturati.
Come acceleratore del business delle cantine CaesarNet si occupa anche di gestione efficiente degli ordini, consulenza sui contratti internazionali di fornitura, creazione di nuove etichette personalizzate, gestione dei servizi doganali e invio di campioni anche in piccoli lotti.
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