AZIENDA AGRICOLA BOTTI
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 7 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
E che ne parlammo a ‘ffa. Di Carminuccio Botti si è già detto tutto, o quasi. A lui si devono, in massima parte, il rilancio e la riscoperta della vitienologia cilentana a cavallo degli anni ‘70-‘80, insieme con un ristretto manipolo di ex giovani volenterosi, tra cui Ciccio Rotolo, il papà di Alfonso. I vari Maffini, De Conciliis, Barone, ecc. sono arrivati dopo. Personaggio storico, con un background importante alle spalle, quindi, che ostenta sempre e comunque un atteggiamento umile, semplice e genuino.
Nonostante qualche incipiente acciacco, dovuto all’età non giovanissima, è ancora in piena attività. Per sua fortuna la figlia Emiliana ed altri parenti si prodigano incessantemente, prestando la loro indispensabile collaborazione. Il posto è la stupenda, marinara e saracena Agropoli, in pieno Cilento agro, ittico ed eno produttivo, dove esiste da sempre un legame forte tra passato e futuro. Qui la storia infinita e primordiale nasce dai sogni degli uomini miti, schietti e ancora intenti a curvarsi fino a terra per zappare un terreno non sempre benevolo nei loro confronti. Una storia che è unione di affetti, amicizie, condivisioni, comprensioni e incomprensioni. Un’eco di lingue e di culture antiche che permea questo angolo di mondo benedetto.
In una calda mattinata di inizio settembre sono andato a fare visita a Carmine nella sua azienda agricola, dove produce anche un ottimo olio, frutta e verdura. Seduto in veranda a bere un aperitivo, sono rimasto particolarmente affascinato alla vista degli ordinati filari di vite che assediano, come soldati una trincea, il limitato spazio antistante la casa nei quattro lati. Sembra quasi che i turgidi grappoli d’uva pendenti possano essere raccolti direttamente dall’abitazione, stendendo semplicemente il braccio! All’inizio di ogni filare è radicato un roseto che sorveglia e controlla come una vigile sentinella le uve nelle sue evoluzioni temporali, segnalando, se è il caso, eventuali malattie. Accanto, in divenire, si sta costruendo la nuova cantina, che sarà sicuramente più funzionale ed attrezzata. Intanto, in quella già esistente, sempre vicino alla casa e alla vigna, ferve tutta la preparazione per l’imminente vendemmia. Carminuccio, infatti, è molto indaffarato, quasi tarantolato e si comporta come un elastico: va e viene dalla cantina, dall’ufficio e dal vigneto. Per fortuna arriva poco dopo la figlia Emiliana, che solo per un attimo, però, può prestarmi attenzione, perché pure lei è molto impegnata. Arriviamo, quindi, subito alla degustazione dei vini, senza perdere ulteriore tempo.
Assaggio naturalmente prima i bianchi, poi il rosato e i rossi, accompagnati da alcuni stuzzichini. Tutti, indistintamente, mi appassionano e mi conquistano. Adesso capisco perché questi vini hanno trovato così largo favore sul mercato regionale e nazionale. Si nota la mano fatata di Carminuccio, coadiuvato dall’enologo Marco Stefanini e dal nipote Pippo Greco, laureando in enologia. La bottiglia che decido di portare in risalto è quella del Cilento bianco doc Enfasi del 2009. L’uva è quella classica del Fiano cilentano, chiamata in loco “Santa Sofia”. Il terreno è sempre il solito: calcareo-argilloso, o flysch cilentano, sedimentato qui da millenni, tipico di questa zona collinare adiacente il mare. Anche la forma di allevamento del vitigno è il classico guyot. Per la vinificazione si procede ad una pressatura soffice delle uve precedentemente selezionate. La fermentazione si ottiene, poi, a temperatura controllata a circa 15-17 gradi in acciaio inox. L’affinamento prevede la durata di tre mesi sempre in acciaio e altri tre in bottiglia. La gradazione alcolica si attesta intorno ai 13 gradi.
Il risultato finale è un giallo paglierino brillante in bella vista. Profumi agrumati fini ed eleganti, con note di ginestra, camomilla, gelsomino e frutta a polpa bianca. La bocca, poi, fa festa per l’ottima spinta acida che conferisce a tutto il palato una verve godibilmente fresca. Non manca, poi, una buona sapidità. Toni intrecciati di una dimensione finemente slanciata e una dinamica tenacemente incisiva, con chiusura integra e profonda. Gran bel bere, credetemi. Per l’abbinamento suggerirei subito una bella mozzarella di bufala campana grondante latticello o un caciocavallo fresco. Sta bene anche insieme con un risotto alla pescatora, scialatielli ai frutti di mare, frittura di pesce di paranza, legumi e verdurine. Chapeau!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede ad Agropoli – Contrada Moio, 3 – Tel e Fax: 0974/822195 – Cellulare 3356737341 – botti@osp.it – www.cilentovini.it – Enologo: Marco Stefanini – Ettari di proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 20.000 – Vitigni: Aglianico, Primitivo, Cilegiuolo, Sangiovese, Barbera, Fiano, Trebbiano e Malvasia bianca.
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