di Virginia Di Falco
Mettete un’enoteca di famiglia, ormai alla terza generazione, che sta per festeggiare il primo secolo di vita. Che è passata, cioè, dal vino e olio sfusi dell’apertura alle prime etichette degli anni Ottanta pre-scandalo metanolo, fino alle 3000 attuali. Aggiungete che all’enoteca Fabio Del Frate ha pensato di affiancare un wine bar già negli anni Novanta e che dal 2000 è diventata probabilmente l’enotavola più importante del quartiere Prati.
Aggiungete infine che da quattro anni ai fornelli c’è Fabrizio Del Frate, giovane chef con diverse esperienze importanti a Roma e fuori città: una bella mano, idee chiare sul percorso da fare e proporre, tant’è che già da un po’ qui si trova la stessa carta a pranzo e a cena.
Una sala molto moderna ed elegante, con un servizio easy che non vuol dire superficiale ma solo molto sciolto, giovane, senza formalismi, ma professionale al tempo stesso. L’atmosfera è resa calda dai mattoncini a vista ma soprattutto dalle luci ben distribuite e dalle bottiglie in esposizione alle pareti e nella vicina enoteca.
Berrete, manco a dirlo, tutto quello che avrete voglia di pescare tra gli scaffali oppure dalla ricca offerta alla mescita, con prezzi sempre molto corretti.
Il menù parla un linguaggio borghese, proprio come la sala, che vuol dire, in questo caso, che il pop è bandito per lasciare spazio ad una cucina solida e sicura di sè, a tratti elegante ma non pretenziosa.
Si può cominciare dagli antipasti, una lista di sei, tutti piuttosto elaborati (dai 13 ai 15 euro); oppure optare per una delle semplici insalate, a 10 euro. Sempre molto ricca, come da tradizione della casa ormai da più di un ventennio, la selezione di salumi e formaggi esteri così come quella dei crudi, sia di carne che di pesce.
I primi piatti sono cinque e vanno dai 12 ai 15 euro mentre c’è una intera pagina dedicata ai secondi, in media sui 20 euro, quasi tutti molto classici tanto nelle proposte di carne che in quelle marinare.
Si chiude con della frutta oppure con la lista di dessert che pesca dalla pasticceria tradizionale apportando qualche lieve innovazione.
Ed ecco noi, in un pranzo di fine febbraio, cosa abbiamo provato:
- Uovo su crema di castagne, porro croccante e tartufo nero: il classico uovo al tartufo cotto a bassa temperatura ma preparato con cura, profumato il giusto, che però grazie alla crema di castagne regala al palato più coccole del solito.
- Lingua brasata con puntarelle e salsa verde: piatto tanto pulito quanto riconoscibile ed efficace: la lingua così è. Se vi piace.
- Spaghettone Verrigni con cozze, bottarga, tarallo e polvere di olive: l’unico piatto sbagliato. Lo spaghettone, si sa, è amidoso di suo. Aggiungere il tarallo (peraltro in crema, dunque senza neppure la croccantezza) non fa che rendere ‘papposo’ il tutto e le povere cozze non ce la fanno proprio a sopravvivere, neppure con l’aiuto della bottarga e delle olive.
- Coniglio ripieno di castagne, patate affumicate e tartufo nero: anche qui un secondo di bella esecuzione, carne squisita, indovinatissimo il tocco fumè.
- Sfera di cioccolato ripiena di Mont Blanc: praticamente un ovetto senza sorpresa, nel senso che gli ingredienti chiave della ricetta classica sono lì dentro nudi e crudi che è un piacere. Panna vera, senza zucchero, che sa di latte – vivaddio – e semplice marron glacè da addentare con golosità.
- Tiramisù espresso: espresso sì, ma fatto bene. Senti il mascarpone e il caffè così come la giusta consistenza del biscotto.
Insomma, in una battuta, qui si sta proprio bene. E una volta usciti, si pensa già a quando ritornare.
Conto medio sui 50 euro, davvero ben spesi.
Enoteca Del Frate
Via Degli Scipioni, 118 (Prati)
Tel. 06 323 6437
Orari Enoteca: 9:00-13:30 e 16:00-20:00
Orari Wine Bar: a pranzo e a cena
Chiuso: domenica
www.enotecadelfrate.it
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