Emilio Osteria di Mare: sull’Aventino il pesce a Roma

Emilio Osteria di mare a Roma
Viale Aventino 40
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena
Chiuso il lunedì
Tel. 351.3087253

Vanessa Croce e lo Chef Emiliano Valennti

di Andrea Petrini

Da qualche mese a Roma circola la voce che a Viale Aventino, esattamente al civico 40, a due passi dal Circo Massimo e di fronte il grande palazzo FAO, ha aperto un certo Emilio dove si mangia il pesce buono. Curioso come una scimmia, qualche giorno fa, passando da quelle parti, mi metto alla ricerca di questa nuova apertura per capire davvero cose si nasconde dietro questa nuova apertura romana la cui fama la precede senza ombra di dubbio. Una volta giunto davanti al locale, subito sotto l’insegna “Emilio – Osteria di Mare” arriva la prima sorpresa: indaffarato nel gestire le prenotazioni e nel coordinare il lavoro in sala trovo Fabio Spada, imprenditore e ristoratore di lungo corso a Roma (ex patron dello stellato Glass) che in zona ha messo da tempo le radici visto che è sempre sua la pizzeria Baccio e I Gradini, poco distante.

Dove sarà Emilio? Per cercare una risposta alla mia domanda entro a cercare questa figura, ormai mitologica, all’interno del locale che mi colpisce subito per le sue rilassanti tonalità bianche e blu che fanno tanto vacanza ed estate nelle isole greche. Bene, il mare c’è. Ora

L’ambiente è assolutamente informale ma curato da circa 70 coperti, diviso in varie sale, con possibilità di avere sale più piccole da una decina di posti, cucina a vista e un bel bancone. D’estate, poi, c’è un fresco dehor esterno da una dozzina di posti.

Ora o mai più, mi affaccio in cucina e chiedo se posso parlare con Emilio, il cuoco, così posso fargli, assieme a Fabio, una piccola intervista.

Non mi risponde nessuno, poco dopo esce un ragazzone con la divisa e mi dice che in cucina non c’è nessun Emilio e l’unico chef è lui, Emiliano Valenti. Emiliano, non Emilio. Peccato, ci stavo quasi, ma la sua presenza è garanzia di qualità visto che Emiliano, non Emilio, vanta un lungo curriculum nei ristoranti romani iniziato con la formazione al Convivio Troiani, seguita da oltre 10 anni passati da Settembrini, fino all’esperienza da Romeo e dal già citato Baccio per cui ha ideato fritti e topping più elaborati per le pizze. Alla guida della sala, e si completa così la squadra capitanata da Spada, troviamo Vanessa Croce che grazie alla sua lunga esperienza in ristoranti gourmet (ha lavorato 10 anni nello stellato Glass) ha il compito di portare all’interno del locale il giusto tocco di eleganza femminile e rispetto per il cliente.

Arrivati a questo punto la domanda che in tanti starete facendo sarà: “Ok Andrea, bello tutto, bella la ricerca del famigerato Emilio ma…come si mangia in questo locale?”

La risposta è molto semplice: da Emilio si mangia bene, l’osteria propone una cucina solida, di sostanza, senza troppi orpelli e, soprattutto, facile da comprendere grazie ad una materia prima che non rinuncia alla qualità assoluta. Da Emilio troviamo un’offerta di pesce variegata, che arriva anche dalle varie aste del litorale laziale, sempre nel rispetto della disponibilitàà giornaliera e della stagionalità. Il menu, dunque, cambia spesso e ogni due-tre giorni vengono proposti una serie di special fuori carta, soprattutto a pranzo, per rivolgersi ai professionisti che vengono più spesso per garantire loro sempre qualcosa di diverso.

In particolare, tra gli antipasti, pensati per poter uscire velocemente, con poche lavorazioni,

possiamo trovare Pane, burro di panna e alici del Cantabrico, Insalata con salmone marinato in casa per 48 ore, l’immancabile Sauté di cozze o Millefoglie di alici e provola con panure alle erbe. Non mancano tuttavia piatti più strutturati come il Baccalà mantecato su polenta o il Tortino di patata e seppia, e per gli amanti del crudo arriva a tavola un piatto misto con tartare, carpaccio, molluschi, gamberi, ostrica, che può cambiare in base alla reperibilità della giornata.

Per i primi si lavora molto con la pasta fresca, proponendo per esempio il Tonnarello, polpo, pecorino e menta, ma c’è anche il classico Spaghetto alle vongole e il Risotto alla pescatora espresso, minimo per due persone, vista la necessità del pesce utilizzato di avere diverse cotture.

Anche i secondi possono subire variazioni giornaliere, per questo il cliente leggerà la dicitura “Trancio di pesce scottato”, che cambia in base a ciò che la stagione offre e che viene abbinato sempre a un contorno diverso. Si segue la tradizione anche con la frittura, con panatura senza glutine, un’attenzione rivolta a chi ha intolleranze alimentari.

La conclusione non può essere più dolce con il Tiramisù al bicchiere, fatto al momento col sifone, Torta di pere e cannella e la Crostatina ricotta e visciole (questi ultimi due senza glutine).

Per chi, come me, sceglie i ristoranti anche in base alla qualità della lista dei vini, Emilio non disattende le attese. La carta, messa a punto dallo stesso Spada, vanta ricarichi assolutamente onesti per una città come Roma e, a mio giudizio, vanta il pregio di essere assolutamente “laica”, spaziando dal convenzionale al biologico. Il cliente può scegliere tra circa 200 etichette (una sessantina di bolle, 100 bianchi, 30 tra rosati e rossi) oppure può optare per la possibilità di scegliere il vino anche al bicchiere.

A tutto questo si aggiunge poi una carta dei cocktail, firmata dalla bartender Antonella Digioia, composta da 12 signature (che portano il nome di cale e grotte pugliesi), oltre ai classici.

Stavo pagando il conto e andando via quando Fabio Spada, da lontano, mi blocca e mi fa tornare sui miei passi. Con voce ferma che, però, tradisce un minimo di emozione per la nuova avventura mi confida che per lui, più di altri, questo locale è come se fosse un secondo figlio.

“Ho la soluzione per te relativamente al nome”

“Oh, finalmente, dai Fabio, toglimi questa curiosità”

“Siccome, come ti ho detto, questa osteria rappresenta per me un figlio, ho voluto che il locale si chiamasse come un vecchio programma di Italia 1 che andava in onda a fine anni ’80. Il programma si chiamava….Emilio e la sigla di chiusura, cantata dai vari comici  costituì al tempo un vero e proprio tormentone con questo ritornello «Ahi ahi ahi se faccio un figlio, ahi ahi ahi lo chiamo Emilio, sempre meglio di Basilio, se è una femmina non so!»

SIPARIO!

 

Emilio Osteria di mare a Roma
Viale Aventino 40
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena
Chiuso il lunedì
Tel. 351.3087253


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