di Vigna del Mar
Due anni fa mi è venuta voglia di approfondire la conoscenza con gli aglianico del Vulture. Non aveva mai visitato nessuna cantina, non avevo mai passeggiato fra i filari, non ne avevo annusata l’aria, gli umori, i sentori. Diversi aglianico però li avevo bevuti, diciamo i soliti noti, anche con una buona profondità di annate. Ma era pur sempre una conoscenza relativa, empirica, gustativa.
Allora per sapere chi “dover” andare a visitare ho chiesto un po’ in giro. Incrociando i dati, Eleano era uno di quei nomi ricorrenti. Telefono e prendo un appuntamento per uno dei primi giorni di dicembre, poco dopo la vendemmia. Sono fortunato, è una di quelle radiose giornate di sole, dove ti sembra quasi di essere a primavera. La luce del nostro amatissimo sud è straordinaria e con Alfredo Cordisco, membro della famiglia proprietaria dell’Azienda, guardo dall’alto la vallata di Pian dell’Altare, con le sue ordinatissime vigne dalle tinte calde, infuocate, rassicuranti e bellissime. E non puoi che pensare: “Diamine, da un territorio così possono venire solo dei grandi vini!” .
Poi capisci, ma lo sai già, che il terreno non basta. Sai che ci vogliono uomini che lo sappiano capire, interpretare. Che sappiano trasmettere al vino tutta una zona, una sapienza antica ed anche il maestoso vulcano spento che tanto segna il territorio circostante con colori, profumi e sapori assai particolari. Alfredo è uno di questi. Naturalmente non da solo, ha in Pastore un validissimo enologo ed ha anche l’umiltà per andare a chiedere agli anziani vignaioli circostanti cosa ne pensino dell’annata, di che cosa fare in vigna, di come lavorarla. La sapienza è diffusa, mai è concentrata in un sol uomo.
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I vini di Alfredo son frutto di una viticoltura seria, rigorosa. Son figli di pratiche di cantina maniacali che nulla vogliono concedere alla moda delle morbidezze facili, false, indotte, per niente territoriali. Non si usano barrique. Ma non per un anacronistico antagonismo ideologico, solo perché, secondo Alfredo, quel terroir ha già tutto per produrre vini grandi.
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Eccoci allora alla serata in Osteria dedicata a questi vini. Dovremmo assaggiare il Dioniso 2006 e Eleano 2005. Alfredo all’ultimo momento decide di farci assaggiare anche il suo Dioniso 2007. Quest’ultimo ancora non è etichettato, lo sarà fra poco, ma è giusto provarlo anche se ancora non è in commercio. Finiremo con Ambra 2008, il moscato da vendemmia tardiva.
Dioniso 2006 – Aglianico del Vulture DOC: vino molto elegante, largo e spesso, tannini che altrove sono invadenti e fastidiosi qui sono eleganti, fitti e piacevoli. Note di grafite, cacao, cuoio, per un vino estremamente godibile dal bel color rubino bello brillante ma caldo. Teoricamente lo si dovrebbe definire il vino base aziendale, in pratica ha una dignità tutta sua, seconda a nessuno.
Dioniso 2007 – Aglianico del Vulture DOC: vino in itinere, ancora non completamente compiuto. Ha più naso che bocca con le varie componenti ancora un po’ disgiunte. Il corpo è un po’ più sottile del 2006, i profumi sono meno complessi ma più verticali. Sarà molto buono, in parte lo è già, il periodo di bottiglia che lo attende non potrà che fargli bene. Aspettarlo sarà un piacere.
Eleano 2005 – Aglianico del Vulture DOC: questo è un grande vino!! Senza se, senza ma. Con tanta vita davanti ma già di una pienezza ed una disarmante vellutata eleganza. Frutto radioso, polposo, finemente masticabile. Le vigne vecchie e le altitudini dove sono piantate gli conferiscono un incredibile profondità gusto-olfattiva: Pian dell’Altare, una volta si sarebbe detto: “basta la parola!”
Ambra 2008 – Moscato Vendemmia Tardiva: colore ambrato, con profumi esotici ed agrumati, complessi ed intriganti. In bocca la frutta bianca è ben presente. Ottime bevibilità ed acidità. Noi lo abbiamo abbinato ad un quasi classico bocconotto con pasta di mandorle. Avrebbe supportato bene anche dei formaggi ben stagionati. In questa parte di sud di vini così buoni non ce ne sono parecchi.
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