Emporio Armani Ristorante Milano
Via dei Giardini, 2
Tel 02 6231 2680
Aperto a pranzo e a cena
Una solida cucina mediterranea dotata di buona tecnica che esalta la materia prima: è questa, in sintesi, la cornice della proposta gastronomica di Ferdinando Palomba, che mette al centro il cliente con piatti leggibili nei quali l’estrazione del sapore è potente e appagante. Siamo nel cuore della Milano della moda e dello shopping, in realtà via dei Giardini è uno spiazzo attorno alla fermata della Metro di via Montenapoleone, e il locale, da non confondere con il ristornate dell’albergo all’ultimo piano, fa da angolo all’Emporio.
Ferdinando Palomba è il tipico uomo d’azienda che riesce ad interpretare perfettamente il suo ruolo: non è un ragazzino di primo pelo che frigna “perchè si deve esprimere” e alla prima cosa che non va torna a casa da mamma e papà. E’ cuoco di esperienza, in Italia e all’estero, soprattutto a Parigi ed ha curato altre aperture in giro per il mondo di questo format. In questa intervista completa e ben fatta di Erika Fay Nicole potrete conoscerlo bene
L’idea è dunque quella di un buon ristorante di servizio nel cuore della città: c’è il menu brunch per due a 100 euro, ma ci si può sedere all’aperto anche per un caffè di buon mattino o, più tardi, per l’aperitivo, la religione gastronomica pagana che Milano è riuscita ad imporre a tutta l’Italia. C’è poi la formula di quattro piatti a 60 euro oppure si può attingere direttamente alla carta per una spesa che, vini a parte, difficilmente supera gli 80 euro per una pasto completo. A parte poi una proposta crudi che costano quel che costano, ma senza ricarichi eccessivi. Anche la carta dei vini, con tutti i must regionali e bollicine al loro posto, non ha quei ricarichi che ci si aspetterebbe in un posto del genere.
La personalità del cuoco emerge allora nella scelta degli ingredienti, perchè per usare il pesce spatola devi per forza essere uomo di mare e Palomba lo è, originario di Torre del Greco, tutti marinai o cuochi, la città sorvegliata dal Vesuvio dove la popolazione può vantare la maggiore conoscenza e consumo di pesce in Campania. Discreto e ben centrato l’uso di spezie, i piatti hanno sempre la giuista acidità, freschezza si direbbe in termini vinosi, che li rendono godibili e mai pesanti. Persino il raviolo ripieno di coniglio (lo so la foto è bruttissima) riesce ad essere dinamico al palato. Perfette le cotture della spigola (accompagnata ad una deliziosa caponata è stato il piatto migliore per noi) e dello stesso baccalà. L’anima napoletana del cuoco emerge anche dal divertimento e soprattutto dall’uso convinto dell’elemento vegetale, frutto di una tradizione gastronomica secolare in cui ortaggi e verdure dovevano far dimenticare l’assenza di carne, da qui la loro esaltazione nelle ricette tradizionali: basti pensare che il primo ricettario napoletano, il Cuoco Galante di Vincenzo Corrado (1736-1836) aveva proprio un capitolo dedicato alla cucina pitagorica, ossia senza carne. Non per convinzione religiosa come il famoso filosofo della Magna Grecia predicava, ma per salvaguardia della salute. Un concetto che solo adesso si diffonde anche nella nostra società, due secoli dopo.
Buoni, infine, i dolci.
Cosa si mangia all’Emporio Armani Ristorante Milano menu
CONCLUSIONI
Emporio Armani è un locale easy, un’ottima pausa pranzo ma anche un bel posto dove trascorrere una serata, magari attingendo ai cockatil proposti dal bar. Il servizio è puntuale e preciso, l’atmosfera sostanzialmente rilassata.
Considerando il luogo, in grandissimo rapporto qualità e prezzo, capace di rispondere a qualsiasi esigenza di gusto, di tasca e di intolleranze, vere o presunte. Più che consigliabile: da provare!
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