Enciclopedia del Vino (Collana le Garzantine), Garzanti
a cura di Paolo Della Rosa
Vitigni, viticoltura, produttori e vini d’Italia e del mondo; la vinificazione; come conservare, degustare e servire il vino; storia del vino; indici geografici.
Prezzo € 39,60, codice ISBN 978881150523-5.
“Cinquanta anni fa il consumo pro-capite di vino in Italia era il doppio di quello attuale, ma il numero di parole che si spendevano per parlarne era meno della metà”. Inizia con questa singolare frase ad effetto, la presentazione dell’opera da parte dell’autore. Quello del vignaiolo è senz’altro uno dei pochi mestieri che ha attraversato, pur evolvendosi, ben 50 secoli di Storia. Ogni civiltà ed ogni epoca hanno dato al vino qualcosa di particolare, espressione di ciò che esse stesse erano. Eppure, nonostante le differenze dovute a fattori temporali, culturali e geografici, il vino è giunto, indenne, sino a noi, espressione di una cultura materiale, tutto sommato, ancora intatta.
E ai giorni nostri, nonostante la scoperta del «miracolo» della fermentazione gli abbia scientificamente tolto quell’aura sacrale che aveva agli occhi degli antichi, il vino non ha assolutamente perso il suo status di bevanda nobile e tradizionale, simbolo di convivialità e aggregazione sociale. A partire dagli anni 60, il vino ha però gradualmente cambiato identità, diventando, da quotidiana bevanda “popolare” qual’era, un fenomeno culturale, per certi versi elitario, che coinvolge circa metà del pianeta, quasi una vera e propria “religione” che conta seguaci in molti paesi. Ci troviamo, senza alcun dubbio, a vivere in un’epoca storica in cui il vino è, decisamente, più “chiacchierato” che bevuto. Anzi, si può dire che non si è mai parlato così tanto di vino come negli ultimi 20 anni e, se ne è parlato talmente tanto, che si è, paradossalmente, arrivati al punto in cui se ne beve sempre di meno ed è bevuto sempre da meno persone. E in effetti, in Italia, stiamo registrando, proprio in questi ultimi 4 lustri, un calo inesorabile dei consumi pro-capite di vino, nonostante quel periodo di “euforica moda” che ha caratterizzato l’ultimo decennio.
Il vino è divenuto ormai un “oggetto di culto”, sinonimo di eleganza, distinzione, raffinatezza, proiettato com’è, verso la sua “età del platino”. L’Italia, assieme alla Francia paese produttore storico mondiale, continua ad essere “il paese del vino che non conosce il vino”. In questo singolare contesto socio-culturale, sono davvero lieto di plaudire l’uscita di una nuova Guida enciclopedica del Vino, la Garzantina, a cura di Paolo Della Rosa, in una fase storica in cui non può non essere che benvenuta ogni tipo di fonte cognitiva ed informativa che possa costituire utile strumento per ridurre quel preoccupante gap culturale che si va registrando, da troppo tempo ormai, tra gli italiani e la loro bevanda storica. Quando me l’hanno regalata, sono stato francamente portato a sottovalutarla. Mi sembrava troppo “agile” come manualetto, poco idoneo, pensai, a “contenere” la vastità di una materia come lo “scibile enologico”. Eppure, dopo averlo sfogliato per una ventina di minuti, mi sono dovuto ricredere, e ho dovuto ammettere a me stesso che si trattava, considerando il format editoriale, di un lavoro alquanto pregevole e davvero degno di nota. Dalla A di Abadia Retuerta (nota e importante azienda spagnola) alla Z di Zweigelt (vitigno austriaco a bacca nera, che sento nominare per la prima volta), la Garzantina del Vino, in un ammirevole e, per certi versi, impressionante lavoro di sintesi-analisi, racchiude in sé l’universo conoscitivo del millenario ed affascinante nettare di Bacco. Nella sua bella ed efficace veste editoriale, con 2300 voci, 630 illustrazioni, 74 termini di degustazione, 430 produttori, 40 profili enologici, nazionali e regionali, tutto in 784 pagine, si propone di fornire al vasto pubblico di appassionati, siano essi neofiti o cultori navigati, e agli addetti ai lavori, un supporto conoscitivo a 360° sul mondo del vino, trattato nei suoi lemmi da ogni possibile prospettiva. Ma aldilà del classico e pregevole lavoro enciclopedico, il “pezzo forte” di questo notevole compendio è, a mio modesto parere, dato dalle cosiddette Schede di approfondimento (ben 106), elaborate sui temi più disparati, ovviamente sempre connessi al “liquido odoroso”, la cui lettura mi ha davvero coinvolto ed appassionato. Non posso non citare, in particolare: Barrique sì o barrique no? (dove si parla del mondo enologico letteralmente spaccato in due, ancora oggi, tra detrattori ed estimatori del famigerato, francese “reattore biologico” in legno); Fuori dai denti: vitigni internazionali sì, gusto internazionale no (dove, alquanto concordi, e riferito all’Italia, leggiamo alla fine del paragrafo: vale la pena… annullare un’identità così forte, e ricca e inimitabile, solo “per un pugno di dollari”?); Fuori dai denti: veri e falsi intenditori (dove l’autore, tra il serio e il faceto, ci ricorda che “… la prima fonte di conoscenza del vino non proviene da persone, libri, guide o riviste, ma soprattutto dal bicchiere. Tutto il resto è vanità”); e infine, Il vinello a buon mercato prima o poi ti fa malato, un sintetico ma variegato repertorio di proverbi e detti sul vino da tutte le regioni italiane, tra cui abbiamo “pescato”: Chi beve birra campa cent’anni, chi beve vino non muore mai (un proverbio che potrebbe costituire un vero e proprio strumento di marketing comparativo ante litteram); visto più volte il fondo di un bicchiere, pure chi non sa nulla dà un parere (è risaputo che il vino scalda l’anima e rende tutti prodighi e loquaci); di figlie e di vino non far magazzino (io ho due figlie femmine, andiamo bene…).
Completano il volume, racchiusi nella sezione Appendici: una interessante e approfondita Storia del Vino, di cui, alla voce “Secolo XXI e prospettive future”, leggiamo, concordi nell’auspicio: ”… In Italia… Dal punto di vista agronomico si dovrebbe rinsaldare la tendenza a valorizzare i vitigni autoctoni (in particolare quelli a torto ritenuti minori)…”; una sintetica ma efficace nota bibliografica; un Indice dei vini (suddiviso in Italia, Francia e Mondo); un Indice dei produttori a lemma (suddiviso in America, Europa, Resto del mondo). Infine, per consentire una facile consultazione, si è corredata l’opera di due indici geografici: quello dei vini e quello dei produttori. Non c’è che dire: una compatta ed impareggiabile opera enciclopedica, che affronta l’affascinante universo del vino in modo globale, tutta da centellinare, con molta calma, dalla prima all’ultima pagina… Nella sua mirabile espressione di certosino lavoro di sintesi-analisi, questo grazioso book dall’accattivante copertina color bordeaux, pur nella pretesa di racchiudere il mondo del vino in un pratico manuale, ti ricorda comunque la vastità, l’immensità dell’universo ”Vino”, richiamando, ogni appassionato o addetto ai lavori, a quella necessaria “umiltà” che dovrebbe caratterizzare sempre e comunque l’attività di ogni operatore dello scibile umano. Come scriveva Giacomo Leopardi nei suoi Pensieri: “Il concetto che l’artefice ha dell’arte sua o lo scienziato della sua scienza, suol essere grande in proporzione contraria al concetto ch’egli ha del proprio valore nella medesima…
Carmelo Corona
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