di Marina Betto
L’azienda La Canosa ha appena presentato all’ultimo Vinitaly il “Pactum” un blend dei migliori vini rossi che si armonizzano pienamente tra loro: Merlot, Cabernet Sauvignon, Montepulciano, Sangiovese e Petit Verdot maturano singolarmente in tonneaux di Allier e di diverse tostature per due anni, che dopo il taglio riposano di nuovo in tonneaux per sei mesi. Un rubino scuro nel bicchiere che offre sentori di frutta nera, mirtilli e more, prugne e ciliegie e una spolverata di spezie. Al palato c’è un tannino avvolgente che lo contraddistingue insieme alla sapidità. “Pactum” Noir de Noirs è un vino materico può essere gustato con il tartufo e/o i formaggi e la carne arrosto molto succulenta. La Canosa si trova nelle Marche nella zona del Piceno all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dal 2004, ha una storia antica che lega questi territori ai monaci di Farfa tra il XII XIII secolo.
Antiche mappe riportavano questo territorio con il simbolo della vite cosa che ha ispirato Riccardo Reina ad investire in questo luogo che ha da sempre adottato un approccio moderno e sostenibile utilizzando l’energia solare autoprodotta. Nel 2022 sono stati aggiunti i vigneti della Vallesina portando la superficie vitata totale a 50 ettari. La tenuta integrale è più estesa circa 110 ettari dove si producono vini da vitigni tradizionali e internazionali.
I vigneti sono disposti ad un’altitudine compresa tra i 106 e 265 metri sul livello del mare, su un terreno misto con limo, argilla e sabbia con un rapporto ben suddiviso e caratterizzato dalla presenza di calcare e calcio. Le rese variano tra i diversi vigneti ma sono contenute tra i 45 e gli 80 quintali per ettaro. Tra gli ambasciatori del vino piceno ha un posto d’onore il Verdicchio. In assoluta anteprima ho assaggiato “Aquila Aurea” Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico 2022. Il Verdicchio proviene dalle uve selezionate dei vigneti di Maiolati Spontini e Castelbellino nella zona storica di produzione, 13 ettari che hanno un’età media di 16 anni. Questo Verdicchio prende il nome dall’aquila dei nostri Appennini, elegante, maestosa, regale che sa dominare il territorio di caccia, doti che rispecchiano quelle di questo vino bianco dalla tessitura potente, complesso in bocca, fine, con la particolare nota ammandorlata sul finale tipica del vitigno. “Aquila Aurea” uscirà sul mercato il prossimo settembre.
lacanosaagricola.it
Dai un'occhiata anche a:
- Addio a Etile Carpenè, il re del Prosecco e delle bollicine italiane
- Vini Santa Lucia – Nuove Annate
- Vini Lunarossa – Nuove annate
- A confronto il Fiano di Avellino di Lapio e lo Chardonnay di Chablis
- AOC Saint Gallen 2022 di Wyss: un grande Pinot Nero svizzero
- Il Sylvaner incontra la cucina romana: una degustazione insolita con Abbazia di Novacella
- “Terre di Pisa Food and Wine festival” Stile internazionale ma non troppo
- Chianti Classico Riserva 2019, Castello di Cacchiano