LIBRANDI
Uva: mantonico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
La situazione è esattamente la stessa descritta nella scheda di sette anni fa. Voglia di bianco antico e ricco. C’è ancora il 2004 e lo apriamo. Con un risultato ancora migliore, se possibile: naso integro, bello slanciato, ricco e piacevole. Le nte dolci del legno sono ben fuso con sentori fruttati di albicocca e pesca. Ma è in bocca che questo vino antico si esprime al meglio, resta infatti freschissimo e con una nota amarognola di mandorla che determina tutta la beva e la rende persino entusiasmante. Resta incredibile vedere come un bianco possa resistere così bene a oltre 13 anni dalla vendemmia, ma tant’è. Se lo tenete da qualche parte, potete ancora lasciarlo riposa con tranquillità a lungo. E’ un vino di compagnia, elegante, preciso.
Scheda del 3 maggio 2010. In fondo, dico quando devi avere un approccio intimo, i vini sono come le cravatte. Ne puoi avere mille nell’armadio, ma in una determinata circostanza metterai sempre la stessa.
Ed è quello che io faccio quando ho la possibilità di passare un paio di giorni nella casetta cilentana dei miei avi, con una cantina abbastanza fornita ma dalla quale, dopo un incerto soggiorno, esco sempre con alcune bottiglie ben precise.
Una di queste, quando voglio bianco antico, è l’Efeso, qui in dolce e rilassato riposo steso nella penombra, da uva mantonico, progetto top lanciato da Antonio e Nicodemo all’inizio della collaborazione con Donato Lanati. Una degustazione fatta un paio di anni fa ne dimostrò la longevità e dunque senza molte preoccupazioni ho aperto una 2004.
Si tratta, avviso ai naviganti, di un bianco stile anni ’90, fermentato in acciaio e poi passato in barrique nuove per alcuni mesi, molto giocato al naso sulla suadenza dei sentori di spezie dolci e di frutta evoluta come l’albicocca.
Uno stile che molti considerano sorpassato, ma che, quando il tema non è svolto in maniera caricaturale come in questo caso, riserva piacevoli sorprese. Per esempio, restando all’olfatto, il mazzo di erbe da campo secche mediterranee nel bicchiere vuoto, origano, timo, salvia, un bouquet straordinariamente complesso che ben si ritrova nel vino a bicchiere colmo quando si riavvicina il naso.
Inutile dirvi che non ci sono note di ossidazione.
In bocca il vino ha un aggancio inizialmente dolce, poi si distende bene lungo il palato rimarcando le sensazioni speziate e supportato da una vigorosa acidità, non prepotente come quando proviamo bianchi vulcanici, spesso scissa, ma comunque piena e assolutamente resistente.
Il vino era dunque in perfette condizioni, con un naso appena un po’ più evoluto della bocca, a sei anni di distanza. Nulla ci impedisce di pensare che si possa ragionare su tempi molto più lunghi, almeno doppi rispetto a questa stappatura.
Un bianco dunque del Sud, completato da ottima sapidità quasi salmastra, lunga persistenza e chiusura pulita, senza sbavature dolci a rovinare la festa. Per questo una bottiglia che si beve tutta, ovale come il palato, oppure da abbinare a piatto molto complessi in cui si gioca a rimpiattino tra struttura, agrodolce, freschezza.
Sede a Cirò Marina, Contrada San Gennaro. Tel. 0962.31518, fax 0962.370542. www.librandi.it. Enologo: Donato Lanati. Bottiglie prodotte: 2.100.00o. Ettari: 230 di proprietà e 30 in fitto. Vitigni: greco, chardonnay, mantonico, gaglioppo, magliocco, cabernet sauvignon.
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