Stanotte è morto Antonio Lucisano, manager d’azienda, conosciuto nel mondo gastronomico soprattutto per il grande lavoro svolto a tutela della Mozzarella di Bufala di cui è stato a lungo direttore sino al 2015.
Dotato di straordinaria e intuitiva intelligenza condita nella fiducia nelle possibilità costituite dalla rete e dalla sfiducia nelle persone, Antonio Lucisano si dedicò anima e corpo a ricostruire la reputazione dellamozzarella di bufala in uno dei momenti più bui, quando il prodotto fu oggetto di inchieste giornalistiche televisive come emblema della crisi provocata dalla Terra dei Fuochi.
Per questo volle, da direttore, con molta determinazione l’ingresso del Consorzio nel progetto Le Strade della Mozzarella di Barbara Guerra e Albert Sapere a Paestum, vincendo fino alla fine le resistenze di alcuni produttori di Caserta. Fu in quegli anni che tutti, ossia veramente tutti, i grandi cuochi conobbero il prodotto mozzarella di bufala e ci cominciarono a lavorare, cosa che fino ad allora solo Rosanna Marzialeaveva fatto. Da Cracco a Cannavacciuolo, da Bottura a Troigros, il congresso per quasi dieci anni approfondì il rapporto tra la mozzarella e le diverse tecniche di cottura.
Una epopea gastronomica senza precedenti al Sud. Lucisano aveva intuito che per sdoganare la mozzarella non bastava dire che le analisi erano a posto e si rivolse a istituti di certificazione tedesca provocando le ire della burocrazia nostrana che non comprese il colpo di genio comunicativo: se lo dicono i tedeschi non vi può essere dubbio alcuno.
Lucisano coinvolse il Consorzio in spedizioni parigine, in contest con la pasta e il vino. Insomma, quando fu fatto fuori dai soci del Consorzio sulla questione del prelievo di un centesimo in più dalle fascette, aveva riconsegnato il prodotto alla sua dignità.
Reggino, Lucisano ha fatto fatica ad abituarsi ai ritmi e alle consuetudini partenopee, ma ha sempre profondamente amato il suo territorio di elezione, i Campi Flegrei per i quali ha speso generosamente i suoi rapporti e sostenuto con amore e passione anche il Casertano finchè è stato direttore del Consorzio.
Ognuno naturalmente viene vissuto parzialmente dagli altri, ma sono sicuro che questa attività che vi ho raccontato è quella che lo consegna al ricordo della gastronomia campana.
Non sarò iprocrita nascondendo le profonde divergenze che ci hanno separato nel 2017, un anno su cui bisogna ancora fare chiarezza sui distillatori di veleni, oggi ben conosciuti e tutto sommato finiti nel dimenticatoio come tutti quelli che invece di costruire si dedicano al gioco di interdizione.
Quel che conta è il recupero del rapporto personale, ed è importante per me in questo doloroso momento di commiato finale (ci siamo frequentati anche in privato in molte occasioni), quando venne alla presentazione della Guida Mangia&Bevi del Mattino a Gustus nel 2021. Uno sguardo, un sorriso, un chiarimento con gli occhi come avviene fra Gemelli. Non fu necessario parlarci.
Le mie condoglianze a Marcella, ai figli, ai familiari tutti.
Dai un'occhiata anche a:
- JOCA Ristorante e Tapas Bar Gianluca D’Agostino rivoluziona il Fine Dining. Il cliente al centro
- Rafa Panatieri chiama a raccolta la Comunità della Pizza per gli alluvionati di Rio Pardo in Brasile, sua terra d’origine
- Modifica dei disciplinari Barolo e Barbaresco: il verdetto dei produttori
- Fascetta anche al vino igt. Il Consorzio Sannio è il primo in Italia
- Ciccio Vitiello Villaggio Green, un progetto di orto pizzeria unico in Campania
- Editoria, in edicola con Forbes l’inserto “100 Ristoranti & co Innovativi 2025”
- Il Consorzio del Barolo cambia volto: si insedia Sergio Germano
- Pizzium, Nanni Arbellini vende a Stefano Saturnino, il Fondo Equinox resta al 40 %