GIANFRANCO FINO
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Prendi la passione, quella per un’uva – il primitivo – che solo ultimamente e non senza fatica, dopo anni di vinificazione “da taglio” per dare corpo e colore ai vini esili di mezz’Italia, si è conquistata un posticino nell’olimpo dei grandi vini dello Stivale. Aggiungi il sole della Puglia, quello che batte sulla terra rossa di Manduria, tacco dell’Italia tra due mari.
Questo è “Es”, Primitivo Dolce Naturale: protagonista di un fugace incontro in occasione del banco d’assaggio organizzato a Roma nello scorso ottobre per la presentazione del libro “Dolce Puglia” e, per mia fortuna, chicca finale di un pranzo domenicale gustata in un’atmosfera più rilassata, grosso modo un mesetto fa.
Un’etichetta nera, il nome scritto nel mezzo e due linee che procedono incerte dal centro verso gli angoli opposti lungo la diagonale nord-ovest/sud-est: un bel packaging, certo semplice ma allo stesso tempo elegante, coerente con la filosofia aziendale, sicuramente perfetto per rappresentare la smoderata passione che c’è dietro la bottiglia, l’es – appunto – di freudiana memoria.
L’avventura di Gianfranco Fino e di sua moglie Simona comincia nel 2004 con l’acquisto di un vigneto vecchio di cinquant’anni esteso per poco più di un ettaro in contrada Meschinella e con la scelta coraggiosa di produrre solo due vini ottenuti in purezza dalle uve maggiormente rappresentative della regione, negramaro e primitivo.
Potature corte e forti diradamenti, sistema di allevamento tradizionale ad alberello pugliese e inerbimento permanente dei filari, nessuna irrigazione e nessuna concimazione: queste le pratiche in vigna per ottenere rese bassissime (nel caso dell’Es, soltanto 400 grammi per pianta) e, quindi, fare qualità, alta qualità. In cantina, utilizzo di soli lieviti autoctoni. Le uve, raccolte in uno stato di leggero appassimento in pianta, vengono pigiate sofficemente e fatte fermentare in tini d’acciaio di 70 hl a temperatura controllata e a contatto con le bucce per circa tre – quattro settimane. Dopo l’eliminazione delle fecce grossolane, il vino matura in barriques di rovere francese (metà nuove e metà di secondo passaggio) per circa un anno; poi, l’imbottigliamento, effettuato senza alcuna filtrazione e chiarificazione, e altri sei mesi di affinamento in vetro prima della commercializzazione.
Gran bel colore, anzitutto, rubino scuro e impenetrabile. La consistenza lungo le pareti del calice è chiaro indizio di un tenore alcolico che si annuncia elevato e di una notevole ricchezza di estratto. Le prime conferme non tardano ad arrivare: i profumi sono intensi, di quelli che ti ronzano in testa per un po’; e molto eleganti. Le innumerevoli percezioni odorose si succedono in progressione e si fondono insieme in un quadro di straordinaria espressività. Aprono le danze le note calde di frutta matura ma integra nella sua fragranza: prugna, amarena e di piccoli frutti rossi selvatici. Poi tocca alle note balsamiche, di cioccolato e tabacco dolce, di carrubo e, infine, liquirizia. Il sorso si rivela pieno e succoso, fascinoso nel suo concedersi tra dolce/non dolce, solleticato da un’astringenza sfumata e dotato di una discreta freschezza, figlia anche alla vicinanza del mar Jonio (che da’ il nome a “Jo”, il negramaro di casa Fino). Opulento e grasso, vellutato e avvolgente, chiude con una lunga persistenza di frutta matura e cioccolatosa. 15 e non sentirli affatto. Circa 3000 bottiglie da 0.75l per un prezzo medio in enoteca di 32/35 euro.
Un gran bel Primitivo: intenso, armonico e di grande personalità che, a dispetto della discendenza dal medesimo antenato, è cosa ben diversa rispetto allo zinfandel californiano. Ed è espressione originale pure rispetto all’altro primitivo pugliese (non certo per importanza), quello coltivato nella piana di Gioia del Colle, dal quale si differenzia per una maggiore morbidezza e un’impronta chiaramente meno nervosa, in considerazione di un’altitudine media dei vigneti (nel caso dell’Es, non più di cento metri) e di escursioni termiche minori oltre che per la diversità di composizione dei terreni che a Manduria sono prevalentemente ferrosi e quindi rossi, invece che calcarei.
Questa scheda è di Alessandro Marra
Sede a Lama, via Fior di Salvio, 8. Tel. e fax 099.7773970. www.gianfrancofino.it Enologo: Gianfranco Fino. Ettari: 1,5 di proprietà più 6,5 in fitto. Bottiglie prodotte: 12000. Vitigno: negroamaro, primitivo.