di Marina Alaimo
I vini vulcanici riscontrano sempre grande interesse sul pubblico e l’idea di Gino Oliviero, direttore del ristorante Cieccì di Portici, di dedicare loro una cena è stata vincente. Così venerdì 28 marzo le sale sono strapiene e c’è grande energia tutta vulcanica tra i tavoli. I vini abbinati ai piatti che si alternano tra la tradizione siciliana e quella napoletana sono di Planeta per il territorio etneo e di Casa Setaro per il Vesuvio. Tenuta di Mezzo è l’ultima nata in casa Planeta ed i suoi vigneti si estendono a 870 metri di altitudine sul versante nord del vulcano, intorno al paese di Passopisciaro.
Sia il bianco che il rosso l’azienda ha scelto di produrli vinificando in purezza i vitigni di riferimento: carricante e nerello mascalese. Il nome delle due etichette rievoca un momento storico sull’Etna: l’Eruzione 1614 durata ben dieci anni. Danno il via alla vivace serata gli spumanti metodo classico CaprettOne per Casa Setaro e il Brut da carricante di Planeta, entrambi ottime espressioni delle bollicine del Sud da vitigno autoctono. Da Casa Setaro c’è Massimo a presentare la propria azienda vesuviana nel piccolo paese di Trecase, di antica tradizione vignaiola. E’ appena rientrato da un giro virtuoso tra Stati Uniti e Giappone dove i suoi vini stanno ottenendo un buon riscontro.
In accompagnamento al Nero cous cous alle seppie c’è il suo Lacryma Christi bianco 2012 da caprettone in purezza, mentre il Lacryma Christi rosso Don Vincenzo è in abbinamento ai golosissimi anelletti al forno. C’è quindi un continuo scambio e alternanza di voci e colori tra i due territori vulcanici che sanno esprimere una varietà di piatti e vini di altissimo livello.
A dare il benvenuto sono le mitiche arancine siciliane annunciando la forte volontà di assecondare lungamente il peccato di gola.
Segue il delicato cous cous al nero di seppia profumato agli agrumi per rievocare la forte influenza araba nella cucina siciliana.
L’altro antipasto fa tappa nella cucina popolare povera di Napoli, la frittata di scammaro che ben eseguita come in questo caso sa assecondare anche i palati più esigenti.
Il primo è un cult della Trinacria, lo sformato di anelletti seguito dalla braciola napoletana con uvetta e pinoli su friarielli, la verdura di Napoli.
Chiudono in dolcezze le graffe napoletane accompagnate dai rosoli sempre presenti nelle dispense delle nostre case: nocillo e limoncello.
Il ristorante Cieddì è in via Salvatore Pagliano 5, Portici NA. Tel. 081 7752502
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