Corso Garibaldi,81
Per prenotazioni 329.7160638
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Aperto la sera
La storia del ciauliello è una storia antica così come il suo sapore deciso. E’ una storia che narra di contadini che si recavano a lavoro, di un tempo scandito da riti e da stagioni ormai scomparse. Un piatto della tradizione ebolitana che oltre ad essere un patrimonio culinario è fonte, come per magia, di nuove storie, nuove vite, nuove generazioni. Difatti è recente il ritorno alla sua preparazione, soprattutto se si pensa a ristoranti e trattorie. Ma in una Eboli che si riappropria del centro storico, non potevano non nascere realtà figlie di una nuova stagione. E’ il 2007 l’anno della fondazione dell’Associazione Club Enogastronomico “Al Ciauliello”, affiliato ARCI, grazie alla incessante attività di ricerca della presidente, Titti Della Monica, dello chef “per amore” Luigi Langella, e di Maria Vita Della Monica, giornalista ed esperta di tradizioni e folklore. Una quarantina di posti per una casa al piano terra in Corso Garibaldi, un ambiente accogliente, semplice e di buon gusto, l’obiettivo era quello di dare la sensazione di essere a casa di amici, ed è stato perfettamente centrato. Fino ad ora sono 250 i tesserati che oltre all’offerta culinaria, possono dilettarsi nelle numerose attività portate avanti dal club, come le cene a tema, le cene con delitto e le degustazioni. Luigi Langella non ama essere chiamato “chef”, d’altronde lui è un maestro elementare che ha appreso quest’arte dal papà, maresciallo dei carabinieri per professione ma con un cuore dedito alla buona cucina. Nel piccolo regno di Luigi tutto ha un posto, pochi ingredienti freschi accolti nel grande frigo e nessun congelatore per andare incontro alle emergenze. D’altronde il piatto più richiesto è il ciauliello e i suoi ingredienti non hanno bisogno di metodi di conservazione particolari. Pomodori, melanzane, zucche lunghe, tutti elementi raccolti ed essiccati al sole, poi del concentrato di pomodoro, aglio, olive nere, olio extravergine di oliva, sale e pepe. A piacimento il peperoncino può coronare a seconda dei gusti il suo sapore pieno, quasi primordiale, antico. Abbinato per associazione mentale all’Aglianico, potrebbe essere bene accompagnato da un Fiano con una buona alcolicità. “Ci piace pensare a questo piatto come Pirandello fa in Ciaula scopre la luna”, racconta Maria Vita Della Monica. “Ciaula rappresenta tutti gli uomini che cercano di riscattare la propria oscurità ed angoscia nella bellezza del mondo, così il ciauliello sembra un piatto liberatorio, istintivo”.
Ma la tradizione non è soltanto il ciauliello, in questo periodo natalizio sono tanti i piatti classici (sapientemente rivisitati e resi più leggeri) protagonisti della cucina del Club. Da citare il baccalà cu l’acc’, ovvero il baccalà col sedano, che include anche uva passa, pinoli, noci e capperi, rendendo il risultato una interessante esperienza. Ma oltre al supporto in sala di Isabella, i dolci di Marizia sono un tassello irrinunciabile. Per una cucina attenta alle stagioni corrisponde una produzione di dolci in tema al periodo dell’anno, dunque ecco comparire zeppole, buccunotti, calzoncelli ‘mbuttiti e roci. Le specialità sono piatti tradizionali, pesce utilizzato nell’entroterra come baccalà e alici, carne e verdure di stagione. La prenotazione è necessaria a dar loro la possibilità di recuperare cibi freschi e ad assicurarsi che vi siano posti liberi. Una piccola terrazza anche col sole d’inverno può regalare un piacevole pranzo.
Antonella Petitti
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