Coronavirus, gli imprenditori ci scrivono. Emanuele Ambrosino: a nessun Pub conviene aprire con queste regole sul delivery in Campania

Pubblicato in: Coronavirus
Emanuele Menny Ambrosino

di Emanuele Ambrosino

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Craft27 – Torre Annunziata

 

Caro Luciano
anticipo il discorso dicendoti cose che credo già sai. Ad oggi, noi ristoratori, non abbiamo ricevuto grandi aiuti dallo stato.

I 600 euro non servono a nulla (per chi li ha avuti,  ad esempio io e tanti altri ancora no).
Con 600 euro  manco l’Enel ci paghiamo. Ad oggi i nostri dipendenti ancora devono avere la CI e sono fermi da molte settimane. I 2000 uero € promessi da De Lua pare vadano sono a chi fattura meno di 100000 in 12 mesi, ma in quei target ci rientra o chi è veramente piccolo e non ha dipendenti o chi non lavora molto (putroppo). Una semplice attività con poche unità di dipendenti deve fatturare per forza oltre i 100000€ (270€ al giorno) altrimenti è fallita.
Detto questo, ovvero, adesso che siamo chiusi e tutti a casa aiuti pari a zero
E se domani riapriamo solo per le consegne? Beh se domani riapriamo solo per le consegne credo proprio che non avremo manco quel minimo di aiutino che oggi ci hanno proposto. Credo che i dipendenti debbano tornare a lavoro dalla cassa integrazione e i 600 (garantiti ma non pagato a tutti ad oggi) ce li possiamo sognare.
E la domanda mia è: una Attività di ristorazione con 5 dipendenti (un classico ristorante o pub o pizzeria da 40/50 coperti) come fa a reggere le spese con solo l’ asporto ? Secondo me è impossibile. Mi spiego meglio. 5 lavoratori sono minimo 5000€ al mese di stipendi + locazione + utenze + spese di DPI + spese varie come la benzina per le consegne o un gruppo di deliveri ed altre spese … ma quante consegne dobbiamo fare ? Non tutti abbiamo il locale ai navigli o sul lungotevere. Tantissimo ristoranti sono ubicati in città di provincia o in periferia dove non ci sono uffici e con i negozi chiusi c’è poco da consegnare. Mi dirai la pizza il sabato sera?
E io ristorantore quante spese mi devo imbarcare per consegnare le pizze (o il panino nel mio caso) il sabato sera ? Oggi, è proprio urgente alzare la serranda? Non stiamo facendo una corsa cieca ? Penso di sì. Mi chiederai … allora cosa bisogna fare ? Invece di chiedere allo stato di alzare le serrande chiediamo allo stato di aiutare le attivita di ristorazione. Sottolineo che non voglio contributi a titolo personale, ma in primis, soldi garantiti a tutti i dipendenti, spese bloccate (utenze, tasse, prestiti, mutui, fitti, locazioni ecc. Ecc.). Come si fa aprire domani se non c’è ancora la reperibilità DPI ? Ancora gli Infermieri, i Medici, il personale ospedaliero tutto e le Forze dell’ Ordine fanno fatica a reperire mascherine, guanti e quant’altro serve per tutelare la Salute.

Come posso pretendere di trovare io le mascherine e con quale fegato quella mascherina la uso per consegnare 4 crocche e non la do ad un medico in ospedale ? (Considerando comunque i costi dei DPI arrivato alle stelle, un pacco di guanti costa oggi 15/20 euro, una mascherina che 5 euro). Oltre, quanti dipendenti, ritornando a lavoro saranno licenziati perché (ovviamente) non utili alla causa. O per una consegna mando 3 persone, chi porta la pizza chi la birra e chi la frittella (stile re Magi). Io penso che aprire domani sia la morte per molte attività. Molti di noi non siamo nati per consegnare cibi tiepidi ma per accogliere gente in ambienti caldi. Dirai, ma il delivery, può servire per pagare qualche spesa. Ma io non ci voglio guadagnare nulla, ma il delivery mi copre le spese dei dipendenti, dei fitti, delle locazioni, dei prestiti, dei fornitori e tutto il resto che serve per comprare un prodotto, trasformarlo e consegnarlo ? Non credo proprio. Molti apriranno e richiederanno dopo 15 giorni. Parliamoci chiaro il delivery non è il lavoro di molti di noi, ok vogliamo adattarci ma non possiamo mettere in gioco la nostra attività per il capriccio di nessuno. Ma allora non dobbiamo ripartire ? Certo e spero al più presto.

Ma dobbiamo fare una partenza senza rischiare altri stop. Non possiamo aprire per un mese di consegne e fallire, è troppo rischioso. Dirai ma al Nord lo fanno! Certo ma sappiamo come è differente il mondo della ristorazione dal nord al sud. Loro sono famosi per gli aperitivi alle 19 noi per gli spaghetti alle 24. Sono 2 mondi diversi. E poi ho parlato con amici che hanno attivita al nord e col delivery non incassano più del 30% del normale. Ottimo sarebbe, ma se non hai dipendenti o se non paghi la locazione. Non so se mi spiego bene. Quindi che si fa ? Per me dobbiamo aspettare, poco ma bisogna aspettare e nel frattempo fare richieste allo Stato. Chiediamo allo Stato di salvare le nostre attivatà e non di metterle a rischio chiusura. La ristorazione ha tante facce di una stessa medaglia e non tutti hanno titolo sui giornali. Ci sono tante persone che svolgono attività decennali, portando avanti la propria famiglia e tante tradizioni. I più piccoli. I loclai di 30 posti, quelli di periferia con 1 lucina fuori e tanta passione dentro, quelli si proprio quelli chiuderanno dopo 1 mese di delivery con 2 consegne fatte.

Concludo che ti ho fatto una testa di chiacchiere scusami, spero almeno di essere stato chiaro
Penso che aprire oggi senza chiarezza su
1.che fine fanno i nostri dipendenti (perché con il delivery non possiamo mantenerli)
2. Come si pagano le utenze ?
3. Come si pagano i fitti/locazioni ?
4. Come sj pagano tutte le altre spese ?Penso che dobbiamo chiedere allo stato aiuti.
Aprire oggi non è un aiuto per tutti.

hai una, anzi due birre pagate!


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