di Enrico Malgi
Come sono lontani per fortuna i tempi in cui i mosti di vino rosso pugliese venivano spediti a basso costo via mare in Francia e spesso capitava che i viticoltori francesi assaltavano le navi nel porto di Sète nel Languedoc-Roussillon (la regione vitivinicola più estesa al mondo con più di trecentotrentamila ettari vitati!) e scaricavano il contenuto delle cisterne sulla banchina, temendo l’invasione e la contaminazione per i loro vini. Adesso, invece, la Puglia a giusta ragione è famosa in Italia ed all’estero proprio per la sua eccellente produzione rossista. E il vitigno che per primo ha scalato le vette della notorietà è stato il primitivo, una specie varietale a lungo sottovalutata e che adesso è diventata il simbolo di tutta la Puglia vitivinicola, connotata com’è da variegate produzioni e denominazioni tutte di ottima qualità. In tutto questo, un posto di preminenza spetta di diritto ad un’etichetta che è diventata famosa nel mondo, tanto da trasformarsi in oggetto di culto nel corso degli anni: “Es”, prodotta a Sava nel Tarantino dai coniugi Gianfranco Fino e Simona Natale. Una coppia molto affiatata nella vita e nel lavoro, che si è imbarcata nell’avventura enologica una dozzina d’anni fa.
Proprio in questi giorni mi è capitato di assaggiare l’Es Primitivo di Manduria Doc 2013. Viti allevate ad alberello vecchie di sessant’anni. Vendemmia effettuata a fine agosto, con uve leggermente appassite. Macerazione in tini di acciaio. Maturazione per nove mesi in barriques di rovere francese metà nuove e metà di secondo passaggio. Poi affinamento in vetro per altri nove mesi. Sedici e mezzo l’alta gradazione alcolica.
Nel bicchiere si scorge un colore rubino concentrato. Al naso frutta rossa piccola e grande in grande quantità; e poi pregiati sentori floreali, vegetali e minerali; spiccati aromi di liquirizia, di goudron, di mentolo, di balsamo e di spezie orientali. L’ingresso in bocca del vino incendia subito le papille gustative, che fortunatamente trovano refrigerio in alitanti effetti piacevolmente freschi e salivanti. Tannini ancora leggermente mordenti com’è giusto che sia, ma gradevoli al massimo, perché tutto sommato il primitivo non è l’aglianico.
La forza di questo vino poi è quella di sapere esprimere connotazioni a prima vista contrastanti, ma che nell’insieme vanno a comporre un quadro perfettamente armonico ed equilibrato: opulenza, ma anche morbidezza; potenza, ma anche vellutezza; carnosità, ma anche eleganza; vigore, ma anche seduzione; austerità, ma anche finezza; imponenza, ma anche raffinatezza: esuberanza, ma anche rotondità. Insomma si tratta di un vero e proprio capolavoro, che fa onore a tutta la viticoltura pugliese e nazionale e che fa definitivamente dimenticare i momenti non certamente esaltanti della spedizione dei mosti in Francia. Finale lunghissimo. Serbevolezza infinita. Prezzo della bottiglia sicuramente conveniente. Da abbinare a piatti sostanziosi della terragna cucina pugliese. Prosit!
Sede aziendale a Lama (Ta) – Via Fior di Salvia, 8
Tel. e Fax 099 7773970 – Cell. 348 8838639
gianfrancofino@libero.it – www.gianfrancofino.it
Enologo: Gianfranco Fino
Ettari vitati: 7 – Bottiglie prodotte: 12.000
Vitigni: primitivo e negroamaro
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