L’Expo 2015 a Milano è una sorta di Disneyland, un gigantesco parco dei divertimenti nel quale ogni padiglione si è attrezzato per macinare visitatori e vendere cibo.
Dopo aver già speso un po’ di tempo in questo circo ho capito queste cose che vi trasmetto.
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1-L’Expo non cerca contenuti difficili, ma luoghi comuni virali. Ad esempio, parlando di pizza, è inutile pensare di fare laboraori su impasti, farine e prodotti ma è molto più efficace (parlo perché è stato fatto) una bella pattuglia di pizzaioli acrobatici.
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2-L’Expo è una tesi di laurea in architettura, con Padiglioni bellissimi e ardite soluzioni moderne. Se siete studenti di questa materia, o professionisti, venire qui è una cosa irrinunciabile.
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3-Inutile pensare di mangiare bene all’Expo, bisogna puntare a quello che è più facile da replicare: pizza, pasta, patatine belghe fritte per dire o i piatti semplici delle trattorie di Farinetti.
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4- Negli ultimi mesi Milano è stata un guazzabuglio di locali e di novità. Ma in questo primo mese l’indotto alla ristorazione è stato davvero scarso. Un efficace sistema di trasporti pubblici consente di raggiungere la Fiera dalla stazione e dagli aeroporti e dunque praticamente nessuno, se non gli operatori stanziali, passa per i locali della città. Praticamente l’Expo è la classica metafora del turismo mordi e fuggi. Il vero business sono i biglietti venduti e i servizi all’interno.
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5-Il Palazzo del Vino è molto bello, si vede che parliamo della punta dell’iceberg dell’eccellenza della filiera agroalimentare italiana. Qui i contenuti non sono un problema, si tratta di creare eventi spettacolari, più fashion che rurali.
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6- A proposito di metafora: Expo è anche quella della burocrazia italiana. Gli accrediti sono una cosa complicata e arrivano sempre dopo,vanno rinnovati a volte come una green card e il problema, come sempre in Italia, si risolve attraverso i “giusti contatti” e non con le procedure ufficiali sicché un diritto si trasforma in favore.
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7- Se leggete libri e non siete genitori con bimbi da far spassare, non siete architetti o operatori del settore, sarà per voi una esperienza che non aggiungerà nulla alla vostra vita che potete eliminare sicuramente dai vostri programmi.
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8-Expo serve a promuovere chi già si promuove (Ferrero, Illy, Franciacorta, Lindt, Algida) che sono i veri padroni dello spazio. Per tutti gli altri non può diventare una vetrina ed è inutile sprecare energie.
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9-Alla luce della presenza di McDonald’s in questo contesto pop trash, forse la mossa politica più giusta di Slow Food sarebbe stata quella di tirarsi fuori e marcare la differenza in modo inarrivabile. E c’è sempre tempo per farlo. Ma i bilanci si faranno alla fine.
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10-Infine sia chiaro: per vederlo bene servono almeno tre giorni. Moltiplicate il biglietto (39 euro) per tre e ponetevi la domanda: non è megli spenderli in un grande ristorante?
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