Luciano Pignataro Wine & Food Blog

Eldo’ bistrot ad Avellino, una nuova piccola grande opportunità per la città

Eldò Bistrot ad Avellino
Via Modestino del Gaizo 9/11
Apertto la sera, chiuso il mercoledì

Danila Andreotti e Alessandro Sgrosso

Nel cuore del centro storico di Avellino, a due passi dal Duomo, Danila Andreotti e Alessandro Sgrosso, soci e compagni nella vita, hanno aperto questo piccolo e accogliente spazio impostato su qualcosa che oggi sembra essere sempre più marginale e che invece è la cifra di ogni impresa che conti: la cultura. Del cibo in primo luogo, perchè la ricerca di materie prime, soprattutto del territorio, è costante e stagionale e poi perchè ci si rifà a ricette della tradizione rurale che ormai sempre meno si trovano nelle case anche in provincia, Del vino in secondo luogo, la grande passione di Danila che propone ovviamente etichette irpine ma anche buoine chicche nazionali. E poi nell’arredamento in cui, come sempre, la mano di una donna fa la differenza nella cura dei dettagli e dei particolari, a cominciare dagli erogatori di acqua sistemati in cassette di vino messe in verticale. qui non si pagano acqua e coperto e il costo è decisamente abbordabile perchè non supera i 40 euro.
La formula è quella del bistro con piatti del giorno ben eseguiti, taglieri di ottimi salumi e formaggi, pizza di scarola, dolci. Tutto fatto in proprio. Dunque si buoò entrare consumare uno piatto o fare un aperitivo come si dice adesso.
La qualità della materia prima vegetale emerge dal mallone con i tocchetti di polenta, centrata e buonissima la parmigiana di melanzane, carina l’idea dell’hummus con i peperoni che restituiscono una buona acidità ed è il Paradiso per i vegetariani. Non mancano piatti di carne come il pollo alla cacciatora, il maiale, imperdibile la porchetta, anche questa fatta in proprio e decisamente ben eseguita. Da migliorare la frittura degli arancini, di buona materia prima ma poco croccanti. Perfetti i due piatti di pasta provati, con una genovese molto ricca di carne e un ragù irpino eseguito a regola d’arte.
Complessivamente non c’è affettazione o saccenza, il cliente è subito messo a proprio agio e i piatti sono ben presentati in forma moderna ma assolutamente leggibili con alcuni inserimenti ben studiati ed efficaci.
Infine non sticchevoli i dolci, leggeri e senza eccessi zuccherini.
Un leggero sottofondo musicale non guasterebbe per dare più forza alla bella atmosfera piena di oggetti di modernariato. La cucina è a vista, lo spazio non manca e i tavoli sono ben disposti a distanza.
Insomma un piccolo gioiellino che non ha alcuna saccenza ma che trasuda voglia di trasmettere la giusta cultura del cibo alla clientela.
Ultima curiosità:Eldò è il diminutivo di Eldorato, il nome del nonno di Danila a cui ci si richiama per la passione del vino e del cibo.
Decisamente una tappa interessante quando si passa per il capoluogo: una giovane coppia ha avuto coraggio ad osare e va assolutamente premiata.

Eldo’ bistrot

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