Tre stelle Michelin, quarto ristorante al mondo per la classifica San Pellegrino, Vizzari lo inserisce tra i classici contemporanei
di Giancarlo Maffi
Onore al merito di Leo Ciomei. Da molto insisteva per una visita a Girona Espana catalana. Facile segno del destino per la “colonna golosa toscana”: volo diretto PISA –GIRONA, 20 euro. È costato di più il parcheggio al Galileo Galilei per una notte.
Siamo talmente in orario,fra volo, affitto dell’auto e veloce passaggio in albergo, che ci presentiamo in largo anticipo dai FRATELLI ROCA, baciati da sole e temperatura di inizio estate! Veniamo lasciati al nostro destino nel salotto di casa, dove forse solo Tumbiolo trova parzialmente pace cerebrale nell’osservazione di una bellissima parete trasparente zeppa di “toscani” considerevoli. Insomma anche un banale saluto se non proprio una Cava offerta sarebbe stata cosa carina.
Anche il tavolo per noi scelto non appare buono, fra temperature sballate e sole a battere sul tavolo, oltre ad essere in una posizione non felicissima: stretto di Gibilterra da cui passeranno pietanze per il 50% dei tavoli e andirivieni della clientela per l’ingresso in sala e a/r dalle toilettes.
Ma resteranno quasi le sole cose non positive delle quasi sei ore passate al CELLER DE CAN ROCA. Certo non belle, infilate come filotti all’inizio dei giochi.
Oltre alla carta, tre sono i menu
MENU DEGUSTATION: 4 PIATTI + DUE DOLCI a 115 euros
MENU FESTIN: 10 PIATTI + DUE DOLCI a 145 euro
MENU CLASSIQUE, schifato da tutti per evidente limitatezza, TRE PIATTI + UN DESSERT, per 95 euro.
Non siamo certo venuti fin quaggiù per mangiare due piattini!
SI VA TUTTI PER IL GRANDE MENU ,CON QUALCHE PICCOLA VARIANTE DOVUTA AD ALLERGIE, GUSTI PERSONALI E RITROSIE CIRCA L’USO, PER ME SCONSIDERATO, DI AGNELLI SACRIFICALI.
L’arrivo della carriola con due poderose carte dei vini ci lascia semplicemente basiti. Tutti ci perderemo qualche decina di minuti in quei libroni che sembrano usciti da qualche antica libreria di frati amanuensi . Ricupereremo il duo Pignataro –Tumbiolo ben oltre la mezz’ora di consultazione, da dove usciranno scelte ben meditate, anche se il prezzo eccessivamente basso di un francese avrebbe dovuto mettere in allarme, evitando così al Maffi posizioni estremistiche a piedi uniti, forse poco chic ma sicuramente necessarie a sopprimere la bottiglia senza gravami sul conto.
Detto questo, inizia il carosello delle delizie giocose e talvolta anche buonissime e geniali .
Alberello a centro tavola: OLIVE NERE E VERDI CANDITE
BONBON BELLINI
FRITTO DI SPINE DI ACCIUGA
CROCCANTE DI SESAMO NERO E CACAO
BONBON DI PICCIONE E TRUITA DE MOIXERNONS
BRIOCHE DI TARTUFO
Solo esercizi alcune, genialità pazzesche altre, golosità stimolanti quasi tutte , per un ensemble comunque di altissimo livello. Per me grandioso il bonbon di piccione. Altri spero che vorranno commentare le proprie sensazioni.
Il primo piatto recita: ESCALIVADA DI VERDURE A LA BRACE
Straordinaria esecuzione di concentrazione di sapori, effluvi immensi all’apertura del piatto, sensazioni palatali e stimolazioni salivali stupefacenti, in brodo leggermente affumicato. Una delle migliori esecuzioni del pasto. Attribuisco uno dei 19,5/20 del pranzo ,ben 4 secondo il mio modesto avviso. E’ una esecuzione di tale profondità che mi fa pensare di poter diventare vegetariano un giorno, a patto di trovare cuochi in grado di produrre tali “sconcezze ” palatali.
FICHI CON FOIE GRAS
Qui il difficile è trovare un equilibrio fra le diverse dolcezze. L’estrema ma apparente semplicità dell’esecuzione non fa trasparire la riuscita perfezione della raggiunta quadratura del cerchio. Anche qui per me massimo dei voti.
Un grande classico si rivela il PARMENTIER DI HOMARD CON LE TROMBETTE DEI MORTI
con bisque estremamente sapida.
Poi una discesa di toni con tre piatti dal mare
GAMBERO ALLA BRACE CON BRODO ACIDULO DI AGRUMI E OVULI
il meno scentrato;
LA TRIGLIA CON IL SUO FEGATO, ZEMINO DI PESCE, LARDO E GNOCCHI DI PATATA
per una materia atlantica non eccezionale di cui vi parlerà sicuramente meglio di me un compagno di viaggio
e
CALAMARI SU ROCCIA DI CIPOLLA
Dove ho già visto questa spugna nera ? Piatto ruffiano, ormai di gusto internazionale .
I tre piatti non superano mai i 16 /20 e si candidano a rotazione e secondo gusto personale come peggior piatto (si fa per dire ) del pasto .
Quindi pesce scarso, di gusto e qualità ? Niente affatto. Veniamo sorpresi da una eccitante sogliola, accompagnata da quattro salsine. Stupefacente proprio nella sua accezione di pura droga quella al bergamotto. Altro piatto da maximo dei voti.
Elevatissimi tutti i piatti lato carne:
STEAK TARTARE, GELATO DI SENAPE E SPEZIE
Vi risparmio tutti gli accostamenti estremi e anche no. Semmai ne parliamo nei commenti. MONUMENTALE.
AGNELLO, PATATA DOLCE E MANDARINO
Notoriamente non fa per me. Lascio la parola a AURELIO BRASCHI, uno che se ne intende: “il miglior agnello della mia vita”
OCA ALLA ROYAL CON PESCHE
altro piatto da 19,5/20. Ho finito i superlativi
A QUESTO PUNTO DECIDO CHE VALE LA PENA DI AZZARDARE PICCOLE PORZIONI ANCHE DEGLI ALTRI DUE PIATTI DI CARNE PRESENTI IN CARTA LIBERA
E quindi andiamo anche per :
MAIALINO DA LATTE IBERICO SIERRA MAYOR CONFIT CON BARBABIETOLE
PICCIONE LEGGERMENTE AFFUMICATO CON ACCIUGHE , TARTUFO , MORE
Notevoli anch’essi , anche se meno stupefacenti degli altri .
Si passa quindi, satolli ma felici ai famosi dolci di Jordi Roca, il più giovane dei fratelli .si capisce ben presto che i tre le pensano insieme. Addirittura, forse, che Jordi anticipa gli altri. Ho come la sensazione che dovremmo approfondire un po’ i temi, in altre parole mangiarci tutta la carta dei dessert, per meglio comprenderne il senso. E forse anche, e qui è una mancanza nostra, chiedere di parlare con il piccolo Roca affinchè ci possa meglio far comprendere lafigo-logia delle sue dolcezze.
Vi chiediamo scusa, cari lettori, ma per altri assaggi non ce l’abbiamo fatta, anche perché ormai si erano fatte le 18.30, mica paglia !
Intanto un piccolo sorbetto al limone tipicamente mediterraneo
Però il SOUFFLE’ DI ROSE è sconvolgente, per un tavolo a cui le rose piacciono solo dal fioraio.
LA VANIGLIA, LIQUERIZIA, CARAMELLO E OLIVE NERE
Pur molto buona, mi ricorda da lontano certi campi che corrono in anche in via Stella a Modena, e fa già due volte in un pasto.
E ancora, dall’ album questo sigaro dolce che sa di sigaro con la granita
Saranno , corre questa battuta, i grandi congressi degli chef e le riunioni nella tundra lappone a creare tutte queste contaminazioni? Sono sicuro che se vado a Copenhagen trovo ancora qualcosa di questo pasto e di altri, in Italia.
Non è una critica . Da sempre l’uomo prende spunti dai propri simili. Ci mancherebbe. Mi farebbe molto sorridere che una patata diventi tartufo anche a Mosca, tanto per dire !
Questa la lista dei vini :
CHAMPAGNE PIERRE PETERS CUVEE’ SPECIAL 98
CHAMPAGNE POL ROGER CUVEE’ CHURCHILL 96
NELIN 08 D.O. QA PRIORAT
CHATEAU LAVILLE HAUT BRION 96 A.O.C. PESSAC-LEOGNAN
JORGE ORDONEZ N. 3 VINAS VIEJAS 05 MALAGA
CONSIDERAZIONI FINALI
Dovete festeggiare un evento,magari un anniversario con la vostra amata? Non siate sedentari nella vostra scelta. Una nota compagnia charter, che fra poco vi farà pagare anche l’aria sull’aereo ma che resta affidabile, parte da diverse città italiane con destinazione Girona. Prenotando per tempo un volo vi costerà una cifra ridicola, non superiore ad un aperitivo con batteri a quintali milanesi, per fare un esempio.
VOTO : 18,5/20
Se non l’avete capito tutta la colpa è dei rougets ( cit. umbiolo, l’uomo che parla alle triglie )
Ps: sul prosieguo della serata preferisco stendere un pietosissimo velo. E, sia chiaro, il sesso non c’entra nulla
Conto finale: 240 euro + 10 di mancia a testa
El Celler de Can Roca
Can Sunyer, 48
Girona
Tel ( + 34 ) 972222157
Chiuso : Domenica e Lunedi e da metà Dicembre a dopo l’Epifania
Il sito internet dei Roca
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